Appena atterrati a Shanghai, ce ne siamo resi conto: senza WeChat, in Cina, non si può stare. Già mentre cercavo informazioni sulla città tramite i vari gruppi su Facebook, me lo avevano detto: scaricati subito su WeChat, senza quello non puoi scriverti con nessuno.
Ma di cosa parliamo quando nominiamo questa app per smartphone che ormai spopola in Cina, e attraverso la quale si fa praticamente tutto?
WeChat nasce nel 2011, creato dalla Tencent, una società cinese. Inizialmente utilizzato come applicazione di messaggistica istantanea (una sorta di Whatsapp, dal quale prende anche il colore verde), oggi sembra essere indispensabile per vivere nelle città della Terra di Mezzo.
Con WeChat, come abbiamo detto, si messaggia: si possono anche fare chiamate, condividere foto e file, registrare messaggi vocali. Come un vero e proprio social, si possono anche condividere quelli che si chiamano Momenti, cioè fotografie personali con didascalia, e la possibilità di mettere una sorta di Like e commentare sotto quelle degli altri. Ovviamente ci sono chat di gruppo.
Tramite WeChat moltissime aziende hanno una propria pagina, molto spesso molto più frequentata che la sua gemella on line. Questo, anche alla luce del fatto che WeChat è praticamente l’unico servizio di comunicazione che funziona sempre, comunque, dovunque nel paese.
Con WeChat si paga, si fa la spesa, si fanno ordinazioni al ristorante: questo grazie alla funzione WeChat Pay, un vero e proprio wallet elettronico, collegato ad un conto bancario (che deve essere cinese). Questo ha fatto sì che chi, come me, ancora non lo usa per tutta una serie di motivi, venga guardato con meraviglia: dei soldi in contanti!
Ovviamente le carte sono qui accettate ovunque, ma ovviamente non nei piccoli negozi locali…vengono accettati il denaro sonante e WeChat (oltre al suo collega Alipay). Insomma, è davvero facile che la vecchietta che vende frutta e verdura nel minuscolo negozio sotto casa vi chieda di fare lo scan del vostro QrCode e di autorizzare il pagamento attraverso il vostro smartphone.
Ovviamente il principio vale per tutto: pagare per le biciclette pubbliche, il taxi (che prontamente tira fuori anche lui il suo Qr), il caffè, la metropolitana (passando il telefono sopra il lettore ai tornelli), lo stipendio della signora delle pulizie, il corso di danza o di musica dei bimbi… anche a distanza. Basta essere amici su WeChat (e difatti questa applicazione, a differenza di Whatsapp, dove comunichiamo con persone che effettivamente conosciamo ed incontriamo probabilmente nella nostra vita reale, prevede che ad un certo punto ci si ritrovi con centinaia di contatti…mai visti).
In alcune caffetterie e catene di ristoranti è poi possibile ordinare dal proprio tavolo, senza dover fare la coda, tramite la app, e ovviamente, una volta terminato l’ordine, pagare il conto.
I pro? Ovviamente, la comodità. Per moltissime persone, è prassi uscire solo col cellulare in mano.
I contro? Nessuno, per carità, anche se grazie (o per colpa) di WeChat, qui sono ancor di più che altrove col naso perennemente dentro al proprio smartphone.
Veronica, Cina