Ed eccoci qua! L’estate sta finendo ed un anno se ne va… ed è tempo di ‘ritorni’!
Stiamo chiudendo le valigie, mentre gli altri ancora sguazzano al mare sui materassini, stipiamo cibo e ‘indispensabili’ in bagagli sempre più colmi del previsto, controlliamo le carte d’imbarco, facciamo l’ennesimo conto alla rovescia di quante ore prima dobbiamo svegliarci per andare in aeroporto … perché ci siamo, ormai e’ tempo di tornare “a casa”!
Torniamo a “casa”, al nostro letto, alle nostre cose, alla nostra routine, ma questa idea ora non mi rasserena, né mi alleggerisce, sento un peso.
Certo i ritorni di tutti noi hanno un sapore diverso, molto dipende dal dove vai, chi ritrovi, chi lasci indietro, quanto stai bene nel luogo dove ritorni, ci sono milioni di sfumature in questo uguale passaggio.
Ma per quel che mi riguarda, che si torni in mete “dorate” come furono per noi la California o Londra o in quelle meno facili come ora è l’India, quella sensazione di amaro in bocca mi rimane sempre…
La transizione del salutare i nostri cari, gli amici, la “facile routine” che si riconquista in fretta in territori a noi noti con gli anni diventa sempre un po’ più difficile da gestire.
Forse conta anche il passare inesorabile del tempo per tutti, ogni volta che rivedi i tuoi cari, di 6 mesi in 6 mesi, se non di anno in anno, non si può fare a meno di notare ogni nuovo segno sul viso, ogni più piccolo cambiamento, realizzando che di fatto non li hai mai visti accadere.
Non si riesce, però, nemmeno a tornare indietro, a invertire la direzione di marcia perché non si è più gli stessi di quando si è partiti, il ritorno è di fatto un limbo: torni, ma in realtà vai avanti inesorabile fra qualche certezza e molti dubbi.
Si arriva poi a casa e si sta bene, si ritrovano le proprie cose, i propri spazi, alcuni degli amici che abbiamo lasciato e che sono felici di rivederci, ma adesso che sto ripartendo immaginare tutto ciò mi consola solo parzialmente.
Ma non importa dovrò farci un po’ il callo a questo nodo in gola e scrollarmi di dosso questo senso di malinconia e limbo interiore che avverto, e’ tempo di sedersi sulle valigie e chiuderle in qualche modo ed essere ottimisti.. è comunque sempre un nuovo inizio e questo groppo in gola si scioglierà come ogni volta alla frontiera!
Buon rientro a tutti!
Monica- India
Bellissimo articolo. Semplice ma molto molto vero. Sei stata capace di esprimere con poche parole concetti in cui credo si possa ritrovare ognuna di noi. Grazie e buon rientro a “casa”.
Grazie Alessandra, sei gentile!
Quel “groppo in gola” quando si ritorna, qualsiasi sia il motivo, ce lo abbiamo un po’ tutti mi sa! 😉
Monica…..fantastico il tuo percorso e la tua vita…io…il “groppo in gola” ..non non ce l’ho proprio quando lascio l’Italia e torno a Gozo…anzi…provo un forte malessere /disagio/inadeguatezza quando vengo in Italia , dove ho tre figli….una madre di 94 anni , e una marea di amici strettissimi e compagni di fede (sono buddista da 16 anni)…e mi si riapre il cuore solo quando l’aereo comincia a sorvolare la mia isoletta…e mi emoziono e penso…sono a”casa”..sono uno spirito libero…i figli sono grandi ..ho 68 anni…quando ho voglia di vedere tutti è facile risolvere il problema…finora ogni volta che andavo ci stavo un mese ..ora basta…è decisamente troppo…credo che due settimane ..siano più che sufficienti…un abbraccio Monica!
Monica, giuro che invidio questa tua bella leggerezza nell’affrontare la tua vita e godersela proprio come desideri tu… tutti dovrebbero farlo… gli spiriti liberi sono stupendi! Ciao, Alessandra
Scusa ho sbagliato il nome… sei Gabriella! Sorry…
E gia’… a volte e’ proprio difficile gestire tutte queste emozioni cosi’ contrastanti ma poi realizzi che fanno parte della tua vita e devi viverle… e quel “groppo in gola” impari a gestirlo.
Quanta verità! Buon 2017!
Assolutamente vero, i primi tempi quando facevamo avanti e indietro almeno 2 volte l’anno per entrambi i voli mi chiedevo “sto andando o sto tornando?”. Da qualche anno lo so “sto andando” in Italia “sto tornando ” a casa in Australia anche se alla fine Melbourne non sarà mai casa come Roma è il posto dove ci sentiamo in pace.
A Roma andiamo poco, colpa delle 24 ore di viaggio e che amiamo visitare posti nuovi, ci metto anche la paura, avendo già perso il mio papà ho sempre il terrore che sia l’ultimo abbraccio quello che darò a mamma e lo vedo nei suoi occhi che lo pensa anche lei quando ci salutiamo, quindi da codarda resto lontana.