Espatrio Vivere all'estero

Di dove sei?

di dove sei
Written by Nadja Australia

Ogni italiano che vive all’estero conosce bene questa domanda. “Di dove sei?” All’inizio sembra innocua, un tentativo di iniziare una conversazione. Ma dopo averla sentita per la centesima volta, inizia a suonare come un disco rotto. È una curiosità genuina o un sottile segno di razzismo?

Ho avuto questa discussione con degli amici tempo fa e il gruppo era ben diviso. Una parte di noi considerava la domanda interessante e un segno di attenzione. Gli altri invece la additavano come una forma di malcelato “insulto” verso l’accento e il modo di fare. Come a dire: è chiaro che non sei del posto, da dove vieni?

Curiosità o Pregiudizio?

La verità è che la domanda “di dove sei?” può avere molte sfaccettature. Alcune persone la chiedono per sincero interesse culturale. Magari hanno visitato l’Italia una volta e vogliono condividere le loro esperienze di aver mangiato la pasta a Roma o di un giro in gondola a Venezia. Oppure stanno solo cercando di rompere il ghiaccio con un nuovo collega o vicino di casa.

Dall’altra parte, c’è chi usa questa domanda come un modo per mettere l’altro in una casella, per evidenziarne la diversità. Invece di vedere la persona davanti a loro come un individuo con una storia unica, la vedono solo come “l’italiano”. Questo tipo di mentalità può portare a stereotipi e pregiudizi.

La Prospettiva Italiana

Per noi italiani, il concetto di appartenenza è complesso. Siamo fieri delle nostre radici, che siano sarde, lombarde, toscane o calabresi. Ma quando viviamo all’estero, il nostro senso di identità diventa una medaglia a doppio taglio. Da un lato, ci piace raccontare del nostro paese e delle nostre tradizioni; dall’altro, non vogliamo essere ridotti a semplici cliché.

Molti addirittura rinnegano la propria nazionalità per vari motivi e l’essere costretti a dire la propria provenienza crea disagio e nervosismo. Ne ho conosciuti vari, sapete, di italiani che non parlavano nemmeno più la linguae non la insegnavano nemmeno ai figli. Pensate quanto difficile per loro possa essere dover rispondere a: “Di dove sei?”.

E se pensiamo ai nostri figli? Cresciuti in giro per il mondo, che magari parlano la lingua ma non hanno mai vissuto in Italia. Come possono rispondere a quella domanda?

La Reazione del Paese Ospitante

Eppure, non possiamo ignorare che la domanda “di dove sei?” nasce spesso da una genuina curiosità. Vivere in un mondo globalizzato significa incontrare persone di ogni parte del pianeta, ed è naturale voler sapere di più su di loro. Forse la chiave sta nel modo in cui rispondiamo e nel modo in cui continuiamo la conversazione.

Forse, invece di irritarci, potremmo vedere questa domanda come un’opportunità. Invece di limitarci a dire “sono italiano”, potremmo aggiungere qualcosa di personale, qualcosa che ci definisce davvero. Che so:

” Sono Nadia, italiana della Sardegna. Sono in giro per il mondo da un pò e sono arrivata in Australia da 5 anni. Le nostre spiagge sono più belle.”

NOOOO SCHERZO cosi si litiga.

Riproviamo: “Sono Nadia, italiana della Sardegna. Sono in giro per il mondo da un pò e sono arrivata in Australia da 5 anni. Hai mai visitato l’Italia?”

In questo modo, non solo rispondiamo alla domanda, ma apriamo la porta a una conversazione più profonda e significativa. E senza litigare.

Ironia e Stereotipi

E poi, diciamocelo, gli stereotipi hanno anche un lato divertente. Quante volte abbiamo sentito frasi come “gli italiani sono tutti bravi in cucina” o “tutti gli italiani sono romantici”? Certo, sono generalizzazioni, ma a volte possono essere usate con un po’ di ironia per rompere il ghiaccio.

Per esempio, potremmo rispondere alla domanda “di dove sei?” con qualcosa del genere: “Sono italiana, quindi sì, amo la pizza e la so anche preparare. E non solo, posso gesticolare per ore senza stancarmi. E tu, da dove vieni? Anche voi avete qualche gesto tipico?”

Ovvio, se si parla di stereotipi divertenti come questi. Per gli altri (mafia, mandolino, Berlusconi etc), non credo che la conversazione possa andare avanti. Risponderei forse in modo tagliente e interromperei il discorso. La vita è troppo breve per perdere tempo con i cretini (si può dire cretini? Forse in questo caso si).

L’Importanza dell’Empatia

Alla fine, la chiave è l’empatia. Dobbiamo capire che non tutti quelli che chiedono “di dove sei?” lo fanno con cattive intenzioni. Molte persone sono davvero curiose e vogliono conoscere meglio chi hanno di fronte. E dobbiamo anche ricordare che, come italiani all’estero, portiamo con noi un pezzo di cultura e di storia che può arricchire le vite degli altri.

La domanda “di dove sei?” può essere fastidiosa, ma può anche essere un’opportunità per connettersi. Dipende da come scegliamo di rispondere e di proseguire la conversazione. Possiamo vederla come un modo per educare e condividere, o possiamo lasciare che ci infastidisca e ci chiuda. La scelta è nostra.

E ricordiamoci, alla fine, che ogni conversazione è una strada a doppio senso. Se rispondiamo con apertura e un pizzico di ironia, possiamo trasformare una domanda banale in una connessione autentica. E magari, la prossima volta che sentiamo “di dove sei?”, risponderemo con un sorriso e una storia da raccontare.

E voi, di che team siete?

Nadia, Australia

Foto di Francesca Tirico su Unsplash

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Author

Nadja Australia

Espatriata per lavoro ormai più di 15 anni fa, con mio marito abbiamo vissuto in Serbia, Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,Peru, Argentina e adesso Australia! Con noi due bimbi globetrotter che ci accompagnano nella nostra pazza vita girovaga!Il nostro mantra? Home is not a place, it's a feeling! Con la Sardegna nel cuore, viviamo dove ci porta il lavoro e ci godiamo ogni piccola cosa che i paesi ospitanti ci offrono con l'entusiasmo della prima volta!

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