Ogni giorno sbarcano sul suolo australiano centinaia di italiani, attratti dalla promessa di buone prospettive lavorative e uno stile di vita più rilassato. Va da sé che non con tutti si instauri quel feeling destinato a trasformare una conoscenza in un’amicizia. Anche perché provenire dallo stesso paese per me non è sufficiente per fare da collante. Per fortuna però alcune conoscenze nate su un blog o su un gruppo di “Italiani a…” possono portare a rapporti più profondi e ad amicizie sincere. Così è stato con Valentina, in arte MammArch, che ci è venuta a trovare già diverse volte qui su Amiche di Fuso. Valentina ci aveva raccontato infatti la sua preparazione al trasferimento in Australia, ci aveva fatto un aggiornamento dopo i suoi primi 6 mesi a Perth, e infine ci aveva raccontato delle nuove possibilità che aveva trovato a due anni dal suo arrivo Down Under.
Nel frattempo sono passati gli anni, l’amicizia da virtuale è diventata reale, e molto presto diventerà anche fisica, perché proprio recentemente Valentina ha lasciato la sua amata West Coast per trasferirsi a Sydney. E io ne ho approfittato per fare due chiacchere con lei e avere la sua opinione su quella che è stata la città e lo stato che l’hanno ospitata per la prima parte del suo percorso australiano e sull’eterno confronto tra West vs. East Coast d’Australia.
La maggior parte degli italiani, ma non solo, che arrivano in Australia, tendono a scegliere le principali città della costa est, come Sydney e Melbourne. Non sono molti quelli che si avventurano nella costa ovest. La tua famiglia invece ha scelto di andare controcorrente e di mettere radici – seppur temporanee – proprio nell’isolata Perth. Cosa vi ha portato a scegliere proprio questa città?
V: Abbiamo scoperto Perth ormai 12 anni fa durante il nostro viaggio di nozze, quando ci siamo innamorati dell’Oceano Indiano e delle spiagge incontaminate del Western Australia, degli spazi aperti e della sensazione di libertà che ci trasmetteva. Per questo, quando abbiamo deciso di trasferirci con la famiglia nel 2015, una volta ottenuto il visto 189 Skilled Visa e la Permanent Residence (PR), ma senza avere ancora un lavoro, abbiamo scelto Perth, per le bellezze sopra descritte e perché la figura professionale di mio marito era abbastanza richiesta.
Il sentimento generale in Australia rispetto a Perth è che questa sia una città isolata non solo dal punto di vista geografico, ma anche dal punto di vista culturale e mentale. Pensi che questa percezione sia corretta?
V: Confermo che Perth è una città isolata, non solo dal punto di vista geografico, ma anche culturale e mentale. Il lato geografico è ben noto: la città più vicina è Bali e si fa prima a volare a Singapore che sulla costa est dell’Australia. Le enormi distanze e gli altissimi costi degli aerei generano molta “frustrazione” agli abitanti di Perth che spesso si sentono in trappola. Più volte all’anno, di solito durante le vacanze scolastiche, scatta il momento di rabbia per essere “stuck in WA” ovvero bloccato in Western Australia. Il risultato è che ci si chiude a riccio nel proprio angolo di “paradiso” e questo porta ad una chiusura mentale degli abitanti che sotto sotto si sentono Australiani di Serie B rispetto agli abitanti di Sydney o Melbourne.
Secondo te, cosa la contraddistingue dalle città della costa est?
V: Credo che Perth ed il WA siano unici. Dei suoi pregi e difetti ne parlerò tra poco 😉
Sono più di 3 anni che abitate a Perth, e sicuramente puoi dire di conoscere la città abbastanza bene. Quali sono secondo te i pregi di Perth e quali i difetti? Ti sentiresti di consigliarla ai nuovi arrivati in Australia?
V: Pregi di Perth: l’Oceano, le spiagge chilometriche, l’assenza di traffico, il ritmo rilassato, gli stipendi ottimi, l’assenza o quasi di criminalità.
Difetti di Perth: l’isolamento fisico e quindi mentale, la mentalità da “paese” ovvero conta più chi conosci di ciò che conosci e questo influenza tutto, anche la scelta della high school per i figli. L’essere, in molti campi, 10 anni indietro rispetto ala costa est e 15 anni indietro rispetto all’Europa.
Consiglierei Perth ad una famiglia con bimbi piccoli perché è “facile” e ti permette un’ottima qualità della vita se hai un buon lavoro. Per i giovani e per genitori con figli dai 10 anni in su, consiglierei assolutamente la costa est!
Quali sono i luoghi di Perth e del Western Australia che in questi anni ti sono entrati nel cuore?
V: Sicuramente i luoghi sull’Oceano: City Beach, Floreat Beach, Cottesloe, Trigg Beach e Leighton Beach in città. Yallingup e la zona di Margaret River a Sud. Lo splendido Ningaloo Reef a nord. Ed ovviamente il mio quartiere West Leederville e dintorni.
Hai due bambine ancora abbastanza piccole. Com’è stata la tua esperienza di mamma a Perth? Quali sono le opportunità che questa città e lo stato del Western Australia vi hanno offerto da questo punto di vista?
V: Quando ci siamo trasferiti, 2G aveva 5 anni e 3G poco meno di 2 anni. È stato abbastanza facile inserirmi nel sistema principalmente grazie al supporto ricevuto dalle mamme della scuola. Avere la PR è stato fondamentale perché ci ha dato il diritto di iscrivere gratuitamente 2G alla scuola elementare di zona, mentre 3G andava 2 giorni a settimana all’ asilo nido privato (child care) con un rimborso del 50% dell’elevata tariffa giornaliera (child care rebate). La burocrazia è stata molto chiara e semplice, il servizio sanitario pubblico ha funzionato bene. Mi posso dire molto soddisfatta!
Il tuo background è in architettura, ma recentemente hai avuto un cambio di carriera e sei diventata consulente ambientale. Come si pone Perth e il WA in materia di ambiente e sostenibilità ambientale? Credi che si contraddistingua dal resto del paese – in bene o in male – in questo riguardo?
V: Ahime questo è un punto dolente per me! Uno dei motivi che ci ha spinto a trasferirci all’estero è stato il mio desiderio di vivere in un paese dove poter conciliare lavoro e famiglia. Ho lasciato l’Italia con l’amaro in bocca di una partita IVA da architetto che era più un costo ed un gran mal di pancia che una fonte di reddito. Arrivata in Australia ho subito trovato un posto di lavoro in un grosso studio di architettura dove mi è stato permesso di uscire due volte a settimana alle 2pm per poter andare a prendere le mie figlie a scuola. Per me era un sogno che si avverava: ero di nuovo in uno studio, mi pagavano come non avevo mai visto in 10 anni di carriera e per di più riuscivo a passare due pomeriggi con le mie figlie!
Pian piano però ho incominciato a toccare con mano la bassa qualità dell’edilizia in WA ma soprattutto la devastante pianificazione urbanistica della città a discapito di ciò che mi aveva fatto innamorare di Perth: i suoi spazi verdi e le sue spiagge fantastiche. Ma anche le casette con i back gardens, i marciapiedi con il verge (il verde di fianco al marciapiede) e la gran quantità di pappagalli ed uccelli in città. Ho raggiunto il limite quando mi hanno affidato un progetto a 300 metri dal mare che era un vero ecomostro. Ho cercato di fare il possibile per migliorarlo ma non c’è stato niente da fare.
Da lì la mia motivazione è calata in modo drastico ed insieme ad un momento di contrazione del mercato (molto frequenti a Perth), lo studio ha reso il mio ruolo “redundant” ovvero di troppo e sono stata lasciata a casa. Ovviamente il mio orgoglio ha subito un duro colpo, ma è stato il motore per decidere di cambiare la mia carriera ed occuparmi di ciò che amo: l’ambiente! E ringrazio Perth per avermi permesso di fare questo cambio di carriera a 36 anni suonati!
Tutto ciò premesso per dire che Perth ed il WA sono molto indietro sul tema sostenibilità ambientale. Ci sono molte associazioni e professionisti che stanno provando a cambiare la situazione in positivo, ma purtroppo il governo è influenzato dalle pressioni delle imprese costruttrici ed il risultato è che pian piano si stanno “mangiando” molte zone verdi che invece sono ciò che rendono Perth speciale. Ed assistere a questo scempio mi fa molto male. In questi anni ho provato in tutti i modi ad informare le persone intorno a me e a dare il mio contribuito sia partecipando a varie attività di volontariato che con il mio blog ThinkAboutSustainability e le Pillole di Sostenibilità in onda su SBS Radio Italian. Spero di aver piantato qualche semino 🤗
Pensando al futuro, pensi che Perth possa offrire, a te ma anche in generale ai nuovi immigrati, solide prospettive o credi che per chi vuole fare carriera la costa est sia comunque la scelta migliore?
V: L’economia di Perth dipende al 100% dall’industria delle miniere nel nord del WA e dall’industria dell’Oil&Gas. L’edilizia è la seconda attività per importanza e viene finanziata principalmente dal mining e da investitori cinesi. E a causa dell’isolamento fisico e del limitato numero di abitanti non ci sono altre industrie. Praticamente tutto viene importato dalla costa est o dalla Cina.
Tutto ciò premesso, penso che a Perth si possa vivere benissimo una volta trovata la propria dimensione lavorativa e se si vuole vivere “tranquilli”, senza stress ed eccessivi cambiamenti.
Dopo un paio d’anni di permanenza a Perth, ci siamo resi conto che la mancanza di stimoli per noi, ma anche per le nostre figlie che crescono alla velocità della luce, ci iniziava a far andare stretta la città. Come ha giustamente dichiarato la mia cara amica R, “A Perth mi sento un cactus”, ovvero dopo un po’ ti senti bloccato in un deserto, annaffiato una volta ogni tanto e cerchi solo di “sopravvivere”.
In conclusione, questi quasi 4 anni a Perth sono stati fondamentali per la mia crescita personale e come famiglia.
Sono felicissima di aver scelto Perth come prima meta “facile” in Australia e tutto il WA mi rimarrà sempre nel cuore, ma adesso è giunto il momento per fare il passo successivo verso Sydney 💪🤞.
Grazie Claudia per le domande interessanti e non vedo l’ora di andare alla scoperta della città insieme 😍😉
Grazie Valentina per la tua disponibilità per quest’intervista e un enorme in bocca al lupo da tutte le Amiche di Fuso per questa nuova esperienza nella East Coast!
Claudia, Australia
Claudia ha collaborato con Amiche di Fuso da dicembre 2014 a novembre 2019.
Potete leggere Claudia qui