Oggi vi proponiamo la testimonianza di Rosita, expat in Germania, che ci ha inviato questo articolo su come si sta vivendo la situazione coronavirus lì in questi giorni. A lei la parola.
E’ stata una doccia fredda questa epidemia che ha invaso il mondo in così breve tempo.
E pensare che dalla Cina è arrivata in Italia con pochi stop e la cosa lascia molti italiani sconcertati e inermi.
Noi che viviamo all’estero e abbiamo tra le mani un biglietto aereo cancellato, da rimborsare o ancora attivo, siamo col fiato sospeso aspettando che questo stop nazionale porti i suoi frutti, aspettando notizie o, meglio, augurandoci di non riceverne di negative in merito. Non ci aiuta del tutto sapere i nostri cari al sicuro nelle loro case e noi che solo virtualmente possiamo essere lì insieme a loro con una chiacchiera, qualche emoji e condividendo ragguagli in merito al virus.
Io vivo a Berlino. Qui la situazione è apparentemente sotto controllo. Giustamente la comunità italiana è allarmata e scambia un ragionevole stato di calma, ma consapevole, per menefreghismo o prevaricazione per salvaguardare l’economia dell’Europa.
Io sono fiduciosa, non voglio né elogiare né disprezzare metodi e modi di pensare, ma sarebbe da pazzi credere che qui ignorino il problema!
Nel frattempo, noi mamme in Elterzeit, in congedo per un anno, stiamo frequentando i nostri quartieri cercando di non spostarci con i mezzi pubblici e favorendo passeggiate nei parchi, anziché caffè nei centri commerciali.
E’ dura, i nostri bimbi hanno meno di un anno, ma sono in quella fase che vogliono esplorare e, fino a pochi giorni fa, stavamo già progettando di partecipare al Krabbelgruppe, stanze dove i bimbi vengono lasciati liberi a terra di rotolare, gattonare ed entrare in contatto tra di loro, sotto l’occhio vigile delle mamme che fanno due chiacchiere in tranquillità.
Anche se non ci sono direttive ufficiali con alcune amiche italiane ci siamo invece un po’ isolate, aspettandoci l’ondata del virus e volendo comunque difenderci dagli altri italiani che hanno ricevuto in queste settimane visite o che sono stati in Italia. Almeno riusciamo a rimanere in contatto passandoci notizie e conforto nei vari gruppi di Facebook o su Wapp.
Qualcuna è rimasta bloccata in Italia dopo l’avviso di ieri e ha visto cancellato il proprio volo e spera di trovare un’alternativa per rientrare. Qualcuna è rientrata da poco e non concepisce la ragionevole richiesta di superiori e colleghi di essere controllate prima di rientrare a lavoro. Ognuna di noi ha la propria opinione in merito, ma tutte, chi spudoratamente e chi velatamente, cerchiamo di chiedere la quarantena volontaria qualora lo stato Tedesco non la imponga. Siamo però fiduciose che il senso civico prevalga.
Aspettiamo e l’attesa ha preso un significato diverso nelle nostre vite e forse questo non cambierà più.
Rosita