Benessere

Forse ho imparato

ho imparato
Written by Federica Italia

Forse ho imparato, forse.

Ma, nel caso così non fosse, ci sono arrivata di sicuro molto vicino.

Forse ho imparato a vivere alla giornata, a godermi il momento. A non vivere continuamente nell’aspettativa del dopo.

Carpe diem. Cogli l’attimo. Sono passati 32 anni da quando questa frase di Orazio ha toccato l’anima di migliaia di ragazzi attraverso la bellissima interpretazione di Robin Williams nel film L’attimo fuggente.

Forse fin da allora io ho provato a coglierlo quell’attimo, ma non posso dire di esserci mai realmente riuscita. Allora avevo 17 anni. Ero nel pieno della mia giovinezza verso la fine del capitolo delle scuole superiori. Non sapevo ancora cosa avrei fatto della mia vita, ma già correvo dietro all’idea di quello che sarebbe arrivato. Di che piega avrebbe preso il mio cammino. Università o lavoro, non lo sapevo, c’era ancora tanta nebbia. Un’unica certezza: il mio voler diventare madre. Su quello avevo già le idee chiarissime anche se poi è successo tanti anni dopo, quando avevo ormai il doppio degli anni di allora.

Se ci penso, da lì è sempre stato un vivere nell’attesa. Chiusa l’infanzia e l’adolescenza, il mio futuro era tutto da costruire. Ho sempre vissuto pensando a quello che sarebbe arrivato dopo.

Aspiravo al grande amore, sognavo quella casetta in campagna dove avrei cresciuto i miei figli. Quando poi le condizioni ci sarebbero state tutte, io invece stravolgevo la mia vita con un cambio di lavoro ed il trasferimento in una città sconosciuta a 22 anni.

Dopo sono tornata a sognare un nuovo amore e, quando è arrivato e ho trovato una certa stabilità, sono tornati i desideri di prima. Correvo dietro alla mia idea di famiglia e intanto scoprivo, attraverso i primi viaggi oltreoceano, un nuovo mondo e nuovi desideri che prima non sapevo nemmeno di avere.
La mia mente aveva iniziato ad allargare i suoi orizzonti ed io ancora ero ignara che questo mi avrebbe portato lontano qualche anno più tardi. Sono rimasta di nuovo sola per mia scelta, perché non era più una vita abitudinaria che volevo, quella stessa vita che avevo sempre immaginato giusta per me.

Sono arrivati gli anni dei viaggi in solitaria, la trepidante attesa per ognuno di essi. È arrivato fortissimo il desiderio di una casa mia, non più a due, ma solo per me. Serate intere a fare conti per risparmiare, centinaia di annunci letti e tante case viste. Sempre in attesa che il mio sogno si avverasse. Con non poche difficoltà ci sono riuscita e finalmente ho avuto un nido mio, ma già la vita scompigliava le mie carte.

Un nuovo incontro, una convivenza quasi immediata e l’idea che la persona giusta fosse arrivata. L’arrivo per lui di una proposta oltreoceano, in Cina, e la mia spinta ad accettare. Sentivo il bisogno di afferrare una nuova vita.

L’adattamento, il costruire una nuova casa, il matrimonio, il primo figlio, tutto in meno di un anno. Poi il ritorno in Italia, ma lontano da casa, una nuova vita, la ricerca di un secondo figlio, lunga e disseminata di lacrime. La voglia di ritornare a vivere vicino agli amici, la ricerca della nostra casa in campagna e, il giorno stesso in cui abbiamo firmato il compromesso, una nuova gravidanza da non nominare nemmeno finché le settimane non fossero passate. Una nuova casa, il suo arrivo poi un nuovo trasferimento, di nuovo oltreoceano.

Un espatrio questa volta difficile, irto di problemi e pesantezza, ma si andava sempre e comunque avanti. Si guardava sempre al domani. A un nuovo viaggio, a un nuovo traguardo.

Un secondo ritorno in Italia che ci ha messo a durissima prova. Perché non sempre gli spostamenti sono senza traumi per i nostri figli. Una volta finiti i problemi, è arrivata la routine di una normale vita italiana. E sapete? Un po’ a me tutta quella adrenalina di nuove vite da vivere e tutto quel correre in avanti mi mancava. A volte mi sembrava di non avere più progetti da portare avanti e non riuscivo a godermi fino in fondo quello che avevo.

Poi è arrivato il covid e tutto è cambiato. Ho avuto l’immensa fortuna di non avere perdite, ma la mia vita è cambiata come quella di tutti. Sono cambiate le priorità, i ritmi, le dinamiche famigliari, la routine e tante altre cose che ognuno di noi ha vissuto.

Tutto questo lungo racconto per dire che il covid ha suscitato in me un cambiamento profondo e io, finalmente, ho imparato.

Ho imparato a vivermi il qui e l’ora. A stare ancorata al presente e a godermi i piccoli momenti di felicità. Ho imparato ad apprezzare tanto tutto quello che ho.

Il mio salone pieno di luce quando fuori c’è il sole, un mazzo di fiori di campo sulla mia scrivania, il prato del giardino ricoperto di margherite. Il calore del sole sulla pelle.

Le serate tutti nel divano a guardarci un film, stretti stretti, che il divano nuovo è più piccolo. I pranzi in veranda circondati di verde e di luce. Una bella cena preparata con cura, il tavolo di Pasqua con i servizi buoni anche se eravamo solo noi.

La nostra bruschetta preferita scoperta in un ristorantino di Marzamemi, che è diventata il nostro aperitivo più amato. Un calice di bianco, che ora che non si esce quasi più, fa girare subito la testa.

E che gioia, quando quel calice lo possiamo bere in compagnia di qualche amico. Che gioia rivedersi, sorriderci, ridere, parlare, parlare e parlare.

Tutte cose che sicuramente mi piacevano anche prima ma ora, che sapore che hanno! Il sapore della felicità. Mi sento qualcosa dentro, forse potrei definirlo come un certo senso di appagamento che prima non era così forte.

E allora mi dico che forse ho imparato. Ho imparato a vivere e gioire dell’adesso. E ne sono tremendamente felice.

Federica, Italia

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Federica Italia

6 anni vissuti fra Cina e Thailandia. Un figlio nato a Shanghai e uno in Italia. Con 11 traslochi all'attivo mi sembra di aver vissuto più vite. Guardo il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obiettivo della mia Canon. Adoro leggere e scrivere sui miei blog: Mamma in Oriente sulla Thailandia e My Travel Planner, il mio nuovo progetto dedicato ai viaggi!

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