18 Gennaio 2018

Dal lato giusto: come ho imparato a guidare in UK

Elisa, Abu Dhabi • 0 commenti

Quando si arriva a parlare di guidare, gli inglesi hanno un modo semplicissimo per chiudere la conversazione: “oh, but we drive on the right side of the road!”

Period.

Quando abbiamo deciso di trasferirci in UK, per un periodo abbiamo valutato l’idea di vivere fuori Londra: io avrei guidato dove il lavoro mi chiamava, che il più delle volte è fuori città. Economicamente sarebbe stato leggermente vantaggioso, ma avrebbe implicato che io iniziassi a guidare dall’altro lato della strada a una settimana dal mio arrivo.

Mi sono informata su come portare la mia auto in UK, processo la cui laboriosità è seconda solo a quello per far digerire ai britannici il matrimonio del Principe Harry con una divorziata americana e cattolica. Se non avessi avuto la residenza in UK, avrei avuto diritto a guidare un’auto europea per sei mesi, ma la residenza dovevo spostarla e non potevo permettermi di restare senza auto per settimane.

Scartata l’idea di portare l’auto dall’Italia, abbiamo pensato di acquistarne o affittarne una, ma questa volta erano i costi alti ad annullare qualsiasi beneficio del vivere fuori città.

Abbiamo quindi deciso per Londra, ed è iniziata la mia vita di commuter in metropolitana e treno. Ho riposto la patente in un cassetto e rispolverato i libri, contenta dell’opportunità di sfruttare quelle due ore al giorno per svagarmi un po’. In fondo la macchina non mi serviva: casa e ufficio sono a meno di dieci minuti a piedi dalle rispettive stazioni, e per tutto il resto c’è la home delivery.

Non fosse che, nel giro di pochissime settimane, mi sono accorta che nel mio lavoro l’auto è quasi fondamentale.

Passi la necessità di essere spesso in posti diversi nello stesso giorno. Le ore di commuting da due diventano spesso tre o quattro, ma si possono usare per telefonare, mandare mail e leggere un altro capitolo. Il vero problema sono gli orari, spesso ben diversi da quelli d’ufficio, che richiedono una flessibilità che la metropolitana non dà. Non avrei mai pensato di dirlo, ma una prima corsa alle cinque e mezza del mattino per me è decisamente troppo tardi. E 17 pounds di Uber, anche solo una volta a settimana, sono decisamente troppi per una che ancora investe tutto il poco che guadagna.

Ci pensavo spesso, al fatto che avrei dovuto incominciare a guidare. Ma il non avere una macchina, l’essermi appena trasferita, il lavorare anche il weekend e l’approccio a una burocrazia e a un sistema stradale tutti nuovi mi facevano continuamente rimandare. Aspettavo il momento perfetto, quello in cui le altre fonti di stress sarebbero già diventate abitudini e la prima gita in macchina sarebbe stata una leggera scampagnata, che avrei affrontato col sorriso e in automatico.

Finché non è successo: una mattina c’era da andare a prendere un oggetto fondamentale in Kent, a circa due ore di auto da dove mi trovavo. E l’unica persona con la patente presente in quel momento ero io. Ho tirato il fiato e ho detto okay, datemi le chiavi della macchina.

“Ma quale macchina? Devi usare il van!”

E prima che potessi protestare mi sono trovata seduta in un furgoncino nero, vecchio di vent’anni, con la guida a destra e una collega americana sul sedile del passeggero. Ufficialmente per aiutarmi col navigatore, ufficiosamente perché le insegnassi a guidare col cambio manuale. Esattamente l’idilliaca situazione tranquilla che avrei voluto ricreare.

Se c’è una cosa buona dell’avere avuto soprattutto amiche più grandi di me, è che ho imparato in fretta la lezione: la vita non è mai come te l’aspetti. Puoi protestare e cercare di opporti, oppure fare un bel respiro e seguire il flusso. Ho googlato come si dicesse “frizione” in inglese e siamo partite.

“Ok, you’re doing great, turn right at the next light.”

Ho girato a sinistra.

Cavolo, non avevo minimamente preso in considerazione il fatto che sono abituata a sentire indicazioni di guida solo in francese o italiano: la lingua in cui ho incominciato a guidare e quella in cui ho preso la patente. Mi ero preparata alla paura di guidare dall’altro lato, alla fatica di capire dove girare e di prendere le rotonde contromano, ma a quella di seguire le indicazioni in una lingua che non mi aspettavo ero proprio impreparata.

“Okay, relax, it’s going to be okay. Now turn right at the next light.”

Il semaforo successivo prevedeva la svolta in una strada strettissima e a doppio senso, già parzialmente occupata da un SUV nell’altra corsia. Ho girato talmente stretta che sono salita sul marciapiede. L’americana a quel punto era piegata dal ridere. Io mi sono detta che la terza volta doveva essere quella buona perché non potevo permettermi di non imparare o di mettere a rischio la vita di qualcuno. Ho pensato a quell’orrendo detto inglese “noi guidiamo dal lato giusto” e mi sono detta che se era quello giusto beh, ce l’avrei fatta. E bene. E subito.

E in effetti sono andata e tornata dal Kent senza problemi.

Da allora ho guidato tutti i giorni. Nel giro di una settimana ho affrontato Hyde Park Corner e una guida alle sei del mattino in una tempesta di neve, oltre ad aver fatto la mia prima spesa con auto da quando vivo in Regno Unito. Ho fatto qualche altro tête à tête col marciapiede, sempre in contesti in cui nessuno ha rischiato nemmeno di ferirsi. E ho ricominciato a guardare le auto in vendita: l’ anno prossimo farò il grande passo di avere anche io una macchina con cui guidare dal lato giusto della strada.

E perché sia giusta anche per il pianeta, la cercherò elettrica.

Elisa, Inghilterra

PS: Valentina Inghilterra ha detto una volta che è più facile imparare il polacco che riprendere a guidare. Io nel dubbio, quest’anno mi sono data anche l’obiettivo di imparare una nuova lingua!

Share with your friends

Related articles

Il nido vuoto? Forse si, forse no.

Esiste la sindrome del nido vuoto. Non sono sicura di…

amicizia
Amicizia a prova di fuso: le sfide dell’espatrio

Cos’è per voi l’amicizia?Più passano gli anni e più mi…

Oroscopo di Marzo 2025
Oroscopo di marzo 2025

Ecco l’oroscopo di marzo 2025 per le Amiche di Fuso!…

Hygge
Hygge – Il trend scandinavo per creare tranquillità e benessere

In un mondo sempre più stressante, il concetto di ‘hygge’…

Sfide trasferirsi in Australia
Foto di Michael Jerrard su Unsplash
Trasferirsi in Australia: 10 Sfide da affrontare

Trasferirsi in Australia è un’esperienza incredibile, ma – parlo per…

Ho 47 anni e ho le rughe

Ho 47 anni e sì, ho le rughe. Ho 47…

Due foto raffiguranti un area gioco per bambini con tappeti, cuscini, una tenda e vari giocattoli
Lunedì da Sanderson’s e l’imprenditorialità femminile ad Abu Dhabi

È lunedì mattina ad Abu Dhabi: i lavoratori si preparano…

montagna in inverno
Si può amare la montagna in inverno se non scii?

Io non scio e ammetto di non aver mai avuto…

rivedersi
Rivedersi dopo 5 anni

L’ultima volta che ci eravamo viste io e Drusilla era…

cane appena arrivato
10 anni in Australia
I nostri primi 10 anni di Australia

Il 15 Gennaio abbiamo festeggiato i nostri primi 10 anni…

Una settimana in vacanza a Rio de Janeiro

Due premesse fondamentali prima che vi inizi a raccontare quanto…

Tornare a casa dopo una lunga vacanza in Italia
Tornare a casa dopo una lunga vacanza in Italia

Com’è tornare a casa dopo una lunga vacanza in Italia?…

oroscopo di febbraio 2025
Oroscopo di febbraio 2025

Ecco per voi l’oroscopo di febbraio 2025! Il mese di…

In Marocco in montagna!

Il Marocco è una terra di contrasti, dove la bellezza…

Lascia il primo commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.