Giulia sta per lasciare il nido. Stavolta il nido si svuota davvero! Due anni fa è stata la volta di Jacopo, mio figlio.
Giulia partirà per l’Università. E lo fa con una grazia tutta sua, forte, consapevole, determinata. Lo ha scelto con convinzione, passo dopo passo, e se lo è davvero sudato con tutte le sue forze. Alla fine, ripensandoci, non sono così sorpresa della sua scelta ed ero piuttosto certa che non avrebbe cambiato idea come, per esempio , è successo a mio figlio. Questa scelta le calza a pennello!
E io? Io sono qui, divisa tra l’orgoglio e un’inquietudine leggera, quella dei giorni che precedono una rivoluzione silenziosa ma attesa, in qualche modo pianificata e di certo voluta pienamente da me e mio marito.
Giulia mi somiglia, in quel suo modo deciso e gentile di voler aiutare gli altri. Ma lo fa a modo suo, con studio, rigore, e non solo per istinto o affetto. La guardo e rivedo una parte di me, più lucida, più preparata. E mi sento serena, perché la sua strada nasce anche da quello che le abbiamo trasmesso.
Ripenso a tutto il suo percorso, e mi sembra ieri.
La vedo ancora, piccolissima, ricciolina, il primo giorno d’asilo a Madeira, con appena due anni e mezzo e la manina stretta a quella di Jacopo, suo fratello. Poi, un anno dopo, la materna in Croazia: aveva solo quattro anni e mezzo e uno sguardo un po’ disorientato. Parlavano tutti una lingua incomprensibile e anche se “ Ma si sono bambini, si adatterà” la lingua è fondamentale per potersi esprimere, comunicare ed essere accolti!
A nemmeno sei anni è entrata in una prima elementare fatta per bambini di sette. Una scelta coraggiosa, ma necessaria: la vita che ci aspettava chiedeva flessibilità, e lei si è adattata, sempre, ma non senza qualche scossone e sin da piccola ha provato a risolversela ma poi le mie braccia la sorreggevano sempre. Cosa altro puoi fare se non abbracciare tua figlia?
Ad Abu Dhabi, la scuola inglese è stata per lei un porto felice. Finalmente la gioia piena di sentirsi nel posto giusto. Poi i tempi bui in Arabia Saudita, dove non riusciva a riconoscersi, e dove – come madre – l’ho vista cercare un modo per essere sé stessa in un contesto che non le somigliava. In quel periodo imperava il Covid. Vorrei non avere ricordi, come molti di noi credo, di quel lungo tempo sospeso.
Oggi Giulia è una giovane donna che vola verso il suo futuro.
E io? Io resto qui, in una casa che piano piano si fa più vuota.
Con Jacopo già lontano e Giulia pronta a partire, inizia un tempo nuovo anche per me. Per me e mio marito che ci inventeremo nuovi inizi.
Di certo vivo a mille le emozioni di questo periodo che è fine ed è inizio.
A Giulia non lo dico spesso, ma di sicuro lei lo sa che è il mio capolavoro!
Credi in te Giulia e …spacca!
Valeria, Il Cairo