#expatimbruttito

In un mondo di Kim Kardashian, tu fai un po’ come come vuoi.

Written by Veronica Marocco

…sì, sto proprio dicendo questo: in un mondo di Kim Kardashian, tu fai un po’ come vuoi. Semplice, no? Ed invece, a quanto pare, siamo bombardate da questo tipo di comunicazione.

Questo post nasce dalla visione di una serie di meme sui social media che mi hanno dato da riflettere. Cercando e leggendo, ho ritrovato un vecchio post scritto da Maura Gancitano in occasione della Giornata Internazionale della Donna del 2020.

In un mondo di Kim Kardashian, sii una principessa Diana. Una Marie Curie. Una Rita Levi Montalcini. E perchè, di grazia?

Capisco che chi posti questo tipo di contenuti lo faccia per creare una discussione, perché probabilmente pensa di far bene, o di offrire un contenuto educativo e di impatto alle giovani menti (femminili) che stanno leggendo. Queste sono le mie riflessioni.

Avete mai visto un meme che recitasse “In un mondo di Brad Pitt, sii un Enrico Fermi“? No, vero? Forse perché, nella vita, c’é chi fa l’attore, chi il parrucchiere, c’è chi fa il fisico e chi il medico. E giustamente nessuno vede dove sia il problema. Da sempre gli uomini scelgono la propria strada senza dover renderne troppo conto alla società. E non si sentono stupidi per queste scelte.

Non sono una fan delle sorelle Kardashian, e neppure le critico: semplicemente, fanno parte di quell’enorme numero di personaggi che non seguo perché non mi interessano (senza snobismo, sia chiaro: non mi interessa leggere neppure la maggior parte dei premi Nobel per la Letteratura, e neppure un sacco di materie scientifiche). Ma quel che è innegabile è che, se dalla loro immagine hanno tratto dei business milionari, creando linee di moda, di cosmetici, serie televisive, ispirando milioni di persone nel mondo, tanto ignoranti e volgari non devono essere.

Cosa dite? Hanno un team dietro che lavora per loro? Qualcuno, geniale marketer, le ha costruite? Rinnovo dunque la mia stima: saper scegliere gli esperti che lavorano per te e con te, per sostenerti in quello che non sei in grado di fare da solo, è segno di grande intelligenza.

Ok, non sei una geniale imprenditrice con un team di professionisti alle spalle, e non pensi di diventarlo. Semplicemente, ami truccarti, farti le foto, vestirti bene, comprare lo stesso modello di scarpe di Kim. Mi ripeto: dove sta il problema? Perché questa necessità di categorizzare sempre le donne in belle o intelligenti? Colte o burine? Anche qui, guardiamo alla nostra controparte, il genere maschile: qualcuno si pone forse il problema se essere un cultore di calcio e motori, oppure un sensibile poeta che piange al chiaro di luna leggendo Dostoevskij?

E no, non sei più femminista se ti vesti da suora laica con le Birckenstock (che tra l’altro è come mi vesto io, dunque anche qui, nessuno snobismo) e ti tagli i capelli alla Françoise Sagan.

Per non parlare di noi donne espatriate, che poi è il tema principale di questo blog: quelle che lavorano lasciano i figli alle tate! E quelle che non lavorano, beh, loro… hanno la bella vita. Inutile dire che probabilmente anche loro sono state sveglie dietro ad un bimbo con la febbre, o l’altro giorno hanno fatto esami medici per verificare un paio di cose di cui certamente non parleranno su Instagram. Oppure hanno una certa angoscia, perché a casa qualcuno non sta bene. Proprio come chiunque altro.

E qualora invece passassero davvero la vita tra grandi alberghi, caffè e colazioni con le amiche, palme e spiagge da sogno, con figli già grandi, bravissimi a scuola e che non si ammalano mai (questa purtroppo non sono io, ci tengo a sottolinearlo, ma magari un giorno succede anche a me), insomma, se quello che immagini fosse la verità…a te, cosa tolgono?

Ma soprattutto: dove sta il problema? Insomma, mi ripeto: in un mondo di Kim Kardashian, tu fai un po’ come vuoi.

Veronica, Qatar

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Author

Veronica Marocco

Amante dei viaggi e dei libri, con la mia laurea in Lingue e il mio lavoro in hotel, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'occasione di partire! Quello che non avrei mai immaginato invece, era partire dalla Francia per fare tappa ad Hong Kong, Tokyo, Taipei, Shanghai. Dopo un breve "Francia-bis", ripartire poi per Doha e, infine (per ora) Marrakech. Nel frattempo, da due siamo diventati quattro, e le nostre avventure non sono ancora finite!

2 Comments

  • Devo dire che condivido il tuo punto di vista e soprattutto hai ragione quando dici che a nessuno verrebbe in mente di dare lo stesso tipo di suggerimento ad un uomo famoso. A dire il vero a volte mi sorprendo di me che ancora non riesco istintivamente a paragonare i trattamenti che vengono riservati alle donne con quelli per gli uomini ma del resto io sono sempre stata piuttosto libera e ho preso il maschilismo imperante della nostra società come un dato di fatto e mi sono sempre impegnata più che altro a cercare di sfuggirgli piuttosto che cercare di cambiare le cose. Detto ciò però ho anche pensato che forse c’è una motivazione anche positiva sul perché si danno consigli del genere e quello che penso tradisce senz’altro il mio inguaribile ottimismo, e cioè che le donne sono ancora viste come una speranza, sono ancora in fase di evoluzione e quindi come con i giovani che hanno tutta la vita da vivere, i grandi danno consigli. Gli uomini ormai sono fossilizzati e sviluppati e da sempre privilegiati quindi nessuno si sente ispirato a fare commenti del genere. Così tanto per vedere le cose da un’altra angolazione. E comunque anch’io porto le orrende Birkenstock

    • Grazie per il tuo commento 🙂 sì, vorrei pensare anche io che alcuni di questi commenti vengano fatti perché le donne hanno ancora una enorme evoluzione da proseguire. Purtroppo a volte credo sia solo perchè sono ‘il secondo sesso’. Continuiamo a lavorare e a lavorarci… un abbraccio.

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