Espatrio Vivere all'estero

Il tempo e l’arte di lasciarsi andare

Written by Guest

Il tempo: la più grande risorsa che abbiamo. Tempo per amare, tempo per risollevarci, tempo per
apprezzare il tempo. Il tempo è denaro ma anche felicità personale e, per questo, scelgo sempre con attenzione a chi concederlo e a cosa dedicarlo.

Senz’altro non sono il tipo di persona che ama i ricordi, forse perché, nel mio caso, sono troppo forti e richiamano le tante versioni di me che ho dovuto lasciare alle spalle.
Una scritta su una vetrina mi ricorda Londra. Una melodia mi ricorda una passione vissuta tutta d’un fiato che il tempo ha portato via con sé e che tuttora riecheggia nell’aria.

Un soffio di vento mi ricorda quella fortissima sensazione di essere guidata nel mio percorso di crescita verso il traguardo successivo. Una carezza richiama l’altro lato di me e il mio corpo in piena che va. Un video di una giostra mi ricorda “il tempo delle cantinette” e la mia seconda famiglia riminese. Uno specchio mi ricorda quando, a 21 anni, mi guardavo crescere e osservavo i miei invecchiare, chiedendomi se sarebbero stati ancora lì al mio ritorno.
Il punto è che se vuoi costruirti un futuro, in qualsiasi periodo della tua vita, sei già in ritardo. E prima o poi quel momento di stallo arriva: all’improvviso ti fermi a guardare tutto quello che hai lasciato indietro. Attimo per attimo rivedi tutte le tue vite passate: i disastri che hai fatto ai capelli, le borse frantumate, le fughe in motorino, i lavori fatti all’estero, le certificazioni e i tutti i risultati raggiunti.
Per poi riguardarti allo specchio e trovarti a decidere, ancora una volta, quale strada intraprendere: la più rischiosa o la più battuta? Tutto dipenderà dai tuoi obiettivi, che siano gli stessi di sempre o che tu ne abbia di nuovi.
Ma adesso no, non mi volto più indietro e non mi chiedo più se sarò forte abbastanza da lasciare
andare e ricominciare a correre contro il tempo. Se il tempo mi rincorrerà, io andrò più veloce.
Perché il mondo è troppo bello per non essere visitato e ogni minuto è troppo prezioso per pensare al passato.

Ho voglia di novità, di suoni diversi, di amori più ardenti, di cibi afrodisiaci, di baci più
lenti. Ho ancora voglia di correre in bicicletta, di fermarmi in un parco a scrivere, di ballare fino a
tarda notte e nuotare all’alba, di sentirmi coccolata dai suoni della natura, di fare qualche sentiero in montagna e assaggiare l’acqua così fresca della sorgente. E che importa delle cene al ristorante, dei tacchi alti, dei top macchiati, del bon ton.
Raccolgo i frutti di quello che ho visto finora e metto tutto in valigia. Ho imparato che una cultura
viene spesso definita dalla forza dei suoi uomini e che, con loro, mi sono sentita forte anche io; che le responsabilità da assumersi non devono essere né troppe né troppo poche; che le sorprese sono importanti come è importante trovare qualcuno che sappia tirare fuori il meglio di sè; che i sogni di gioventù bisogna coltivarli e ingigantirli perché un giorno saranno quelli i ricordi migliori; che perdersi in un tramonto e lasciarsi andare è indispensabile tanto quanto il successo professionale.


Anche stavolta, prima di ripartire mi impongo un’unica regola: mai trovare il tempo per pensare.
“We all have our time machines. Some take us back, they’re called memories. Some take us forward, they’re called dreams” – Jeremy Irons

Grazia, Australia

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