L’Arminuta è la Ritornata, letteralmente, nel dialetto abruzzese. La Ritornata è una ragazzina, data ad una coppia di parenti senza figli, come si usava un tempo, dai genitori naturali, che invece di figli ne hanno davvero troppi.
La Ritornata, di cui non conosciamo il nome, passa i suoi primi tredici anni ignorando la verità , con due genitori affettuosi, delle amiche, il posto alla spiaggia privata in estate, la sua camera, le lezioni di danza, il nuoto. Seguita, accudita, amata, fino ad essere riportata all’improvviso alla sua famiglia di origine. Nessuno sembra sapere, o volerle dire: di colpo si ritrova al paese, nella povertà , con due genitori troppo poveri, troppo stanchi ed ignoranti per occuparsi di ogni figlio.
Unica ancora di salvezza, la sorellina Adriana, di qualche anno piú piccola, e la scuola: una scuola che, visto il suo ottimo rendimento, la salverà , fino ad un finale in cui tutti i nodi verranno al pettine e si scopriranno le cause di questo abbandono improvviso…
Amo i romanzi sulle madri, da quando mamma lo sono anche io. È banale, lo so, ma mi sembra di poter trovare consiglio, conforto, esempi dalle storie romanzate. E queste due sono cosà umane, cosà imperfette nel loro amore: l’Arminuta conosce due abbandoni, conosce due mamme diverse, e si sente orfana di entrambe. Di quella che l’ha data via a sei mesi per povertà , e che oggi è una creatura contadina, piena di figli e di fatica. Di quell’altra, benestante e raffinata, che però ha dovuto prendere una decisione terribile e sofferta.
I padri rimangono sullo sfondo, come spesso succede, la carne e il sangue e le lacrime di questo romanzo sono tutti legati al lato materno. E Donatella di Pietrantonio é semplicemente bravissima.
Veronica, Taiwan
Complimenti per la recensione Veronica: mi hai invogliata alla lettura!!
Lo leggero’ volentieri…grazie!