Il 25 agosto ho lasciato mio figlio a New York, con un sorriso stampato in faccia stile Joker. Cerimonia di benvenuto, discorsi commoventi, canti… sembrava tutto bellissimo, finché la Preside, con una tranquillità spiazzante, ci annunciava “È ora di salutare i vostri figli.”
Scusi? Cosa intende per “salutare”? Non ero pronta! E così, quel sorriso da Joker è rimasto incollato mentre una cascata di lacrime scorreva – un misto di commozione e shock che solo io (e qualche altra mamma sudamericana dal cuore caldo) abbiamo avuto il coraggio di sfoggiare.
Un paio di gin tonic dopo, mi sono ripigliata.
Il giorno dopo sono tornata a Dubai: 12 ore di volo, 8 ore di fuso e una vita da ricomporre.
Ed ecco cosa ho imparato in questi primi mesi di distacco, con una famiglia che è passata da quattro a tre.
1. Il saluto è la parte peggiore. Dopo, una volta tornata alla routine, il cuore smette di fare così male. Vita e lavoro riprendono, e piano piano tutto sembra più leggero.
2. La tripla chat di famiglia. Ora hai tre gruppi WhatsApp – “noi 4,” quello con “io, Tommy e papi” e infine “io, Giulia e papi,” chiamato “la Gang.” Ogni gruppo con la sua dinamica, e stiamo cercando di ricostruire un equilibrio familiare, anche se siamo un po’ sparpagliati.
3. Pazienza e notifiche fantasma. Devi educare (leggi: arrabbiarti con) quel figlio maschio che non si fa mai vivo! Capisco la filosofia “no news, good news” ma vivi nella mia città preferita e fino a ieri ti accompagnavo a scuola… mandami qualche messaggiooooo!
4. Orgoglio a distanza. Scopri di aver fatto un buon lavoro (o forse disastroso?) perché quel ragazzino che non aveva mai fatto una lavatrice, ora si occupa della pulizia, della spesa e ti manda foto fiere.
5. La fiducia è d’obbligo. Ti fidi anche sulle piccole cose e lasci che impari dai suoi errori. Tipo quando esce solo con la felpina con -10 gradi e poi si ammala… la mamma ti ha sempre detto di coprirti per un motivo, non per sport! Lesson learned.
6. La sua felicità è tutto. Ogni volta che lo vedi sorridere o entusiasta, la nostalgia si dissolve. Vederlo felice, libero e realizzato è qualcosa di incredibile.
7. Addio pregiudizi sui “viziati”. Crescendo a Dubai, questi ragazzi sanno adattarsi al mondo, altro che viziati e disadattati!
8. Il distacco è più duro prima che accada. La vera crisi l’ho avuta anni fa, quando ancora era al liceo, perché anche noi mamme abbiamo bisogno di adattarci gradualmente a questi cambiamenti.
9. Le amiche sono angeli custodi. Al tuo ritorno, scopri che le tue amiche ti guardano con la coda dell’occhio, pronte a sostenerti, ascoltarti e a farti sentire meno sola.
10. Preparo già il prossimo al lancio. Ora tocca a mia figlia (fra un paio di anni), e mi illudo di essere pronta… ma ogni figlio è un mondo a sé e mi aspetta un’altra avventura da affrontare!
Extra punto. Una parte di te torna a sentirsi giovane, anche in coppia. Cominci a fare piani di vita solo per voi due, con i figli sparsi per il mondo. E, onestamente, questa nuova prospettiva mi entusiasma moltissimo.
Forse, tra qualche anno, quando passeremo da “nido semi-vuoto” a “nido vuoto,” scriverò un post melodrammatico in stile Mario Merola. Per ora, però, vi dico che questo strappo si sente, ma è uno strappo dolceamaro, che apre nuove avventure.
Laugh, live & drink wine
Elena
P.S.: Tra qualche anno probabilmente troverete il mio shop su Etsy, dove venderò improbabili lavori a crochet o quadri orribili. New life, nuovi hobby improbabili da “empty-nester”! Stay tuned!