Se hai troppo da fare, non ti sai organizzare.
Così mi disse un giorno un mio collega, quando per l’ennesima sera mi vide curva sul mio computer, ennesima sera in cui chiudevo letteralmente l’ufficio.
Sul momento ci rimasi male…anzi, proprio di m****!
Ma caspita, mi faccio un mazzo tanto, sono sempre disponibile, porto a termine tutto nei tempi, lavoro il quadruplo del mio vicino di scrivania che esce tutti i giorni alle 18 salutandomi con uno sguardo di commiserazione e mi dici che non mi so organizzare?
Ma come cavolo si permette questo?
Ci dormii sopra, poi capii. Capii che avevo ricevuto una grande lezione di vita, che aveva ragione.
Ora sono cresciuta e durante i miei corsi di pianificazione ed organizzazione parto sempre con questo esempio.
La mia indole a caricarmi di innumerevoli compiti rimane invariata, perché per quanto mi stressi, io adoro essere impegnata, l’adrenalina della deadlines mi tiene viva, ma ora ho capito che questa indole ha un rovescio della medaglia. Per non soccombere devo essere un master nel definire le priorità.
La giornata rimane di 24 ore e se la mia “to do list” cresce non per questo la giornata diventa di 28 ore, come ben sapete !
Quello che cresce è solo il mio senso di inadeguatezza o vittimismo, e con questi sentimenti non si va da nessuna parte.
Le tecniche per rifocalizzare le priorità sono tante. Oggi parto con una, perché non abbiamo tutto il giorno vero? Siamo gente impegnata!
Oggi sperimentiamo insieme la tecnica di Warren Buffet , famosissimo milionario ed economista, che ci verrà utile anche per l’anno nuovo che sta per iniziare.
Penso ne sappia più di tutte noi su come programmare al meglio il suo tempo ed in modo estremamente proficuo.
Se non conoscete la sua tecnica delle priorità, è il momento di provarla! Ci vorranno 5 minuti. Li avete di sicuro.
Prendete carta e penna e seguitemi passo passo. Senza saltare passaggi, mi raccomando!
STEP 1: Scrivete 15 obiettivi da realizzare entro fine Gennaio 2019 (l’originale ne richiede 25, ma io vi faccio lo sconto oggi).
Potete farli tutti legati al lavoro o pensare a degli obbiettivi misti.
Ma siate specifici: essere felice non è un goal, è uno slogan vuoto. Essere più efficienti sul lavoro non vuol dire niente.
STEP 2: Ora evidenziate i primi 5.
Fatto? Ottimo!
STEP 3: Ora avete due liste. La lista A e la lista B.
Ricopiatele su due fogli distinti.
La lista A con i vostri primi 5 obiettivi e la lista B con i restanti 10.
Fatto? Perfetto.
STEP 4: Cosa fate con la lista B?
La tenete presente? No! Sbagliato!
La buttate! No, non mi fate quella faccia li dai! Fisicamente appallottolate e buttate quella lista! Adesso!
I primi cinque non sono i primi cinque obiettivi della vostra vita per caso e lo sapete bene anche voi.
E più di cinque obiettivi (rassegnatevi) non possono essere raggiunti in questo lasso di tempo definito.
La Lista B vi sta solo rubando tempo ed energie. E creando alibi.
La Lista B crea nella testa quel senso di “vorrei ma non posso“. Liberatevene!
Passerete alla lista B solo quando avrete terminato la lista A.
Ma prima di passare alla B, dai retta a me e a Warren, ripartite da capo con questo processo delle due liste, perchè come ben sapete la vita vi cambia le priorità, ed in fretta.
E ora, cari lettori, con la vostra bella lista dei vostri prossimi cinque obiettivi, potete affrontare l’anno nuovo con testa lucida e con nuovi propositi che non decadranno già il 15 gennaio affogati in liste secondarie.
Fatemi sapere come va e Buon Anno!
Monica, India
Il post arriva al momento giusto! Grazie!
Negli ultimi anni, ho provato a fissare obiettivi per l’anno nuovo, ma non fa per me.
Sono invece lista-dipendendente e, come te, tendo a caricarmi di troppi impegni. Spesso queste liste, anziché facilitarmi, mi complicano la vita e arrivo al punto…“azzera le liste”.
Però non le butto!
Ecco l’errore!
Proverò sicuramente questo metodo
Laura amica di liste!
Fammi sapere come va con questo nuovo metodo!
Ma come mi piace questo post!
Non vedo l’ora di farmi le liste, ma soprattutto non vedo l’ora di buttare la lista B
Brava! 😉
Gentile signora, il suo discorso e’ condivisibile, ma presuppone qualcosa di non scontato, ovvero che l’interessato sia piu’ o meno in grado di organizzare il proprio lavoro in modo autonomo: non a caso, Warren Buffett (oltre ad essere un miliardario) e’ il datore di lavoro di se’ stesso. Se dipendiamo da un capo aduso a scaricarci sulla scrivania lavoro in eccesso, o ad assegnarcelo all’ultimo istante -la classica pratica del venerdi’ alle cinque, che deve esser pronta per lunedi’- poco c’e’ da fare. Il problema sta nell’organizzazione di qualcun’altro. ma per risolverlo noi possiamo solo cambiar lavoro.
Gentile Sig. Spisani!
Innanzitutto mi lasci dire che mi sono mancati i suoi commenti acuti ai nostri articoli! Bentornato!
Ritornando all’ articolo!
Il Signor Buffet non e’ nato milionario e tutti hanno sempre qualcuno a cui render conto. Ma non per questo la giornata diventa di 26 ore questi sono fatti da cui partire per rifocalizzare, che e’ poi l’ obiettivo finale di queste liste.
Esiste una matrice che io trovo spesso illuminante quando le priorità’ altrui hanno la meglio e vado in affanno.
La matrice Priorità/Urgenze la cerchi se ne ha voglia.
Ha un grande insegnamento: tutto non può essere oggettivamente e sempre urgente ed importante allo stesso tempo, lo e’ nella mente degli altri, ma non nella realtà.
Ci saranno sempre i venerdì alle 5 in cui tutto e’ urgente ed importante e deve essere pronto per le 5.25, ma non può essere sempre questo il caso… O almeno lo spero davvero per lei!
Lei lo ha gia’ capito: a suo tempo, risolvetti cambiando lavoro! 🙂