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Settembre. Emisfero Sud. Primavera

settembre emisfero sud
Written by Manuela Sydney

Tre anni fa sono atterrata qui a testa in giù, senza conoscere nessuno, sciolta da ogni legame che non fosse quello con la mia famiglia.

E, pian piano, ho iniziato a incontrare gli altri, mi sono aperta a un nuovo scenario, ho imparato una nuova lingua, per la voglia di andare a fondo nelle conversazioni.
È bello pensare che i legami siano la nostra forza.
La nostra possibilità di crescita, la nostra esplorazione del mondo e del diverso.

Quando ci prepariamo per una vita fuori dai confini nazionali, siamo chiamati a considerare molti aspetti. Stiliamo liste, ci informiamo sulla vita sociale, sulla lingua, sulla vita lavorativa, sulla sanità e sulla cultura. Arriviamo pronti a confrontarci con nuovi codici interpersonali. Eppure… come è normale che sia, inevitabilmente, non prendiamo abbastanza in considerazione alcuni aspetti che si riveleranno di grande impatto.

Qui ho parlato un po’ del vivere il Natale al caldo. Le stagioni invertite, però, rappresentano qualcosa di molto più profondo e toccano corde intime e ben piantate dentro di noi. Settembre, più di altri mesi, mi sollecita delle riflessioni.

Settembre che, per tutta la mia vita, è stato un po’ il vero Capodanno, la ripartenza, la scuola, la fine dell’estate, l’uva, i golfini, l’arietta fresca di mare.

Ecco, settembre mi fa un grande effetto. Qui, nell’emisfero Sud, segna l’inizio della primavera.

Lo avevo già un po’ toccato con mano in Namibia, ma era diverso. Mi sentivo sempre un po’ in vacanza in Namibia. Qui a Sydney, invece, ho impiantato la mia vita e le stagioni invertite non sono più una cosa occasionale.

Se chiedo a mio figlio quando inizia l’estate, mi risponde: “Il 1° dicembre mamma.” E io sussulto.(Perché poi il primo dicembre e non il 21, ve lo spiego un’altra volta. Solstizi ed equinozi qui non vengono presi in considerazione).

Insomma, tocco con mano la soggettività di ogni cosa. Settembre può essere autunno o primavera e questo non scalfisce minimamente lo scorrere del mondo. Il mio compleanno a gennaio, che è sempre stato in pieno inverno, improvvisamente è nel cuore dell’estate. E, per molti, è la semplice normalità. È pazzesco quanto la realtà sia soggettiva. Non trovate? È banale quanto tutto, proprio tutto, sia relativo in modo lampante.

Settembre, per me, è sempre stato tempo di bilanci, di nuovi inizi e buoni propositi. Oggi settembre non profuma di cancelleria nuova, non profuma di barattoli di olio di cocco consumati dall’uso estivo, non ha il peso delle valigie chiuse, né il trambusto delle grandi pulizie per ricominciare meglio. Non è la cartoleria né le prime piogge, non è foderare i libri di testo, né tornare a lavoro. Non è iscriversi in palestra e non è i vestiti di mezzotempo che non bastano mai.

Settembre, oggi, è la primavera.
È il sole che si fa più insistente, è la sonnolenza che arriva piano, è la voglia di fermarsi al parco, è la giacca che ti porti per abitudine ma non serve più. Ha il sapore di un’aspettativa.

È ricordarsi di mettere in borsa la crema solare e credere che Pasqua stia per arrivare, per poi ricordarsi che no, non è aprile. Settembre è camminare con i piedi nell’acqua in riva all’oceano, ma ancora senza il costume. È pensare ai picnic da fare al tramonto, è comprare un paio di sandali.

Settembre non è castagne e non è prime zuppe. Non è la vendemmia, non è il piacere di rincasare presto. Non è le tisane fumanti. Oggi, settembre, sono le prove del gelato fatto in casa e le prime fragole. Aspettando le ciliegie e comprando le prime pannocchie.

Potrei andare avanti a lungo.

Ognuna di queste cose non è banale. Anche se lo può sembrare.
Ognuna di queste è un piccolo sconvolgimento del nostro mondo interiore.
Ognuna di queste è una piccola occasione per considerarci più vasti. Per allargare le nostre prospettive e sradicare le nostre certezze.

Alcune abitudini sono così profondamente incastonate in noi, che facciamo una grande fatica a considerarle da una prospettiva diversa. Pensiamo che non possano essere diverse da come sono. E, vivere a stagioni invertite, è davvero un esercizio utile per allenare la nostra elasticità.

Pensare a settembre come all’inizio della primavera ha un sapore dolce e amaro allo stesso tempo. Sento dentro l’istinto automatico del preparami alla ripartenza e poi mi ricordo che, invece, è il momento di lasciar andare lentamente le tensioni accumulate durante l’anno.

Una parte di me vorrebbe che settembre avesse, anche per i miei figli, il sapore dell’autunno e l’odore dei libri freschi di stampa (o quello del mercatino dei libri usati). Invece per loro significa l’ultimo trimestre di scuola, il rush finale, prima della pausa natalizia/estiva e prima di ricominciare l’anno (anche scolastico) a gennaio.

Insomma, mentre noi ci affaccendiamo a trovare il senso delle cose, mentre dibattiamo sui massimi sistemi, mentre facciamo di tutto per impegnare le nostre giornate, il senso della vita è lì, proprio lì, che placido aspetta di farsi scovare da noi.

The meaning of life is just to be alive. It is so plain and so obvious and so simple.
And yet, everybody rushes around in a great panic as if it were necessary to achieve something beyond themselves
. (Alan Watts)


BUON SETTEMBRE!! Che sia autunno o primavera, è comunque il momento perfetto per assaporare ciò che vale la pena assaporare: il nostro qui e ora. Il nostro presente.

Manuela, Sydney

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Author

Manuela Sydney

Sono una persona curiosa. Spesso i dettagli mi attraggono più dell’insieme. Amo viaggiare (e anche tornare). La mia passione più grande è il teatro. Ho due figli, sono calabrese, ma anche romana. Sono laureata in lettere con indirizzo teatrale e a Roma organizzavo eventi culturali. Ho fatto per 2 anni la spola tra Nigeria e Italia e per 4 anni tra Namibia e Italia.
Da qualche tempo vivo a Sydney con tutta la mia famiglia, studio naturopatia e lavoro in una radio!

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