” L’amore è un’ energia rivoluzionaria che sconvolge abitudini, famiglie e vite. Quando non lo fa, è perché non c’è “.
Lo avevo letto un po’ di tempo fa sul Corriere della Sera. Credo scritto da Gramellini, ma la verità è che avrei voluto scriverlo io.
Perché la mia vita e immagino la vita della maggior parte della gente si è sempre mossa al ritmo più o meno cadenzato dell’amore.
A questo ritmo alternato di struggimento e gioia, attesa e speranza io e tanti di noi su questo blog hanno aggiunto un elemento in più: la longitudine.
La longitudine, il fatto di vivere a differenti orari rispetto ai nostri affetti cambia tutto. Perché devi ridistribuire il tempo in modo diverso, perché devi concentrare le tue attenzioni in un orario ridotto, perché mentre dormi l’altro vive, lavora, studia, può stare male o gioire e tu scoprirlo solo tante ore dopo.
Gli amori di fuso sono tanti. I miei amori di fuso tantissimi.
Mia madre e mio padre.
Ho rischiato di perdere mia madre durante la pandemia, mentre ero costretta oltre oceano da un malefico decreto. Ho rischiato di non vederla mai più. Ho provato l’angoscia di svegliarmi la mattina e trovare un messaggio nefasto, ho razionalizzato il dolore, ho pianto molto. Chiamo i miei genitori ogni giorno alla solita ora, la mattina presto quando porto Lola a spasso. Di solito li becco mentre pranzano, commentiamo quello che mia madre ha cucinato o visto in tv la sera prima. Loro mi parlano utilizzando il viva voce, io invece lo detesto perché sento molto male, ma mi permette di ascoltare entrambe le voci e ho capito che questo in fondo mi rassicura. Supplico di non fare bravate e di non salire sulle scale per fare chissà che, gli ricordo che alla loro età non possiamo permetterci cadute, che tra poco torno per le vacanze. Loro contano i giorni, io faccio finta di no.
Poi c’è mia sorella.
Abbiamo sei anni di differenza, io sono la più grande, ma lei è la mia guida. Non ho mai conosciuto una donna così trasversale. Sa fare tutto: l’idraulico, l’infermiera, la videomaker, la risolutrice di problemi oltre ad essere mamma lavoratrice e moglie, sorella e amica di tutti. Con lei non riesco a parlare tutti i giorni. Spesso ci inseguiamo, mai ci perdiamo di vista. A volte ci mandiamo un fugace messaggio per dire : sei libera ? Sto incasinata, urgente? Era solo chiacchiera.
Quella chiacchiera che è tutto e niente. Che attraversa fusi e distanze. Che unisce e lenisce momenti di profonda nostalgia.
Poi, sempre lontano, sempre a tante ore di fuso ho il mio primo figlio all’Università.
La sua stanza qui a Houston è ordinata da mesi, nessuno ci entra più. Anche il cane ha capito che non vive più con noi. Continuo a comprare avocadi per abitudine, ma ormai non li consumiamo più come prima. La bottiglietta dell’aceto in glassa è ferma all’ultimo avocado toast di fine agosto. Il bucato si è ridotto, non confondo più mutande e magliette con quelle del fratello. Lo sento ogni giorno, vorrei poterlo abbracciare quando al telefono sento che è stanco, quando ho la presunzione di pensare che qualcosa preparata da me lo consolerebbe. Invece lui fa bene uguale anche senza di me, io sono molto orgogliosa e glielo dico. Vorrei gridarlo al mondo ma lui mi dice sempre : mamma non ti permettere. E allora mi consolo con quella foto in salotto che è bella da morire e mi ricorda un momento felice quando stava progettando il suo futuro, nessun fuso ci divideva ma io sapevo che il tempo insieme stava per scadere e nonostante tutto morivo di gioia.
Ecco poi gli amori speciali, amici, zii, cugini, che occupano una parte fondamentale del mio cuore. Loro sanno, ognuno di loro sa perfettamente quale.
Facciamo biglietti aerei e programmi per sentirci meno lontani. Usiamo questo balsamo per gestire la promessa del prossimo abbraccio. Io prometto di tornare, loro di aspettarmi.
I ricordi e il nostro vissuto ci aiutano a mantenere vivo questo amore. Sono l’ancora che getto quando sono in tempesta e che mi permette di trovare la rotta quando sono in balia di me stessa. Che mi fa tornare al porto quando mi sento persa.
Ogni tanto mando una foto, spesso ricevo messaggi con scritto : ti sto pensando. A volte mi commuovo, chiudo gli occhi e poi sorrido.
Alcune volte il fuso ci allontana, perdiamo qualche pezzo di vita. La distanza fa anche questo. Si insidia nei ritmi già molto affannati e complicati della vita. Mi consolo pensando che sarebbe stato lo stesso se avessimo vissuto tutti sotto la stessa ora, a pochi chilometri lontano. Che un po’ è vero, ma chi lo sa davvero.
Se sono qui a fare ogni tot numero di anni il giro del mondo è perché tanti anni fa ho fatto una scelta d’amore, rinunciando a quello che sarei potuta essere o diventare. L’ho capito ormai da un po’ che sono destinata agli addii e che dei saluti dolorosi non mi sarei liberata mai.
Che mi mancheranno sempre pezzi d’amore che lascio ad ogni passaggio. Che quando sono qui, mi manca lì ma che anche quando sono lì, c’è quel vissuto che è la mia vita ora che in fondo mi nutre, mi rassicura e che mi ricorda che poi al netto di tutto “ Nessun luogo è poi così lontano”.
E che questa, lontano, è la mia vita.
Diletta, Houston
Bellissimo questo tuo post. Alla fine ne ho dedotto che tu sei lontana da chi ami ma non sei sola e questo non è sempre così. Si può essere a due passi dai nostri amori e sentirsi soli oppure no ma in ogni caso la lontananza aiuta ad essere più consapevoli di quanto sono importanti i momenti passati con chi si ama.
Solo una considerazione. Ho due figlie meravigliose, collante di tutta la nostra famiglia. Cosa potrei chiedere di più dalla vita. Tre nipoti il mio futuro.Due generi speciali. Sono grato alla vita di tutto quello che mi ha regalto