Se siete Expat (o anche studenti fuori sede eh) , avrete quasi certamente, almeno una volta (o poche ore) sofferto di “homesickness“.
Homesickness: ‘A feeling of intense sadness and longing caused by absence from one’s home or native land.’
In poche parole: nostalgia di casa dovuto al vivere lontano dalla propria casa o dalla propria terra natia.
Io alzo la mano e lo dico senza vergogna: ne ho sofferto e ne soffro spesso. Vivo all’estero da molti anni. Sono stata bene, benissimo, meno bene, lontana da casa. Mi adatto davvero facilmente nei posti dove poi mi sistemo. Ritrovo la mia routine, mi creo gruppi di amici, trovo la mia confort zone. Ma ogni tanto, cosi, per colpa di una canzone, un profumo, una foto o chissà che mi ritrovo a farmi le famose domande esistenziali tipo: MA CHI ME LO HA FATTO FARE?
Insomma, oggi sono qui per voi a provare a darvi qualche consiglio per affrontare la nostra vita lontani da casa con poca e sana nostalgia ma senza rovinarci l’esperienza!
- È tutto normale. Voi direte: ma che consiglio e’? Ve lo dico io: quello più importante. Diffidate da chi vi dice che la vita lontani da casa è tutto rose e fiori. Può anche essere uno schifo. Ogni nostro sentimento è solo nostro ed è normale. Accettiamolo. Lavoriamoci. Piangiamo. Ridiamo. Affrontiamolo, soli o con un aiuto. Ma sappiate che tutti, prima o poi, anche se non lo ammetteranno mai, soffrono per la lontananza (da casa, dagli affetti, dal cane, dal maritozzo a colazione). Normalizziamo i sentimenti e esprimiamoli senza paura.
- Diamoci da fare. Vivere chiusi nel bozzolo e piangerci addosso non è il modo migliore per affrontare la nostra nuova vita. Si può fare per un po’, sicuramente fa bene sfogarsi (soli o in compagnia) ma poi USCIAMO a vedere il mondo esterno. Troviamoci un hobby, un lavoretto, facciamo una passeggiate nei dintorni, incontriamo persone con i nostri stessi sentimenti o che ci sono già passati. Abbiamo la fortuna di vivere in un epoca in cui grazie ai social possiamo incontrare e conoscere nuova gente con un solo click. Basta demonizzare i potenti mezzi di comunicazione! Bisogna solo saperli usare.
- Creati il tuo spazio. Va bene rimuginare sulla nostra vita precedente. Va bene che tutto all’inizio ci dia fastidio perché diverso da quello a cui siamo abituati. Ma poi stiamo male e la vita è troppo breve per rimuginare su quello che potrebbe essere: creiamocelo. Non ti senti a casa? Ricreati il tuo piccolo angolo. Investi tempo e soldi (non ce ne vogliono troppi, fidati) decorando il tuo nuovo nido con cose familiari (foto, quadri, oggetti). Non è tanto, ma è un inizio, no? Poi piano piano trovati anche all’esterno qualcosa che diventi la tua nuova routine. Un bar, un parco, una faccia amica! Andrà meglio.
- Prenditi cura di te. Sembra banale, ma non lo è affatto. Un trasloco (o un espatrio) è tra le esperienze più stressanti al mondo. Fidatevi. Può essere che siate sovreccitati per l’avventura, felici del cambio e quindi pieni di energia. Ma poi, ad un certo punto, l’adrenalina va via e voi sarete svuotati e stanchi. Coccolatevi, rilassatevi, fate sport, prendetevi delle ore per voi. Questo momento può arrivare anche dopo anni che state fuori. Per questo io cerco di ritagliarmi sempre del tempo per me, anche se sembra non mi serva. Arriverà il momento del down ma io sono pronta, con il mio spazio.
- Fai una bucket list. Ogni paese ha qualcosa di interessante da offrire. Magari non è il museo o l’arte. Magari non ha spiagge o natura incontaminata. Ma qualcosa c’è. Leggete. Informatevi. Chiedete. Fate una lista di quello che vorreste vedere o fare. Magari temporale, cosi che siate impegnati fino al prossimo viaggio verso casa. A me aiuta molto “avere da fare”. Può essere anche: bere un caffè con amiche o fare la camminata Bondi- Manly (prima o poi la faro’, giuro).
Insomma, ci sono tanti modi per affrontare la nostalgia di casa e ognuno trova la sua dimensione, ma parliamone, chiediamo aiuto, ridiamoci su, piangiamo insieme. Home is not a place, it’s a feeling. Facciamo in modo allora che questo sentimento sia positivo e portiamocelo dietro ovunque nel mondo!
Nadja, Australia
Per me che sono in Australia da poco più di 10 anni la cosa più difficile sono le amicizie. È stato praticamente impossibile riuscire a incontrare una nuova amica. Le donne australiane non mi si filano. Sarà che non ho figli e qui come ben sai fanno bambini giovanissime e poi tutto ruota intorno alla famiglia. E comunque quando un incontro speciale deve capitare non è neanche mai dovuto a ciò che fai o non fai, capita e basta. In Australia non capita. Mio marito ha molte meno difficoltà a incontrare amici che poi frequentiamo insieme con le rispettive compagne ma fra noi non scatta mai la scintilla. In Europa sono certa che avrei più chances. Quando abitavamo a Sydney poi era pure peggio. Comunque il tuo consiglio funziona, crearsi un ambiente familiare , uscire ed esplorare, fare sport, passeggiate, andare a visitare musei ecc… però una bella amicizia è cosa ben più difficile da creare ed è anche il miglior antidoto ai down.
Capisco benissimo. Non so se dipende dal paese, ma il tuo discorso e’ chiarissimo. Io ho vissuto 5 anni in Romania e non ho avuto nessuno da chiamare “amica”. In alcuni posti e’ piu complicato che in altri. In Sud America era tutto piu simile a quello che conoscevo. Alla fine come dico spesso, il posto può essere ovunque ma le persone che incontriamo fanno il “piu”! Se passi da Sydney fai un fischio!