Era il 2 ottobre 2011.
Dalla grande e caotica Roma mi ero trasferita nella piccola e (più o meno aggiungerei, col senno di poi) tranquilla Viterbo per l’università. Una scelta indubbiamente particolare, e anche spesso contestata da amici e conoscenti (“ma con tutte le università che ci sono a Roma, perché te ne vai?”).
Da un lato non potevo dar loro torto: stavo lasciando la capitale d’Italia, dove avevo amici e famiglia e avrei potuto vivere a costo zero presso i miei genitori, per una cittadina di sessantamila anime, in cui non conoscevo assolutamente nessuno, e in cui avrei dovuto affrontare i costi da studentessa fuori sede. Quindi via ad una vita di pasta in bianco, termosifoni spenti, e vodka del discount.
Dall’altro lato, però, non mi stancavo di spiegare che il motivo per cui volevo spostarmi era proprio quello. Ero stanca di Roma, così immensa, col suo traffico, le grandi distanze da una zona all’altra, il caos, il rumore, le solite facce, i soliti posti, i soliti “ahó”…
Avevo voglia di qualcosa di nuovo e da quando avevo “casualmente” visitato Viterbo pochi mesi prima (virgolettato perché non è stato affatto un caso, c’era di mezzo una grossa cotta adolescenziale, ma non è questo il momento per soffermarvisi altrimenti questa parentesi non la chiudo più), insomma, da quel giorno mi ero messa in testa che era proprio lì che avrei studiato.
Le stradine del quartiere medievale di San Pellegrino, i piccoli negozi del centro storico, le mura tutt’intorno, la promessa di una vita più semplice… tutto questo mi aveva conquistata fin da subito. Per non parlare di quando ho visitato l’università della Tuscia con i suoi chiostri medievali e quell’atmosfera che fa tanto un misto fra Hogwarts e un convento uscito da un romanzo francese antico (e io ho letto i libri di Harry Potter circa quindici volte, e sto prendendo un dottorato in letteratura francese, quindi immaginate il fascino che poteva esercitare su di me!).
Insomma, il 2 ottobre 2011 ho fatto le valigie, ho caricato la macchina dei miei genitori della serie famiglia Brambilla in vacanza, e sono partita alla volta della mia nuova vita. Certamente non si trattava di un espatrio, o di chissà quale lontananza: con pochi euro di biglietto e un’ora e mezza di treno, inclusi i quindici minuti canonici di fermata in mezzo al nulla nei pressi di Anguillara, ero a Roma e potevo tornare tutte le volte che volevo.
Ma per la me diciannovenne fresca di diploma che non sapeva nemmeno bollire l’acqua per fare la pasta o far partire la lavatrice sicuramente era un cambiamento bello grosso!
Kundera, nell’Insostenibile Leggerezza dell’Essere, diceva “Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi”. Ebbene, una delle più grosse coincidenze della mia vita riguarda il mio appartamento a Viterbo.
Un paio di settimane prima di quel 2 ottobre, tramite un’amica di mia mamma, avevo trovato un alloggio a Viterbo. Era una bella stanza in un appartamento antico del centro storico, condiviso con la proprietaria, anch’essa studentessa. Tutto sembrava stabilito: avevo visionato la stanza, parlato con la ragazza, ci eravamo accordate che mi sarei trasferita a fine mese e che avrei mandato il deposito tramite bonifico nei giorni successivi.
Il giorno dopo, però, la ragazza mi chiama dicendomi che una sua amica si era fatta avanti per avere la stanza, e che si scusava molto ma preferiva darla a lei, conoscendola già. Ricordo ancora benissimo la mia delusione e la mia sensazione di sconfitta, nonché di paura che non avrei trovato un altro alloggio prima dell’inizio delle lezioni. Se ci penso adesso mi viene da sorridere, considerando quante case ho cambiato, quante porte in faccia ho ricevuto, e quanti contratti di affitto ho firmato negli anni successivi!
Comunque alla fine sono – ovviamente – riuscita a trovare un’altra sistemazione all’ultimo minuto: una stanza singola in un appartamento condiviso con la bellezza di cinque studenti americani e una studentessa francese. Un tale sovraffollamento era per me motivo di incertezza riguardo questo alloggio, ma i tempi stringevano, e poi la casa era bella, ristrutturata da poco, ed esattamente di fronte l’università, al punto che una volta mi svegliai alle 9.03 per un esonero che doveva iniziare alle 9 e andai a farlo indossando il cappotto direttamente sopra il pigiama di Alice nel Paese delle Meraviglie (e incredibilmente lo passai).
Così ecco che quel 2 ottobre 2011 prendevo possesso della mia nuova stanza, sistemavo il mio nuovo letto e i miei cuscini, appendevo fotografie alla mia nuova parete, infilavo i libri negli scaffali, e spingevo con forza i miei vestiti nel nuovo armadio per farceli entrare tutti.
Ora, la coincidenza di cui ho parlato vi sembrerà poca cosa, no? In fondo una casa vale l’altra, certo vivere con una sola ragazza sarebbe stata un’esperienza molto diversa che vivere con sei studenti internazionali, ma nel grande schema delle cose, cosa sarebbe cambiato davvero?
Ve lo dico io: TUTTO! In pratica, la mia intera esistenza.
Eh già, perché quel 2 ottobre 2011, e in quella casa, ho conosciuto il mio futuro marito.
Chiaramente se me lo avessero detto in quel momento avrei riso fortissimo, e invece, come tutte le storie assurde che si rispettino, il mio coinquilino americano, quello che quando sono rientrata a casa la sera del 2 ottobre dopo essere stata in giro per Viterbo con i miei genitori è emerso dal buio e dal silenzio della sua camera facendomi prendere un colpo, e che al mio conseguente urlo considerando che era in mutande ha chiuso la porta e ha fatto riemergere la mano e un occhio per presentarsi, cinque anni e due mesi dopo me lo sono sposato, a Las Vegas!
Quindi sì, nonostante Viterbo si trovi in Italia, il mio paese, e sia una piccola città di provincia non lontana da quella di mia provenienza, direi che posso considerarla a tutti gli effetti la città in cui la mia vita da expat ha avuto inizio.
Ovviamente, tra quel 2 ottobre 2011 e oggi, ne sono successe di cose… Ma magari ve le racconterò in un altro post!
Giorgia, Las Vegas
Sì! Sì! Vogliamo il seguito! Alla fine mi sono chiesta “E ora? Quali altre avventure avrà vissuto?”.
L’incontro con il futuro marito è magico!
Ora viviamo a New Orleans, dove sto facendo un dottorato di ricerca 🙂
Che costa fantastica, anche io ho conosciuto mio marito per una pura coincidenza, una sera decisi di andare al compleanno del collega (sconosciuto) di un mio amico. Restìa fino all’ultimo se uscire o meno (‘ma dai, non posso andare al compleanno di uno che nono conosco! no dai, non vado, e invece ok, andiamo) alla fine, sono andata!’ E niente, il migliore amico dello sconosciuto festeggiato ora è il mio consorte. Ora però non vediamo l’ora di conoscere tutte le altre vostre storie 🙂