Qualche tempo fa la nostra Mimma, sul suo Mamme nel Deserto, pubblicava questa recensione di un romanzo uscito da poco, ma che aveva fatto scalpore. Parlo, come avrete già visto dal titolo, di Eleanor Oliphant sta benissimo, opera prima di Gail Honeyman, scrittrice scozzese classe 1972.
Eleanor è una ragazza strana, maniacale, metodica. Lavora da anni nello stesso ufficio, dove viene sistematicamente presa in giro dai colleghi: perché si veste male, si pettina ancora peggio, ha una strana cicatrice sul viso ma soprattutto è completamente fuori dal mondo. Non capisce battute, doppi sensi, allusioni. Eleanor sembra vivere in un’altra dimensione, dove tutto viene preso estremamente sul serio e non c’é spazio per il senso figurato delle cose, in un tempo scandito dalle telefonate di una madre orribile: prevaricatrice, offensiva, possessiva. Un personaggio quasi demoniaco che chiama da un penitenziario.
Pagina dopo pagina faremo i conti coi segreti di Eleanor, con la sua amicizia con un collega completamente diverso da lei, con un vecchietto simpatico che ha rischiato di rimetterci le penne, con gli assistenti sociali che periodicamente le fanno visita. Le scorte di vodka per superare i weekend. E ad un cero punto scopriremo di più sul suo passato, e i suoi segreti.
Insomma, capiremo perché Eleanor Oliphant, nonostante ci dica di stare benissimo, è diventata proprio così.
Alla nostra Mimma il romanzo non è piaciuto: troppo marketing, troppa pubblicità, la sensazione di un fenomeno costruito a tavolino. E forse ha ragione.
Però nonostante tutto io non ho potuto fare a meno di amarla, la nostra Eleanor. Come amo visceralmente tutte le sfigate, le mezze sceme, le mezze matte. Come amo persino quella svampita di Amelie Poulain, che sta un po’ sulle scatole a chiunque abbia un minimo di intelligenza e concretezza. Troppa poesia, troppo riscatto, troppo finale di zucchero.
Come amo tutti quelli che da piccoli hanno sofferto, tutti quelli diversi, tutti quelli presi in giro. Sono fatta così, banalmente. Perché sono sempre loro, le nostre Eleanor, a darci dei grandi esempi di resilienza, di coraggio e umanità.
Non importa che tu non capisca le battute, che tu viva con una pianta, che ti innamori di un cantante idiota costruendo una storia d’amore perfetta nella tua fantasia come neanche una quattordicenne ingenua.
Sii coraggioso, tappati le orecchie per non sentire il rumore delle parole degli altri. Tappati il naso, chiudi un attimo gli occhi per poi riaprirli. E tuffati. Ognuno di noi può oltrepassare paure, limiti, ricordi dolorosi.
Insomma, Eleanor ci ricorda che c’è la vita là fuori, sempre, e no matter what.
Veronica, Taiwan
Amelie è bellissimo!!!!!!!!! 🙂
Un libro che mi è piaciuto leggere ma non tra i miei preferiti!