Si sta come sospesi.
È proprio questa la sensazione di questi giorni. Viviamo come se fossimo in una perenne attesa.
Aspettiamo che ci vengano tolte tante libertà che avevamo riconquistato solo da pochi mesi. Alcune ce le hanno già tolte nei giorni scorsi e altre probabilmente ce ne toglieranno nei giorni che precedono la pubblicazione di questo articolo.
Ci hanno tolto quasi tutto ciò che è superfluo. Peccato che quel superfluo è ciò che “condisce” la nostra vita. Che la rende piena e ricca.
Ci hanno già tolto il piacere di cenare con gli amici. Di andare al cinema o a teatro. Di frequentare i luoghi dello sport.
Lo so che è una misura necessaria e che le cose non stanno andando bene. Ma questa volta pesa ancora di più della prima.
È come aver riassaporato la libertà dopo esserne stati privati per mesi e poi perderla di nuovo. Come tornare a non respirare.
Proprio ora che abbiamo imparato a caro prezzo ad apprezzare di più tante cose che prima davamo per scontate. Abbiamo capito quanto conta avere un famiglia vicina e anche quanto è pesante non poterla vedere.
E lo so che per tanti di voi che ci seguite dall’estero e anche per alcune mie amiche di fuso è ancora più dura perché non l’avete ancora vista la vostra famiglia. Ma credetemi che anche la riconquista e la successiva perdita non è cosa da poco.
Ho chiesto ai mie genitori di non venire più a trovarci perché con due figli che frequentano la scuola siamo comunque una famiglia a rischio.
Avevamo imparato anche il valore delle piccole cose. Il tempo passato con gli amici, preziosissimo. Il piacere di invitare a casa. Il piacere di andare in quel ristorante che ci è sempre piaciuto e che ci è mancato. La chiacchiera al bar o fuori dal campo da calcio di tuo figlio.
E, soprattutto, la bellezza di un abbraccio e di un sorriso. Che non è mica la stessa cosa incontrarsi senza toccarsi e sorridersi.
C’era tornata la voglia di esplorare e viaggiare. E io ero una di quelle che ha faticato a uscire di nuovo dal rifugio. Ma che appena l’ha fatto, ha sentito di nuovo esplodere dentro di sé la passione per conoscere nuovi luoghi. Sono fra quelli che non sono andati all’estero. Ne abbiamo così tanta di bellezza in Italia che non ce n’è stato bisogno. Si può viaggiare per molti mesi prima di averla vista tutta!
Mi sento un po’ così io che non sono una persona che programma i propri viaggi con largo anticipo. Posso immaginare che, per chi è abituato a prenotare tutti i viaggi con largo anticipo, non sia facile questo essere in sospeso.
È chiaro per me che è un ulteriore sacrificio che dobbiamo fare, ma stare così, come sospesi, è pesante.
Sarà che è anche cambiata l’ora e fa buio presto. Sarà che abbiamo davanti un intero inverno. Oppure che la brutta esperienza della didattica a distanza sembra sempre dietro l’angolo. Non so cosa sia, ma la sto prendendo peggio della prima.
E sono comunque una persona estremamente fortunata perché abbiamo un lavoro sicuro che non è a rischio, stiamo bene e non conosciamo nessuno che si è ammalato. Quindi mi sento anche un po’ egoista a esternare queste sensazioni, ma mi fa bene scriverne.
Mi aiuta a pensare che devo rimanere positiva.
Corro sul tapis roulant per mantenere il mio corpo allenato, mi occupo del giardino e faccio lunghe camminate nei boschi sulle mie colline. Perché stare nella natura rasserena. E quello, per ora, possiamo continuare a farlo ogni volta che ne sentiamo il bisogno.
Cerchiamo allora di sfruttare questi giorni che ci aspettano, meno pieni di vita, per riempirli con le nostre passioni. Nella prima quarantena abbiamo tutti sistemato la casa e cucinato come se non ci fosse un domani. Questa volta, dato che mentalmente ora sembra ancora più difficile, cerchiamo invece di alimentare le nostre passioni.
Io cercherò di lavorare di più ad un mio progetto personale, di studiare di più fotografia e di lanciarmi in piccole cose nuove. Ciò che sarà possibile.
Con le amiche di fuso vogliamo tenerci focalizzate ed attive. Vogliamo farvi compagnia il più possibile. E per questo abbiamo in mente tutta una serie di piccoli webinar e corsi gratuiti per voi che ci seguite con affetto.
Insomma, concediamoci di cullarci un po’ nello sconforto per queste nuove limitazioni alla nostra libertà, ma rimaniamo comunque mentalmente vivi!
Ognuno trovi il suo modo per farlo.
Federica, Italia
Le tue parole sono il riassunto perfetto delle mie sensazioni. Aggiungo che mi sembra di essere un imputato in attesa di giudizio, con in più l’amara consapevolezza che una volta condannato alla reclusione non c’è certezza sulla durata della pena. La sensazione è che, una volta che ci chiuderanno in casa, vivremo nella perenne attesa di capire quando saremo di nuovo liberi. Una proroga dopo l’altra.