Come ogni anno, abbiamo passato le vacanze di Natale senza tornare a casa. Le feste di Natale sono un momento estremamente delicato per la nostra famiglia: corrispondono ad un periodo di lavoro intensissimo per il papà, ma vacanze per i bimbi. Non è un momento in cui abbiamo mai considerato rientrare.
A meno che i nonni non ci vengano a trovare, siamo soli. Ora, ve ne avevo scritto in passato: non sono una fan del Natale, delle decorazioni, del fare l’albero né dell’atmosfera natalizia. Quest’anno però, con i bimbi in età di comprendere e apprezzare il momento, la venuta dei nonni e un marito che spingeva per fare finalmente un albero degno di questo nome, ho ceduto anche io, ed è stato un bellissimo Natale.
Semplice, con buon cibo, regali e regalino, buon vino, molto affetto. Ed è stato possibile anche grazie al fatto di vivere a Marrakech. Gli stranieri che vivono qui sono molti, i visitatori ancora di più, ma soprattutto il Marocco mi regala ogni giorno perle di apertura e comprensione dell’altro che mi scaldano il cuore, soprattutto in questi tempi difficili.
I negozi sono decorati, l’atmosfera c’è, e so che ai Marocchini stessi piace molto. Alcune famiglie, soprattutto quelle meno osservanti, fanno l’albero e si scambiano qualche regalino. Per loro non ha un significato religioso o spirituale, ma è una cosa carina. E che male ci sarebbe, poi?
Io stessa ho preparato pensierini e buste di soldi per il Capodanno Cinese. I Giapponesi vanno a cena in coppia la sera della Vigilia, come fosse una sorta di San Valentino. E così via.
Al supermercato si trovano panettoni, alberi, decorazioni, dolciumi vari. E non cominciamo a parlare di colonialismo, di compiacimento verso i turisti. Certo, anche queste sono motivazioni di cui potremmo parlare per ore, ma evidentemente non rappresentano un problema né offendono la popolazione locale. Altrimenti non avrei ricevuto cosí tanti auguri (così come io stessa ne farò alla festa dell’Eid, ad esempio) da non cristiani.
Insomma, è tutto così…semplice e naturale. Molto di più che in Qatar (per ovvi motivi), o in Cina e in Giappone, dove davvero il Natale era solo un’occasione in più per fare shopping e uscire.
Del resto, la Costituzione marocchina stessa ce lo dice. Nel suo preambolo, nell’ultima versione (del 2011) viene esplicitamente detto che il Regno del Marocco è uno stato sovrano e musulmano che intende preservare la sua unità integrale e territoriale nella sua pienezza, ma anche nella diversità: viene riconosciuta una convergenza di radici arabo-islamiche, amazigh e sahariane, nutrite da influenze andaluse, ebraiche, mediterranee, africane.
Viene detto apertamente quanto la preminenza ovvia che viene data all’Islam debba andare di pari passo con i valori di moderazione, tolleranza e apertura verso l’altro propri al popolo marocchino.
E questo, sempre pensando alle tempeste che infuriano intorno a noi, è stato davvero un piccolo, grande regalo di Natale per me.
Veronica, Marocco