Ho vissuto in Brasile due volte.
La prima nel 2010 per quasi tre anni. Allora avevo i bimbi piccoli ed uno dei primi posti che decidemmo di visitare furono appunto le cascate di Iguazú.
A sud di Rio de Janeiro, con quasi due ore di volo, letteralmente si atterra nel paradiso.
Io credo di aver viaggiato tanto. Ho visto posti meravigliosi, ma questo rimane sicuramente nel mio podio delle località più belle del mondo. Più delle cascate del Niagara negli Stati Uniti, più delle cascate Vittoria tra lo Zambia e lo Zimbabwe, nell’Africa meridionale. Almeno per me, s’intende.
Situate all’interno del Parque Nacional do Iguaçu in Brasile e del Parque Nacional Iguazú in Argentina, le cascate sono patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e costituiscono una delle principali attrazioni turistiche del Sud America.
Sebbene circa l’80% delle cascate si trovi sul lato argentino, è proprio dal lato brasiliano che si gode la vista più panoramica dell’intero complesso. Un percorso mozzafiato che conduce i visitatori in un crescendo di emozioni fino al punto culminante: la Garganta do Diabo, o “Gola del Diavolo”, una gola a forma di U profonda 80 metri nella quale si getta la maggior parte dell’acqua.

Il lato brasiliano offre un’esperienza straordinaria, perfettamente integrata con l’ambiente naturale. Un sentiero pavimentato di circa 1,5 chilometri permette ai visitatori di ammirare le cascate da vari punti di osservazione, ognuno dei quali regala una prospettiva diversa: a ogni passo, il fragore dell’acqua si fa più potente e la vista sempre più spettacolare. Il percorso termina su una passerella che si protende nel vuoto proprio davanti alla Garganta do Diabo, dove si può percepire la forza dell’acqua che scroscia a pochi metri di distanza, avvolti da un’incredibile nebbia e da arcobaleni che sembrano usciti da un sogno.
Il parco nazionale brasiliano è anche un esempio virtuoso di conservazione ambientale. Ospita una vasta gamma di flora e fauna tipica della Mata Atlântica, la foresta atlantica brasiliana, un ecosistema ricco ma fortemente minacciato. Qui vivono più di 2.000 specie vegetali, 400 specie di uccelli e oltre 70 specie di mammiferi, tra cui il giaguaro, simbolo della biodiversità della regione. Una delle esperienze più affascinanti è l’avvistamento dei tucani, con il loro becco colorato, o delle farfalle dalle ali giganti che svolazzano tra i visitatori.
Tra le attività più popolari nella zona, oltre alla visita delle cascate, c’è un’escursione in gommone che conduce i turisti fin sotto i salti d’acqua, offrendo un’esperienza adrenalinica e rinfrescante che ovviamente io non ho potuto fare all’epoca avendo i bimbi piccoli.
Il parco dispone anche di un centro visitatori con esposizioni educative sulla biodiversità e l’importanza della conservazione ambientale.
L’impatto emozionale di una visita alle cascate di Iguazú è qualcosa che va oltre le parole. Di fronte alla potenza e alla maestosità di questa meraviglia naturale, l’essere umano si sente piccolo, ma allo stesso tempo profondamente connesso al mondo che lo circonda. Le cascate di Iguazú ci ricordano quanto la nostra terra sia capace di bellezza e forza, e quanto sia nostro dovere preservarla per le generazioni future.
Forse è per questo che ricordo un gran pianto di gioia, commozione e gratitudine per aver avuto questa opportunità. Ho visto il cielo piegarsi sulla terra e il fiume frantumarsi in mille respiri. Il fragore di queste cascate spalanca davvero il cuore in un abbraccio di acqua e di luce. Ricordo di essere rimasta ferma, piccola difronte a tanta meraviglia.
Ho promesso a me stessa di tornarci e ci tornerò appena possibile.
A voi che mi leggete, consiglio se avete in programma un viaggio in Brasile di non farvi sfuggire questa opportunità e di andare ad Iguazú. Bastano due giorni e sarete grati a voi stessi per sempre di esservi regalati questa opportunità.
Diletta, Rio de Janeiro
