Temperature rigide, una scarsa qualità dell’aria e una grande quantità di traffico. Sono questi
i principali motivi che hanno reso l’inizio della mia vita in Corea un po’ più complicata e
sfidante. Certo, il fatto di essermi trasferita all’inizio dell’anno, proprio nel bel mezzo del
temibile inverno coreano, probabilmente non ha aiutato.
Quanto freddo fa a Seoul? Tanto!
Quando ho saputo che ci saremmo trasferiti a Seoul, a gennaio, non sono stata molto
contenta. Infatti, mi è bastata una veloce ricerca su google per confermare quello che giÃ
sapevo. A Seoul d’inverno fa freddo, tanto freddo. Per la precisione la temperatura media
a gennaio è di -4 gradi (ma si può arrivare tranquillamente anche a -20).
E no, non è tanto l’umido perché, per fortuna, quello coreano è un inverno secco e
soleggiato, si tratta proprio del clima glaciale.
Temperature sotto lo zero implicano non solo la necessità di un guardaroba adeguato
(abbigliamento heat tech e giacconi lunghi fino ai piedi qui sono un must) ma cambia anche
lo stile di vita dei coreani. Meno tempo all’esterno, più spostamenti in macchina (se
possibile) e lunghe giornate in mall pieni di qualsiasi comfort.
La mascherina non passa mai di moda
Il freddo, però, non è il solo motivo per cui i coreani passano meno tempo all’aria aperta
durante l’inverno. Un altro problema non trascurabile è infatti l’inquinamento atmosferico. Il
clima secco e la scarsità di pioggia, infatti, aumentano questo problema fino al punto che
capita di ricevere dei messaggi che invitano i cittadini ad evitare attività all’esterno a causa
della scarsa qualità dell’aria.
Anche le scuole, spesso, hanno un sistema per monitorare i livelli di inquinamento in base ai
quali si decide se i bambini possono uscire per l’intervallo.
Se provate a chiedere ai coreani il perché di tanto inquinamento, probabilmente nella loro
risposta tireranno in ballo la Cina. Sicuramente la vicinanza con questo Paese che non
eccelle in tema di sostenibilità ambientale ha un suo ruolo, quello di cui però raramente
sentirete parlare è la responsabilità interna, ad iniziare dall’enorme traffico per le strade di
Seoul.
Allacciate le cinture e mettetevi comodi
L’ultimo fattore che mi ha messo in difficoltà all’inizio di questa avventura coreana è stato
proprio il traffico. Ho perso il conto delle ore passate in fila per andare da un lato all’altro
della città , ma anche un week end fuori porta ha i suoi rischi. La scorsa estate, ad esempio,
con la speranza di poterci godere tre giorni al mare, abbiamo impiegato più di 5 ore per fare
ben 150 km. Qua, comunque nessuno si stupisce, anzi, il sentimento che prevale è un misto
tra accettazione e rassegnazione. Infatti, tutto ciò avviene nonostante i mezzi pubblici,
soprattutto qui a Seoul, siano davvero efficienti, capillari e poco costosi. Eppure, i coreani
preferiscono ancora usare l’auto che rappresenta ancora uno vero e proprio status symbol
all’interno della società coreana.
Certo, non per tutti questi problemi hanno la stessa rilevanza. Infatti, la nostra prospettiva
sulle cose dipende anche dalle nostre esperienze passate. Deve essere per questo che la
mia amica ha risposto alle mie lamentele sul traffico dicendo: “ A me non sembra così male
sai, a Roma è molto peggio!”.
Beatrice, Seoul