Proprio in queste settimane, in Italia è stata presentata una proposta di legge per attribuire automaticamente ai neonati il cognome della madre. La proposta arriva dal senatore del PD Dario Franceschini, ma in realtà la prima a suggerire l’attribuzione automatica del cognome materno fu la senatrice socialista Maria Magnani Noya nel 1979. Tra chi grida alla “cancellazione dei papà” e chi fa notare che anche i cognomi delle mamme sono, a loro volta, cognomi paterni, ho pensato di fare un excursus sui cognomi in Europa e nel resto del mondo… e sulle complicazioni del nascere a cavallo tra due culture.
Il cognome in Europa, tra scelte e sorteggi
In Spagna, si prevede che un neonato prenda il primo cognome del padre seguito dal primo cognome della madre. Questo significa che ogni persona porta il cognome di entrambi i genitori, ma trasmetterà solo quello paterno. La regola si applica, per estensione, anche in molti Paesi dell’America Latina. Una donna, sposandosi, non acquisisce il cognome del coniuge, ma mantiene i propri, oppure conserva quello del padre e aggiunge quello del marito, creando così un cognome speculare a quello che avranno i figli. Perché è importante? Perché nei Paesi in cui, culturalmente, le donne cambiano cognome dopo il matrimonio, scegliere di non farlo può generare disaccordi anche nella scelta del cognome dei figli.
È il caso, per esempio, della Germania, Paese in cui le donne sposate normalmente prendono il cognome del marito. In caso di disaccordo sul cognome del nascituro, o se non viene fatta una richiesta specifica, si dà la precedenza al cognome paterno. L’opposto avviene in Svezia, Austria, Danimarca, Norvegia e Finlandia: il cognome attribuito di default è quello della madre. In Francia e Belgio, invece, viene attribuito automaticamente il cognome paterno, ma in caso di disaccordo vengono assegnati entrambi, in ordine alfabetico.
In Bulgaria si usano ancora i patronimici, ovvero il nome del padre seguito dal suffisso “-ov” per i maschi e “-ova” per le femmine.
Portogallo e Regno Unito vincono, a pari merito, il premio per la diplomazia. In Portogallo esiste un limite massimo di sei vocaboli per ogni nome, offrendo così la possibilità di inserire entrambi i cognomi di ciascun genitore… e anche un secondo nome! Il Regno Unito garantisce la massima libertà di scelta: si può dare il cognome della madre, quello del padre, quello adottato dalla coppia al momento del matrimonio… o addirittura un cognome del tutto diverso. Anche se, al momento della nascita, il neonato si ritrova spesso con un nome temporaneo: Baby (uno o due, in caso di gemelli) seguito dal cognome della madre. Questo perché, dal momento dell’uscita dall’utero, è considerato una persona giuridica e ha quindi bisogno di un nome legale.
Il premio stranezza? Lo vince il Lussemburgo, il cui cognome si sceglie… per sorteggio.
PS: Si ringrazia Nicola Ghittoni che, in un episodio di Morning, ha fatto un excursus sui cognomi che ha ispirato la prima parte di questo post!
Storia di un cognome che cambia: il caso dei bambini nati all’estero
Non è tutto oro quello che luccica nell’espatrio… soprattutto quando si parla di burocrazia. E i cognomi non fanno eccezione. Chi fa figli in Paesi in cui vige una consuetudine diversa nell’attribuzione dei cognomi può ritrovarsi con cognomi diversi a seconda del Paese, o addirittura in fasi diverse della vita.
È il caso della mia amica Chiara, che ha avuto sua figlia in Arabia Saudita: nella carta d’identità saudita è stata registrata con il nome del padre come cognome (in Arabia Saudita vige infatti il cognome patronimico), mentre sul passaporto italiano ha il cognome di entrambi i genitori.
O del mio amico Marco, nato in Germania da genitori spagnoli, che ha avuto fino ai trent’anni solo il cognome paterno (ovvero quello composto dai cognomi dei suoi nonni paterni), e che finalmente, tornando in Spagna a 35 anni, ha potuto aggiungere il cognome di sua madre e avere un cognome alla spagnola.
Per concludere, qualche numero sull’Italia: da quando, nel 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima l’attribuzione automatica del solo cognome paterno e ha aperto alla possibilità di scelta, solo il 6,2% dei nuovi nati porta il doppio cognome. Segno che, in fondo, è una questione non troppo sentita… oppure che gli italiani hanno davvero paura della burocrazia 😉
Come funziona l’attribuzione del cognome dove vivete? E che cognome avete scelto per i vostri figli?
Elisa, Abu Dhabi