In questi miei anni in Australia ho avuto il privilegio di conoscere e parlare con tantissimi italiani arrivati qui vari anni fa. Tra le varie storie che ho letto e sentito raccontare, molte avevano in comune una cosa: molti di loro avevano dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana per avere quella locale. Ma facciamo un passo indietro.
L’emigrazione italiana in Australia ha radici profonde, che affondano nel XIX secolo ma hanno conosciuto il loro picco nel secondo dopoguerra. In quegli anni, centinaia di migliaia di italiani lasciarono la loro terra natia in cerca di un futuro migliore. Molti arrivarono con poco più di una valigia e la speranza di costruire una nuova vita in un continente sconosciuto, spesso affrontando discriminazioni, difficoltà linguistiche e lavori durissimi.
Questa ondata migratoria, pur essendo una delle più significative per l’Australia, porta con sé anche una pagina meno nota e decisamente controversa: per decenni, gli italiani che volevano diventare cittadini australiani dovevano rinunciare alla loro cittadinanza italiana. Una scelta forzata che oggi sembra assurda, ma che ha segnato profondamente intere generazioni.
Fino al 1992, l’Australia non riconosceva la doppia cittadinanza per gli adulti. Questo significava che gli immigrati italiani che volevano naturalizzarsi australiani, per avere gli stessi diritti degli altri cittadini (come il diritto di voto o l’accesso a determinati lavori governativi), dovevano ufficialmente rinunciare alla cittadinanza italiana.
L’Italia, da parte sua, aveva una legge altrettanto rigida: fino al 1992, chiunque acquisisse volontariamente una cittadinanza straniera perdeva automaticamente quella italiana. Questo portò a una vera e propria emorragia di cittadinanze, con migliaia di italiani in Australia che si trovarono, di fatto, privati della loro nazionalità d’origine.
Per molti, questa rinuncia non fu solo burocratica, ma un dolore profondo, un taglio netto con le proprie radici. Alcuni si sentirono costretti ad abbandonare una parte della loro identità, altri speravano che fosse solo una formalità senza conseguenze. In realtà, per molti di loro e per i loro discendenti, questa decisione ha avuto un impatto duraturo.
Oggi, fortunatamente, le cose sono cambiate. L’Italia ha modificato le sue leggi sulla cittadinanza e riconosce il diritto ai discendenti degli italiani emigrati di richiedere la cittadinanza italiana per jure sanguinis (diritto di sangue). Tuttavia, la questione è più complessa per i figli di quegli italiani che furono costretti a rinunciare alla cittadinanza per diventare australiani.
Secondo la normativa italiana, chi ha perso la cittadinanza italiana prima del 1992 può riacquistarla attraverso una dichiarazione di riacquisto (art. 13 della legge 91/1992) presso un consolato italiano o direttamente in Italia, stabilendovi la residenza per almeno un anno. Tuttavia, per i discendenti, il processo non è sempre così lineare e dipende da vari fattori, come la continuità della discendenza e le specifiche circostanze in cui il loro antenato ha perso la cittadinanza.
Un aspetto interessante è che chi è nato in Australia da genitori italiani che avevano ancora la cittadinanza al momento della nascita può avere diritto alla cittadinanza italiana. Ma se il genitore aveva già rinunciato alla cittadinanza italiana prima della nascita del figlio, la questione si complica.
Negli ultimi anni, sempre più australiani di origine italiana stanno cercando di riottenere la cittadinanza italiana, spinti non solo da un senso di appartenenza, ma anche dalle opportunità che essa offre, come il diritto di vivere e lavorare in Europa senza restrizioni. Tuttavia, il percorso per riottenere la cittadinanza può essere lungo e complesso, tra documenti da recuperare, certificati da tradurre e leggi da interpretare.
Alcuni gruppi di italiani in Australia stanno facendo pressione affinché il processo venga semplificato, soprattutto per i discendenti di coloro che furono costretti a rinunciare alla cittadinanza italiana a causa delle vecchie leggi. In un’epoca in cui le doppie cittadinanze sono sempre più accettate e valorizzate, ha ancora senso negare la cittadinanza a chi l’ha persa non per scelta, ma per necessità?
L’emigrazione italiana in Australia è stata una storia di sacrifici, lavoro duro e integrazione, ma anche di diritti negati e identità spezzate. Oggi, con il cambiamento delle leggi e una maggiore apertura alla doppia cittadinanza, molti italo-australiani stanno cercando di riprendersi ciò che è stato tolto ai loro genitori e nonni.
La questione della cittadinanza italiana per i discendenti degli emigrati è ancora un terreno complesso e a volte ingiusto, ma rappresenta anche un’opportunità per riallacciare i legami con la propria storia familiare. Se sei un italo-australiano e vuoi verificare il tuo diritto alla cittadinanza italiana, il primo passo è consultare il consolato italiano o un esperto in cittadinanza per capire quali possibilità hai. Perché, in fondo, la cittadinanza non è solo un pezzo di carta, ma il riconoscimento di un’identità che nessuna legge dovrebbe mai cancellare.
Nadia, Australia