Ciao a tutte!
Mi presento; sono Sara, ho 51 anni e sono sposata col mio Tomo da 32. Abbiamo un figlio, il Fanciullo ha ormai 29 anni ed sposato da 4 con con la sua Dolce Vipera, un appellativo che le ho dato io e che lei ama tanto!
La mia prima esperienza expat è iniziata all’inizio del 2001 in Brasile ed è durata poco più di due anni, le Torri di New York hanno fatto collare il lavoro anche nella precaria San Paolo. Dopo quell’esperienza siamo vissuti in italia per qualche anno per poi trasferirci di nuovo in Brasile. Da li siamo andati per due anni in Repubblica Dominicana per poi fare brevi esperienze a Brisbane e altri brevi periodi al nord del Brasile.
Tre anni fa siamo tornati in Brasile col Fanciullo e la DV per aiutarli ad aprire un azienda di informatica. Da un mese siamo ad Hammamet per questa nuova esperienza expat… ed è di questo che vorrei parlarvi; dello shock culturale che ho vissuto arrivando qua.
Ovviamente tutto ciò che scrivo è frutto di una mia diretta esperienza, che potrebbe essere diversa da chi ha vissuto lo stesso percorso, sopratutto visto che si tratta della prima impressione che ho avuto.
Venendo direttamente da caotico Brasile, l’arrivo in Tunisia è stato più che mai soft! Già prima di toccare questa bellissima terra l’ho amata. Guardavo affascinata dall’oblò dell’aereo e pensavo; ci sono quasi…questa sarà la mia terra!
All’aeroporto c’era il mio Tomo ad aspettarmi e all’uscita l’aria tiepida di Tunisi mi ha accolta. Finalmente sono in Tunisia!!
Quello che mi ha colpito fin da subito è stata la discrezione delle tunisine; in Brasile, almeno dove vivevo io, le donne sono abbastanza chiassose, vestite con abiti succinti e con teste colorate con colori a basso costo. Qua invece, anche chi non ha la testa coperta è molto discreta, silenziosa e a tratti elegante.
Il panorama mi piace, anche se sulla strada che mi porta a quella che sarà la mia casa la spazzatura la fa da padrona, nulla che non abbia già visto nell’esperienza precedente. Gli ulivi prendono il posto degli eucalipti e il colore verde/grigio predomina su tutto.
Le case sono diverse, sopratutto quella che ho scelto. Se ad Arujà il legno e i colori scuri comandavano su tutto, qua predomina il bianco e le cupole si fanno amare da subito! Il prezzo è lo stesso che pagavamo prima ma la qualità è nettamente superiore.
Se prima c’era sempre qualche aereo che decollava sulla nostra testa e la musica altissima arrivava da qualche vicino o da macchine col baule aperto, ecco, qua il silenzio regna sovrano, silenzio assoluto rotto solo dal canto di qualche gallo in lontananza e da qualche uccellino.
Il mio primo madame mi ha emozionato al pari dal mio primo Donna Sara, anche se la cortesia dei tunisini l’ho trovata superiore. E’ successo più volte che se ho un uomo davanti quello prontamente mi apre la porta… viva la cavalleria!
Certo, per contro qua non amano essere toccati e da quello che ho capito non si usa dare la mano, a differenza di prima che ogni volta che ci si incontrava ci si abbracciava sempre… ecco, essendo io un’abbracciona seriale, questo un po’ mi manca!
Non ho ancora sentito apprezzamenti pesanti. No, non verso di me, quello nessun popolo lo fa, ma verso le bellezze locali; ho notato che se passa una bella ragazza guardano ma con molta discrezione e non fanno battute pesanti, oh, a me piace un sacco! Non so ancora come siano i rapporti uomo donna, ma per quanto mi riguarda nei miei confronti ho ricevuto solo grande rispetto.
Il prezzo del cibo e dei trasporti è nettamente inferiore; quando l’ho detto alla mia Dolce Vipera mi ha gentilmente mandata a qual paese. Si è scandalizzata sopratutto per il costo del pane, se qua una baguette costa 0.06 centesimi là costa più di 1 euro! Pure la frutta e la verdura costano decisamente meno e qua abbiamo trovato una pasta locale buona al pari delle più famose paste locali che costa una minima parte! E poi diciamolo… qua ci sono i datteri!!
Ma la cosa che mi ha conquistato di più è la sensazione di sicurezza che si respira. Per farvi capire; ad Aruja vivevamo in un residence con portineria pattugliata da guardie armate che a turno fanno la ronda ogni 10 minuti. Andare a San Paolo è diventato pericoloso, gli assalti nelle code in autostrada la normalità . Sparare in testa per un cellulare è fin troppo comune e gli assalti in casa pure! Mi capite dunque se dico di amare lo stare qua? Guardare costantemente indietro se arriva qualcuno, scattare una foto con la paura di essere sbattuti a terra, non poter portare nemmeno la borsa e camminare sola col terrore è storia passata e ad ogni volta che ci penso tiro un sospiro di sollievo! Ed è per questo che spero che i miei ragazzi decidano in fretta di venir via di là !
Ecco, se dovessi dare un punteggio la Tunisia vince con un ampio margine; diciamo un 7 a 3 e mi duole ammetterlo ma il Brasile non mi manca nemmeno un po’!
Spero di non venir smentita troppo presto anche se sono pronta a tutto, le mie esperienze di vita in Dominicana mi hanno temprato tanto… ma questa è un’altra storia, che se vorrete vi racconterò un’altra volta!
Sara, Tunisia