“Sei più bella di quello che pensi” è il titolo di un video pubblicitario del brand Dove. È una pubblicità di 11 anni fa, ma ancora viene citata come una delle campagne più potenti mai fatte da un’azienda.
Uno dei protagonisti del video è Gil Zamora. Nella vita è un’artista forense specializzato negli identikit al servizio della giustizia.
Nel video è seduto davanti ad un cavalletto da pittore con una matita in mano. È coperto da una tenda bianca e non può vedere in viso le donne che entrano nella stanza una alla volta. Nemmeno loro possono vedere lui.
Gil Zamora rivolge ad ognuna delle domande sull’aspetto del loro viso. “Parlami dei tuoi capelli” o “Qual è il tratto distintivo del tuo viso?” e così via. Le donne capiscono che lui sta facendo loro un ritratto, ma non sanno perché. Sanno solo che poco prima gli è stato chiesto di fare conoscenza per un breve tempo con un’altra donna.
Non sanno che poi Gil Zamora chiederà alle donne appena conosciute di descrivergliele a loro volta. Gli domanderà ciò che le ha colpite di più della persona appena incontrata. Alla fine Gil avrà quindi di ogni donna due ritratti: uno di come loro si vedono ed un altro di come una persona appena incontrata le vedono.
I due ritratti verranno messi vicini e fatti vedere ad ogni donna. Il risultato sarà sempre lo stesso. Il disegno del viso fatto alle donne seguendo le loro auto descrizioni, mostrerà un viso più brutto, cupo, teso. Quello eseguito con le descrizioni delle donne appena incontrate mostrerà un viso più bello, sorridente, aperto. E anche più somigliante.
La reazione delle donne quando vedono le differenze dei due ritratti è commovente. Perché capiscono che le altre donne hanno colto nei loro visi elementi molto gradevoli che loro non hanno nemmeno menzionato.
Il messaggio è: “C’è una grande differenza tra come ti vedi e come ti vedono gli altri. Sei più bella di quello che pensi.”
Qui puoi vedere il video completo di Sei Più bella di quello che pensi:
Il brand Dove non è nuovo a questo tipo di pubblicità. Anzi, questo video appartiene ad una campagna, Real Beauty, la bellezza vera, che va avanti dal 2004 con pubblicità che hanno fatto anche la storia della pubblicità.
L’azienda parte da dei dati reali raccolti tramite una ricerca che ha coinvolto circa 3000 donne di 10 paesi diversi. Questi i risultati:
- Solo il 2% delle donne si descrive come belle.
- Il 63% concorda che la società si aspetta che le donne migliorino la loro attrattiva fisica.
- Il 45% delle donne ritiene che le donne più belle abbiano più opportunità nella vita.
- Il 68% delle donne concordano sul fatto che “i media e la pubblicità stabiliscono uno standard di bellezza irrealistico che la maggior parte delle donne non potrà mai raggiungere”.
- Il 76% vorrebbe che la bellezza femminile fosse descritta dai media come qualcosa di diverso dalla semplice attrattiva fisica.
- Il 75% vorrebbe che i media utilizzassero donne di diversa attrattiva fisica, tra cui età, forma e dimensione.
Sono passati 20 anni da allora e mi sento di dire che le cose non sono migliorate molto. Nelle pubblicità continuano ad essere utilizzate donne bellissime ed in tanti ambiti della vita, essere belle aiuta.
Mi piace pensare però che qualche passo sia stato fatto. Che sempre più donne abbiano sviluppato quell’autostima che tanto è mancata al mondo femminile nel passato. Lo vedo in tante donne della mia fascia d’età, a metà circa del loro percorso. Ma lo vedo anche in tante giovani donne che studiano, si emancipano con la conoscenza e non si sentono seconde a nessuno.
Anche noi genitori abbiamo un compito importante in questo. E dobbiamo essere sempre più consapevoli del fatto che ogni frase che rivolgiamo ai nostri figli ha un peso. Quei “Sei sempre la solita”, “Perché non sei brava come tua sorella!” non sono solo delle frasi buttate lì senza valore, ma possono incidere sull’autostima dei nostri figli. Impariamo a scegliere le parole giuste anche come genitori.
E cerchiamo di comprendere, tutte, che dobbiamo essere noi per prime a piacerci ed amarci.
Niente rende una donna più bella della convinzione di esserlo.
(Sophia Loren)
Federica, Italia