Espatrio

Traslochi internazionali

Written by Diletta Brasile


Come si organizzano i traslochi da un continente all’altro


Se mi avessero detto da piccola che avrei fatto cosi tanti traslochi mi sarei fatta una grossa risata. Credo sia una delle esperienze più faticose che ti possano capitare, seconda solo alle ristrutturazioni. Ne aveva già parlato la nostra Monica qui diversi anni fa.


Tutti noi abbiamo fatto almeno un trasloco nella vita. Messo via in grandi scatole pezzi di vita, ricordi, abiti desueti e nostalgia. 
Io nella mia ne ho dovuti fare davvero tanti, troppi direi . Parliamo di una decina. E non dieci/venti scatole. Parliamo di centinaia di colli che insieme alla mia famiglia hanno cavalcato le onde di diversi mari. 


Un trasloco internazionale segue regole diverse da quelle nazionali perché oltre capire il numero dei colli accumulati, serve gestire l’annosa burocrazia delle dogane. 
Ogni stato ha regole diverse e tiene conto delle regole del paese che spedisce ma soprattutto del paese ricevente. Oltre a questo bisogna tenere conto della cittadinanza del titolare del container. 


Direi che la spedizione fai da te è praticamente impossibile per diverse ragioni.  Per prima cosa, il container tocca porti sempre diversi a seconda del momento, del traffico marittimo, degli accordi tra spedizionieri. Seconda cosa non trascurabile è il modo in cui i pacchi, colli e quant’altro devono essere imballati. Ci si può occupare di mettere via le cose personali qualche tempo prima ma non si possono chiudere le scatole e sigillarle.  Soprattutto l’imballaggio e la messa in sicurezza di alcuni pezzi di mobilia passano per processi assicurativi prestabiliti. Specchi, mobili preziosi, opere d’arte, tavoli in cristallo devono essere tutti protetti in casse di legno per garantirne un trasporto sicuro e non soggetto a danno ( ed eventuale rimborso ).


Alcuni traslochi internazionali sono pagati dalle aziende che richiedono il trasferimento del dipendente. In questo caso occorrono tre preventivi. 


Gli addetti alla spedizione internazionale visitano la casa diverse settimane prima del trasloco e con un sistema onestamente impenetrabile stabiliscono la quantità orientativa dei colli e quindi la grandezza del carico.

Le giovani famiglie expat partono quasi sempre con venti piedi, quelle come la mia quaranta e oltre . 
Del resto sono vere e proprie case che girano per il mondo. Non si tratta solo di vestiti e giocattoli ma di divani, letti, pagelle e fotografie accumulate in anni e anni di vita. 
Nella maggior parte dei casi viene scelto il preventivo più basso ma comunque, giusto per darvi una idea orientativa il costo di un trasferimento di merci può variare tra i 15.000 dollari a 25.000 dollari. 
Questi importi vengono ripartiti tra chi imballa, chi trasporta, spese portuali, dazi doganali, chi consegna a destinazione. Capite bene come il processo  sia ben complesso e duri diversi mesi. 


Per esempio, cone molti di voi sanno sto per trasferirmi in Brasile dagli Stati Uniti. A questo giro, avendo i figli che studiano fuori all’università abbiamo sdoppiato i containers e, approfittando del rimpatrio in Italia del più piccolo dei miei figli, mandato un carico di libri, abbigliamento e qualche altra cosa che non ci servirà più nel nostro appartamento italiano. 


Oggi mentre vi scrivo siamo a metà agosto. Il container spedito in Italia, partito il 31 maggio è arrivato a destinazione il 22 Luglio. Del container destinato al Brasile invece , sempre partito il 31 maggio, non abbiamo alcuna notizia. 


Le destinazioni che prevedono un rimpatrio nel paese d’origine sono sempre le più semplici. Innanzitutto perché la documentazione è meno tignosa ma anche perché se sei cittadino AIRE che sposta la residenza in Italia ti vengono abbonati i dazi doganali.


Nel 2010 vivevo in Venezuela e fui trasferita in Brasile. Per una serie di vicissitudini che mi crea scompenso solo ricordare ricevetti la mia roba spedita a Luglio 2010, solo a Maggio 2011 e per di più con tutti i divani tagliati sotto la seduta per un controllo antidroga da parte della dogana locale  piuttosto invadente e disprezzante. 


Quando mi trasferii a Parigi invece fu tutto abbastanza rapido ( due mesi ), cosi pure trasferimi a Houston con l’unica angoscia delle muffe. Ad un’amica argentina, avevano bruciato il container per la presenza di muffe sospette. L’assicurazione l’aveva ripagata del danno ma le sue lacrime erano strazianti per quel pezzetto di vita dato a fuoco per disposizioni locali.

 
Questo per me dovrebbe essere il penultimo trasloco. Dopo di che appenderò le scatole al chiodo e se tutto andrà bene inizierò godermi la vita stanziale che molti definiscono noiosa e ripetitiva. 

Io invece ne ho un po’ bisogno, credetemi. 

Diletta, tra Houston e Rio

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Author

Diletta Brasile

In uno strano mix di curiosità, poesia e resilienza, da quasi vent’anni giro il mondo con la mia famiglia. Tre continenti, otto paesi, due figli e un cane che si sono uniti strada facendo.
Lingua che arriva dritta al punto e cuore tenero e generoso. Appassionata, schietta e carismatica, amo cucinare se sono nervosa e andare a teatro se sono felice.

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