Tra due mesi utilizzerò il mio exit visa.
Il visto definitivo di uscita da questo paese.
Quel documento che metterà la parola fine a questa avventura in Arabia Saudita.
Come vivo il mio exit visa?
Ci sono giorni in cui il mio pensiero è: “Devo aspettare ancora due mesi?”.
Non sono passati nemmeno tre anni dal mio arrivo qui a Riyadh.
Sono atterrata in questo deserto il 4 agosto 2015.
Ma questi quasi tre anni sono stati intensi, ricchi di ostacoli, regole e sfide, che a volte mi sembra di averci vissuto per il doppio del tempo.
Non è stato immediato abituarsi a vivere in un compound. E’ stato sfidante, soprattutto perché si trattava di un compound nuovo dove la disorganizzazione la faceva da padrone. Dove non esistevano attività per i bambini. Dove c’era pochissima gente e quella che arrivava era al primo espatrio e non parlava inglese. C’è voluto tempo per comprendere e godere degli aspetti positivi del vivere in un compound.
Ma soprattutto, è stato difficile gestire la propria vita e quella dei miei figli dipendendo sempre da un autobus del compound o dal taxi o da un driver privato. Insomma, per una che ha sempre guidato e che ama guidare non è stata cosa semplice.
Inizialmente poi è stata davvero dura accettare l’imposizione dell’abaya. Col tempo mi ci sono abituata. O forse sarebbe meglio dire adattata.
Però, ci sono anche dei giorni in cui penso: “Mancano solo due mesi!!!!”.
Sono quei giorni in cui ho l’ansia di non riuscire a fare tutto. La cosidetta ansia da prestazione.
Il mese scorso con i bambini sono andata a visitare il National Museum.
Abbiamo partecipato al nostro ultimo Desert Safari organizzato dal compound ed è stato bellissimo.
Ultimamente usciamo spesso a cena. Ho voluto provare il ristorante marocchino e poi uno nuovo libanese.
Sono andata al souk a comprare un po’ di cose come souvenir di questa avventura.
Sto facendo la stalker per parlare il più possibile inglese. Chiedo cose inutili alla gente che incontro in compound, giusto per scambiare due parole.
Partecipo a tutto ciò che organizza il compound: cinema, coffee morning, barbecue, ladies gathering.
Insomma, sto cercando di recuperare il tempo perso in precedenza.
La fine di questa avventura mi spaventa un pizzico.
Della mia routine quotidiana non faranno più parte tante persone.
Non incontrerò più le persone che ho imparato a conoscere durante questi anni. “Le partenze cambiano la quotidianità. Sia per chi parte che per chi resta.”, scivevo in un vecchio post quando a partire era stata un’amica.
Mi mancheranno le mamme spagnole che incontro ogni mattina al bus dei bambini.
I baristi stralunati e confusionari del Costa Coffee. Il filippino scontroso del mini-market o il marocchino simpaticissimo che fa lo zaatar.
Sentirò la mancanza dei ragazzi filippini della palestra. Sarà difficile trovare un’altra istruttrice di spinning così simpatica e brava.
Mi sembrerà strano non incontrare più le stesse mamme, nonché donne, al parco giochi. O fermarmi a parlare con l’amica, o semplice conoscente, siriana, inglese, polacca, americana, libanese, olandese, spagnola, venezuelana, russa, argentina, australiana o scozzese. Insomma, sarà davvero difficile salutare un contesto così variegato e internazionale. Fatto di culture, lingue, tradizioni, cibi, modi di fare e di pensare tutti diversi tra loro e per questo così affascinanti.
Ma più di tutte mi mancherà lei. La mia grande amica Adriana. Lei che mi ha accompagnato in questi quasi tre anni di deserto. Con lei abbiamo condiviso momenti indimenticabili. Siamo andate alla scoperta di questo Paese, ci siamo fatte grasse risate, ma ci siamo anche arrabbiate con questo paese, con la scuola, con il compound, con la gente che ci circondava, perché questo deserto a volte ti fa sentire oppresso e privo di libertà da farti arrabbiare per un nonnulla.
Nonostante i suoi innumerevoli difetti, questo paese mi ha fatto vivere una bellissima avventura.
Mi ha permesso di conoscere splendide persone.
Mi ha fatto scoprire un nuovo deserto e visitare tanti luoghi nuovi.
Ora sono pronta a partire.
A fare un nuovo salto nel vuoto.
Mi aspetta una nuova avventura.
E questa volta dovrò impegnarmi il doppio. Non tornerò semplicemente in Italia nel mio paesello.
Troppo facile!
Io e mio marito abbiamo scelto un nuovo luogo per questa nostra nuova avventura.
Un luogo non proprio vicino alle nostre famiglie.
E lui rimarrà ancora per un po’ in questo deserto.
Mentre io ed i bambini inizieremo questa nuova avventura da soli.
Quindi, non mi rimane che urlare: “Evviva l’exit visa!!!”.
Drusilla, Arabia Saudita
P:S. Sono un pizzico scaramantica e preferisco aspettare a rivelare la mia nuova destinazione. Ho bisogno che prima un po’ di cose si sistemino!
In bocca al lupo Dru!!
Crepi!
In bocca al lupo per la nuova destinazione! Se poi sei vicino a noi, fammi un fischio!!
Crepi! Grazie
In bocca al lupo per la nuova avventura!!
Grazie di cuore Serena!
Sei nella via di mezzo: sei ancora lì con il corpo e con la mente dei nella nuova destinazione. Fai bene a goderti questi giorni partecipando a tutto.
E’ proprio così, sono in una via di mezzo
Buona fortuna e sono sicura che amerai e ti organizzerai alla meglio anche nella tua nuova destinazione!
Grazie!
Super in bocca al lupo 😉
Crepi!
Immagino che il tuo saluto abbia un gusto agrodolce…tra la nostalgia e il sollievo. Quel che è certo, però, è che le esperienze di vita e gli incontri particolari che avete avuto modo di fare tu e i bambini nel deserto, vi rimaranno nel cuore…e che bel bagaglio!
forza Drusilla!
Un abbraccio!