Ho conosciuto Francesca grazie a Instagram per le sue foto meravigliose, poi in una chat per un magazine al quale collaboriamo entrambe e mi è piaciuta tanto! Pratica e sognatrice allo stesso tempo, mamma super impegnata ma che riesce a fotografare la città meravigliosa nella quale vive e mostrarla con i suoi occhi! Lascio a lei la parola e la presentazione!
Francesca, expat a Londra dove vivo con il mio compagno e i miei due bimbi. Ero una producer televisiva quando lavoravo in Italia, qui a Londra ho reinventato me stessa grazie al blog Mum What Else, dove parlo della nostra avventura all’estero e di come visitare Londra con dei bambini. Ora lavoro nel digital e sono una freelance.
Quando ci siamo trasferiti in Inghilterra il mio figlio più grande aveva appena iniziato a parlare. Non sapevo bene come affrontare il bilinguismo, ne avevo anche parlato in un post, ho cercato di informarmi e seguire il mio istinto. Non ritengo abbia avuto un ritardo con la parola, rispetto ad altri bambini della sua età , ero di certo affascinata dalla facilità con cui apprendeva la nuova lingua, anche solo nelle poche occasioni di contatto, al parco o allo spazio giochi.
Quando poi ha iniziato a frequentare l’asilo, l’ho sentito pronunciare vocaboli nuovi in poco tempo e ad abbozzare qualche frase. La facilità con cui i bambini piccoli riescono ad imparare una nuova lingua è stupefacente, avevo letto diverse cose al riguardo e posso solo che confermare: è un processo naturale, i bambini sono delle spugne e assorbono tutto nei primi anni di vita. Hanno menti curiose che aspettano solo di essere stimolate.
Se la vita da expat porta con sè qualche vantaggio, trovo che la possibilità che i nostri figli crescano sapendo due o più lingue sia assolutamente uno di questi. Viviamo in un mondo globalizzato dove la conoscenza di una seconda lingua è fondamentale. Ci sono inoltre diversi studi che associano l’esposizione fin da bambini al bilinguismo come un vantaggio cognitivo: migliori capacità di problem solving, capacità di gestire più cose in simultanea, controllo dell’attenzione e dello sviluppo emotivo. A proposito di questo, vi consiglio la lettura di un recente articolo apparso sul The Times. I ricercatori dell’università di Oxford, hanno scoperto che gli alunni bilingue che parlano inglese come seconda lingua hanno prestazioni migliori rispetto ai nativi britannici durante tutti gli anni scolastici. Insomma i bambini bilingue hanno una marcia in più!
Una cosa da prendere in considerazione quando parliamo appunto di due lingue, è quanto vogliamo che nostro figlio le conosca bene entrambe. I nostri figli potrebbero infatti crescere parlando, capendo e leggendo l’italiano, ma non essere capaci di scriverlo bene e avere delle lacune di grammatica.
L’ostacolo maggiore è che i bambini bilingui finiscono per parlare la lingua che usano a scuola, che diventa quella dominante e non vogliono più parlare nell’altra. Potrebbe capitare di chiedere loro una domanda in italiano, ma potrebbero risponderti sempre e solo in inglese.
Di certo è importante essere consistenti e continuare a parlare l’italiano a casa. Come anche continuare ad esporli all’italiano con letture e video. Ma sarà sufficiente?
Questo è per noi un tema abbastanza caldo, perchè l’anno prossimo nostro figlio inizierà la Reception, il primo anno di scuola qui in Inghilterra. La scelta dovrà cadere su una scuola completamente inglese o bilingue o internazionale?
Qui in Inghilterra esiste un organismo pubblico che certifica la qualità di una scuola assegnandole un voto, che va da Needs improvement, Sufficient, Good a Outstanding. Quindi sicuramente nella scelta della scuola è un parametro da considerare. Oltre a questo si può valutare una scuola sulla base dei ranking pubblici, ogni anno stilati con il punteggio ottenuto da ciascuna scuola in base al rendimento degli alunni.
La scelta è vasta, soprattutto se teniamo in considerazione le scuole che hanno un curriculum internazionale, come l’International School of London o bilingue, come la SIAL, scuola bilingue italiano e inglese, che segue sia il curriculum italiano sia quello inglese. La scuola, che accoglie bambini dai 3 ai 13 anni, terrà tra l’altro un Open Day il prossimo 5 novembre, per chi fosse interessato tra i lettori di Amiche di Fuso.
Per gli italiani qui a Londra un’altra alternativa è far seguire dei corsi di italiano oltre l’orario scolastico, che credo sia una buona soluzione per sostenere la conoscenza della lingua italiana.
E voi, mamme expat, come affrontate il bilinguismo in famiglia? Come cercate di fare in modo che i vostri figli non perdano la nostra cultura e lingua?
Grazie Francesca!
(Attualmente lavora come consulente per la Sial a Londra).
Seguitela sui social e non ve ne pentirete!
Nadja Argentina
Noi abbiamo semplicemente sempre parlato italiano in casa, ma non ci siamo posti il problema più di tanto perché sapevamo di rientrare prima o poi quindi la cultura italiana sarebbe rientrata prepotentemente nelle loro vite. Loro comunque non hanno mai avuto problemi a livello lessicale, se non un lieve accento francese, però la cultura preponderante era francese senza alcun dubbio.
Beh il fatto che abbiano assimilato la cultura francese trovo solo che sia un ulteriore vantaggio. Noi non sappiamo se e quando rientreremo in Italia e quindi mi chiedo se lasciare lro almeno qualche base di cultura italiana, proprio i primi anni.