Durante un viaggio di rientro in India, ho portato con me in aereo un po’ di riviste Italiane che avevo accumulato nel tempo. Un articolo fra i tanti colpisce la mia attenzione: “Corsi per diventare Adulti – Adulting seminars”.
Continuo a leggere e apprendo che esiste già una vera e propria “Adulting School” fondata nel 2016 in Massachusset e che va fortissimo. L’età media degli studenti della scuola in Massachusset pare essere intorno ai 25-26 anni.
Al primo corso promozionale si introducevano alcune materie di studio quali Money management, Relationship health, Developing a career, Paying off debts and saving. Hanno partecipato in più di 50 ed il costo del promo evento era di 30$ a testa.
Quando ai presenti fu chiesto perché fossero lì, in pochissimi risposero che erano stati mandati dai loro genitori. La maggioranza dichiarò di essere andata per trovare una soluzione ad un’ansia di fondo, ai dubbi atavici sulla direzione verso la quale stavano già galoppando ma che di fatto non erano sicuri fosse quella giusta. Molti confessarono di avere una totale mancanza di senso pratico ed una testa piena di sola teoria.
Mi fermo a riflettere e dopo aver dato un’occhiata a tutte le loro materie, realizzo che molto di tutto ciò un tempo faceva semplicemente parte dell’educazione familiare.
Continuo a leggere e trovo nell’ articolo altri passaggi interessanti scritti dallo psicoterapeuta Matteo Lancini (autore del saggio Abbiamo bisogno di genitori consapevoli) che commenta dicendo che «Affermare che i ragazzi sono dei “bamboccioni” incompetenti vuol dire spostare il discorso. Il problema è che pretendiamo che i giovani diventino adulti seguendo il nostro stesso percorso, mentre non siamo in grado di farci carico della complessità attuale»
Questa frase mi ha colpito, come mamma di tre figli ancora lontani dai venti, ma vicini all’adolescenza.
Penso a questa crisi che ci dicono affondare se non completamente almeno in parte nelle famiglie di origine.
Alcune considerazioni, a riguardo le stavo già facendo,nel mio piccolo, anche io.
Spesso quando ci confrontiamo in casa con i figli che crescono e ci fanno domande a volte difficili su come affrontare alcune situazioni, ci troviamo talvolta a dover attingere da un buon senso non basato sul vissuto diretto. Questo non solo per un classico gap generazionale, ma anche e soprattutto perché viviamo in un contesto sociale e geografico diversissimo da quello nel quale siamo cresciuti noi.
A volte mi sento una guida senza manuale che interroga le stelle ed il suo cuore per una risposta.
E voi che pensate di tutto ciò?
Monica, India
Inquientante pensare che sia necessario frequentare dei corsi per diventare adulti, anziché apprendere sul campo, con esperienze come amori e lavori veri. Non c’è teoria che possa spiegare ciò che si comprende facendo, ad esempio, un lavoro estivo sottopagato, viaggiando con gli amici o andando a vivere in un’altra città per frequentare l’università. Tanto per dire. Vero, però, quanto affermi sulla realtà diversa in cui i nostri figli si trovano a vivere. Credo, tuttavia, che fosse lo stesso per i nostri genitori ed i genitori dei nostri genitori. Forse è l’educazione ad essere cambiata: tanta teoria e poca pratica, dalla scuola alla casa.