Pearl e May sono sorelle nella Shanghai degli anni Trenta: sono giovani, carine, vengono da una famiglia benestante e fanno le modelle per la pubblicità. La città brulica di commerci, attività, sale da ballo e da tè: sono gli anni delle concessioni straniere e si respira aria cosmopolita.
Le due sorelle hanno uno stile di vita sorprendentemente libero per l’epoca: escono, rientrano tardi, sono ragazze moderne che parlano inglese e frequentano la Shanghai by night.
Ma la spensieratezza ha una battuta d’arresto improvvisa: il padre di Pearl e May perde tutto a causa del suo vizio per il gioco, ed è costretto a venderle come spose ad un ricco cinese d’oltremare (emigrato cioè in America) per i suoi figli.
Mentre le due cercano una via di fuga per evitare questo matrimonio imposto, i Giapponesi invadono la città (la famosa Battaglia di Shanghai del 1937) e la situazione degenera nel caos, costringendo Pearl, May e la loro madre alla fuga attraverso la Cina, nella speranza di arrivare a Hong Kong.
Questo è solo l’inizio di una storia ricchissima: violenza, orrori della guerra sino-giapponese, la vita dei Cinesi emigrati negli Stati Uniti, in una California agli albori della sua fama…
Nonostante il cognome, Lisa See è cinese solo per un ottavo: ma questo ottavo ha avuto un grandissimo impatto nella sua vita, nei suoi romanzi.
Le ragazze di Shanghai non è un capolavoro, talvolta i personaggi mancano di uno spessore vero, sembrano incoerenti. La storia è a tratti davvero troppo romanzata, eppure l’ho apprezzato e lo consiglio. Grazie a questo libro infatti ho imparato molto sulla storia della città, ho ripassato un bel po’ di storia cinese, ho conosciuto il punto di vista delle comunità cinesi negli Stati Uniti, e la loro posizione in seno a questo governo a seconda dei mutamenti della politica internazionale.
Chi vorrà l’avventura e le storie sentimentali non sarà deluso e neppure chi vorrà scoprire qualcosa in più su questa città e le sue vicende così tormentate in quei decenni. Un libro coinvolgente, scorrevole, che vi tiene col fiato sospeso: in fondo, è già tantissimo.
Veronica, Cina