E’ sabato mattina, una bella giornata invernale di sole a Shanghai, mi preparo per andare a fare la spesa all’ipermercato.
Chiamo un Didi dall’App del cellulare (è il nostro Uber) e mentre aspetto che arrivi indosso la mascherina, che mi copre naso e bocca, e i guanti di lattice.
Mi sento un po’ ridicola, ma questa è la prassi alla quale ci stiamo uniformando, perché questo non è un sabato qualunque: in Cina siamo nel bel mezzo di una epidemia, anzi di una pandemia.
Sono passati solo una decina di giorni, ma sembrano mesi: le prime notizie di una strana polmonite virale, le conferme della scoperta di una nuova forma di virus, il battesimo con il nome col quale lo conosce ormai tutto il mondo: 2019-nCoV, il Novel Coronavirus.
All’inizio sembrava una cosa da niente, poi i primi morti, i primi provvedimenti volti ad isolare Wuhan, la città da cui ha avuto origine e che si trova a circa 800km da Shanghai, i primi allarmi internazionali e l’inizio del fuggi fuggi generale degli stranieri.
Shanghai è una metropoli sempre viva, con un traffico di auto, motorini e pedoni incessante, i negozi sono aperti sette giorni su sette, puoi acquistare, mangiare, visitare, qualunque cosa quando vuoi.
Il Coronavirus ha sorpreso i cinesi proprio quando erano appena partiti per le vacanze del capodanno, quando tutti tornano a visitare le famiglie per l’unica volta nell’anno ed ha costretto tutti a prolungare queste vacanze e chiudersi in casa.
Perciò Shanghai ora sembra una cittadina di provincia la domenica pomeriggio.
Io vivo qui con la mia famiglia da cinque anni, qui c’è la nostra casa, il lavoro di mio marito, la scuola dei miei figli, la nostra vita e, per adesso, abbiamo deciso di restare finché sarà possibile una vita (quasi) normale.
I primi giorni anche a me è venuta la tentazione irrazionale di scappare via, ma la ragione ci ha tenuti qui.
E così passiamo la maggior parte delle giornate in casa, inventandoci modi per far passare il tempo, oppure facciamo delle passeggiate in bicicletta approfittando della mancanza di traffico, tenendo a bada l’ansia e vedendoci con gli amici per farci compagnia.
Siamo attenti alle norme igieniche che ci hanno consigliato ma non ossessivamente, siamo cauti ma speranzosi in una veloce evoluzione positiva, ma pronti a partire se dovesse essere necessario.
Io sono una un po’ fissata con il controllo, mi piace, anzi, mi serve pianificare, ho bisogno di sapere qual è la strada da percorrere, perciò questa emergenza sanitaria mi sta mettendo emotivamente alla prova.
Ma da subito l’espatrio mi ha insegnato ad accettare gli eventi e a capire che quasi mai puoi controllarli, perciò sono fiera di come sto affrontando, giorno per giorno, questa situazione inaspettata.
Al di là dei piccoli disagi nella gestione del quotidiano, quello che più mi sta disturbando, invece, sono le notizie che arrivano dall’Italia.
Nonostante i filtri e i controlli, anche da qui riesco a leggere i quotidiani e, quando sono in vena di masochismo, a guardare i telegiornali e quello che vedo mi lascia senza parole.
Mi sto vergognando di quella parte del paese che si sta dimostrando gretta, chiusa, egoista e inconcludente.
È ovvio che ci sono eccezioni virtuose, che rincuorano, ma non servono a cancellare l’immagine che traspare di una nazione che crede alle false notizie senza alcuno spirito critico, che compie inutili gesti eclatanti per mostrarsi efficiente ed è sempre pronta a trovare il colpevole piuttosto che la soluzione.
La comunità italiana di Shanghai è da sempre molto coesa, e ancor più in questo frangente e siamo tutti sconvolti e delusi da come la nostra Patria sta reagendo.
Quando è capitata l’occasione di discuterne con amici di altre nazioni, ho sempre difeso a spada tratta i pregi dell’Italia e degli italiani e i miei figli stanno crescendo consapevoli e fieri della loro identità nazionale, ma alcuni comportamenti di questi giorni, di cui ho testimonianza, sono indifendibili.
Mi duole molto constatare che l’ignoranza e la malafede stanno mietendo più vittime del virus…
Gaia Farinelli
Shangai
Sarebbe interessante venire a conoscenza di questi indifendibili comportamenti di cui hai testimonianza, cosi’ da starne alla larga !
Grazie.
Settimana scorsa, viaggio di lavoro: saliamo sull’aereo e accanto alla mia collega si siede una coppia di cinesi. Apriti cielo! Aveva letteralmente paura di prendersi il coronavirus… Io sono rimasta veramente senza parole…
Sarebbe interessante se potessi continuare a tenerci aggiornate!
Grazie per il tuo post!