Dopo avervi raccontato qui i ricordi più belli del mio espatrio in Cina, oggi vi parlo di quelli del mio espatrio in Thailandia.
La partenza fu sicuramente più consapevole rispetto a quella per la Cina. Perché sapevo già un po’ cosa comportava un espatrio in Asia. Anche se i figli nel frattempo erano diventati due. Anche se il mondo della scuola sarebbe stato un nuovo capitolo di cui sapevo poco e nulla. Anche se poi questo secondo espatrio si rivelò notevolmente più difficile del primo dal punto di vista della salute.
Proprio l’esperienza della scuola internazionale costituisce forse uno dei ricordi più belli che conservo e che sicuramente anche i miei figli non dimenticheranno mai. Una scuola non troppo grande, con uno spirito famigliare, inserita nel bellissimo contesto di un campo da golf. Con tanto verde intorno. Di cui godere durante la ricreazione e la pausa dopo pranzo correndo a piedi nudi sul prato. In un ambiente molto giovane ed informale.
Loro, ma soprattutto io, ho potuto conoscere un sistema educativo diverso da quello con il quale sono cresciuta. Sicuramente con dei pro e dei contro che vi ho raccontato nei miei tre post sulla differenza fra scuola inglese e italiana (qui, qui e qui), ma sostanzialmente diversa.
E ho capito ancora di più quanto sia bello conoscere anche un altro punto di vista, un altro modo di approcciarsi alle cose. Che ci apre la mente e ci fa valutare meglio quello che già conosciamo. Quanto sia importante che ciò avvenga in tutti i campi.
Dalla scuola e dalla vita in Thailandia, ho imparato come si viva meglio in un mondo dove ci sia tolleranza. Per chi crede in un altro Dio, per chi ha un orientamento sessuale diverso. Non sono qui a dire che la Thailandia sia il paradiso terrestre in questo senso perché in campo politico ha le sue problematiche. Ma non è un problema se a scuola, oltre alle ricorrenze buddhiste, si celebrano anche San Nikolaus, il Natale o Halloween. È normale vedere persone che hanno cambiato sesso, avere le stesse opportunità professionali che hanno tutti. Così come per chi è omosessuale. Senza dover distinguere fra dichiarato e no perché lì questa distinzione non esiste e tutti manifestano i propri orientamenti alla luce del sole. E tutto è assolutamente normale. Così come, scendendo più nell’ambito scolastico, è normale anche per un maschietto giocare con il passeggino e il bambolotto.
Un altro ricordo bellissimo e fonte di ottimismo tutte le volte che sono preoccupata per mio figlio, è il coraggio che lui ha dimostrato nell’affrontare la sua nuova scuola. Senza aspettare il tempo di adattamento che io e suo padre volevamo dargli, è infatti voluto andare a scuola subito, dopo pochi giorni dall’arrivo in Thailandia. Si è tuffato nelle 8 ore giornaliere di inglese come se nulla fosse e con il sorriso sulle labbra. Rendendoci tanto fieri di lui.
Bellissimi anche tutti i ricordi che hanno a che fare con le tradizioni buddhiste. La celebrazione del Songkran e del Loi Krathong, le due più importanti festività, rimangono fra i momenti più belli. Sia i momenti a scuola in cui siamo stati coinvolti anche noi genitori, sia viverli al di fuori della scuola.
Soprattutto il lancio delle lanterne di notte con i piedi nell’acqua del mare è stato bello e suggestivo. Vissuto in un’atmosfera davvero affascinante.
Bello anche perché sono stati forse i momenti in cui più siamo entrati a contatto con il popolo thailandese, normalmente poco incline a passare il tempo con gli espatriati. Il vedere che anche tu partecipavi con i tuoi bimbi ai loro rituali probabilmente ci faceva sentire più vicini.
Ricordo in particolare quando io ed i bimbi ci siamo uniti alla gente in strada per la guerra dell’acqua del Capodanno thailandese. Era come se appartenessimo tutti al medesimo popolo.
Grazie alla mia curiosità e alla passione per la fotografia, mi sono poi trovata spesso a partecipare a rituali più nascosti ai turisti. Come quello in un tempio per la preparazione dei Loi Krathong, le piccole imbarcazioni da far scivolare in acqua come omaggio al Buddha.
O come quando, in visita ad un tempio non turistico nei dintorni, mi sono imbattuta in una celebrazione e sono stata invitata da una famiglia a sedermi a consumare il pasto con loro, sul pavimento del tempio. Avendo la possibilità poi di conversare in inglese e sapere di più delle usanze buddhiste.
Fra i ricordi più belli del mio espatrio in Thailandia, tanti ovviamente sono anche quelli di viaggio perché intanto che eravamo da quella parte del mondo ne abbiamo approfittato per vedere posti incredibili.
In tal senso, il ricordo più bello legato alla Thailandia, è quando abbiamo attraversato la frontiera con la Cambogia via terra con degli amici. È stata un’esperienza molto particolare che mi ha fatto vivere un’atmosfera d’altri tempi ed il cui ricordo è vivo ancora oggi.
Ma come dimenticare anche la passeggiata in bicicletta con i bimbi in mezzo ai templi di Sukhothai o il weekend che mi sono concessa da sola a Chiang Mai, l’ultimo viaggio prima di lasciare la Thailandia per sempre.
Fra i momenti più belli devo inserire anche qualcosa di più tragico che in quel momento però significò una gioia immensa. Quando mi addormentai con l’anestesia pensando di avere un tumore al rene chiedendomi cosa ne sarebbe stato di me e della mia famiglia. E fui risvegliata dalla dottoressa che felice quasi mi gridava che era solo un calcolo invisibile incastrato in un’ansa. Mai risveglio fu più bello!
Se continuassi a pensare credo che me ne verrebbero in mente tanti altri di ricordi speciali perché devo dire che, quelli in Thailandia, sono stati tre anni davvero intensi. Difficili, ma pieni di momenti bellissimi.
E voi? Quali sono i ricordi più belli del vostro espatrio? Se ne avete voglia raccontatemeli nei commenti.
Federica, Italia