Buongiorno, sono Wendy, ostetrica specializzata in hypnobirthing e massaggio infantile, e
consulente in allattamento (IBCLC).
Sono originaria di Verona, dove mi sono laureata nel 2024, e lavoro negli Emirati Arabi dal
2011, prima ad Abu Dhabi (per cinque anni) e poi a Dubai (dove vivo tutt’ora).
Dal 2021 ho abbandonato la Sala Parto per dedicarmi ai corsi pre parto e all’assistenza della
famiglia nel dopo, lavorando nel reparto di Ostetricia, nella Clinica per l’Allattamento e
organizzando degli Incontri Mensili gratuiti per le neo mamme.
Scrivo questo post per cercare di riassumere I punti piu’ salienti per capire un po’ come
orientarsi quando si aspetta un bambino in questo deserto, mettendo la mia esperienza non
solo come ostetrica ma anche come mamma (di due bambini, uno per emirato).
1- Qui e’ tutto molto medicalizzato, il parto e’ di competenza medica quindi il tasso di
epidurali, parti operativi e cesarei e’ abbastanza alto. Dall’altro lato della medaglia,
pero’, se una donna e’ pro-parto naturale e spinge in questo, si trovano validissime
opzioni.
2- La sanita’ e’ privata. Nella scelta del medico e dell’ospedale gioca un grandissimo
ruolo la copertura assicurativa. Per un parto spontaneo si puo’ arrivare a pagare
anche 10.000 euro in alcuni ospedali!
3- La terapia intensiva neonatale molte volte non e’ coperta o e’ solo parzialmente
coperta, dipende sempre dal tipo di assicurazione. Informarsi bene, possibilmente
prima di una gravidanza (purtroppo parti prematuri o complicazoni possono sempre
succedere).
4- Nella scelta del medico non andate solo per sentito dire. Andate di prima persona.
La cosa bella di Dubai e’ che si puo’ cambiare all’ultimo se non siete soddisfatte o
convinte di come stia andando. Ci sono medici bravissimi per gravidanze complicate
che pero’ non sono il massimo per gravidanze fisiologiche, per esempio.
5- Nella scelta degli ospedali non valutate solo medico o struttura ma chiedete se sono
presenti Ostetriche, perlomeno in Sala Parto (fanno la differenza!), se attuano il pelle
a pelle, se esiste rooming-in, che politica hanno in termine di allattamento al seno,
domandate se il bambino ha l’ittero se puo’ restare in stanza con voi…insomma,
chiedete! L’esperienza del parto e’ importantissima, vero, ma il post partum ha un
ruolo fondamentale. Indagate anche (specialmente) su quello.
6- Non esiste il parto in casa, attualmente e’ illegale.
L’unica opzione per partorire rimane l’ospedale quindi la scelta della struttura e’
importantissima (ancora: andate a vedere gli ospedali e chiedete, chiedete e
chiedete di tutto). In futuro aprira’ una casa parto ad Abu Dhabi, ishallah.
7- Corsi preparto: si, vanno fatti! Molti ospedali e privati li organizzano, suggerisco
sempre di andare anche a quelli del proprio ospedale per capire meglio come lavoro.
E’ importante capire i tempi del travaglio, le complicazioni, il post partum….il
consenso informato si basa sul sapere, ed e’ un diritto importantissimo delle
partorienti.
8- La prima visita a inizio gravidanza si fa verso le 8 settimane, il famoso Beta su
sangue non viene eseguito qui di routine a meno che non lo richieda la paziente o a
meno che non ci sia un problema (minaccia d’aborto, gravidanza ectopica…).
9- Alcuni esami del sangue che si fanno in Italia qua non vengono eseguiti, come ad
esempio la Toxoplasmosi (sembra che non ci sia in questo paese) ma se la mamma
lo desidera (magari perche’ adora mangiare verdura fresca – che va sempre lavata,
ricordo!-o magari perche’ ha gatti), lo puo’ richiedere.
10- Alcune donne si affidano a doule per essere assistite al parto.
Ricordo che la doula non e’ un’ostetrica, ma una figura di supporto senza
competenza medica che puo’ dare supporto emozionale durante la gravidanza, il
parto e il postpartum. Molto spesso collabora con le ostetriche in sala parto per
creare un ambiente piu’ sereno durante questo passaggio dove da figlie si diventa
madri.
11- La burocrazia, un altro cruccio. In molti dei casi il bambino prende il passaporto del
padre e andra’ sotto il Visto del padre. Ovviamente c’e’ caso e caso, quindi contattate
sempre la vostra ambasciata (parlo principalmente per le coppie miste) e seguite i
loro consigli. In ospedale di solito viene richiesto il certificato di matrimonio tradotto
legalmente in Inglese e arabo e le copie dei passaporti e visti di entrambi i genitori.
L’ospedale poi rilascera’ quello che chiamano “Birth Notification” che poi andra’
portato, con tutti i documenti citati prima, al Ministry of Health and Prevention
(l’ospedale vi spieghera’ l’ufficio piu’ vicino) dove poi verra’ rilasciato il famoso
Certificato di nascita. Chiedete sempre una doppia copia di quello in inglese, che vi
servira’. Una piccola curiosita’ : nel certificato di nascita in Arabo non sara’ scritta la
data di nascita seguendo il calendario Gregoriano ma verra’ apportata quella
dell’Egira (e’ l’anno iniziale della cronologia Islamica, quando Maometto abbandona
la Mecca e parte per Medina, nel 622 d.C.).
12- I figli fuori dal matrimonio si possono avere, non e’ piu’ un reato, la documentazione
richiesta cambia pero’ in caso e’ una coppia non sposata o una madre singola.
13- Il punto piu’ importante. Avere un bambino a Dubai e’ difficilissimo.
E no, non lo dico perche’ gli ospedali non sono all’altezza, anzi, io stessa ho partorito
con taglio cesareo d’emergenza ad Abu Dhabi (con tanto di Lotus birth) e ho poi
avuto un parto in acqua qui a Dubai, con esperienza favolosa in entrambi i casi.
Lo dico per la solitudine.
Siamo expact, lontane da casa, in molti casi senza genitori che diano assistenza in
questi nuovi ruoli nonni-genitori-bambini. Siamo magari senza i nostri amici. O
magari siamo i primi del nostro gruppo che hanno avuto bambini. Non e’ facile.
In gravidanza non pensate solo al parto, pensate a costruire il vostro villaggio.
Ampliate la rete di conoscenze. Andate a corsi per mamme, coffee mornings, cercate
nelle vostre community gruppi di mamme per bambini.
Non c’e niente che vi capira’ di piu’ dello sguardo di un’altra mamma con tanto di
borsa sotto gli occhi in questo viaggio fantastico chiamato maternità.
Wendy