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Una buona occasione di Yvette

Oggi ospitiamo Yvette, una donna che è partita per il suo lavoro alla volta degli States con tutta la sua famiglia che l’ha seguita in questa nuova avventura, capace di non perdersi una buona occasione ma anche di crearne altre e con un sogno da realizzare. Non potete perdervi i bellissimi video di questa famiglia sulla loro pagina Facebook e sul loro sito Crazy Italians: troverete le loro due bellissime bambine che cercano di spiegare la cultura italiana al pubblico americano e non solo!  

Le buone occasioni non “capitano” per caso o per fortuna. Le buone occasioni si costruiscono e si cercano, per anni. Nulla succede, nulla cambia. E poi arrivano: all’improvviso e sempre nel momento sbagliato. Le buone occasioni si colgono. Tutto il resto è un alibi. Le buone occasioni hanno un prezzo altissimo.

Tema di recente attualità negli Stati Uniti: Diversity Visa Lottery che mette in palio Green Card, permessi di residenza e lavoro permanenti in US. Ogni anno in autunno partecipiamo e la flebile speranza si spegne puntualmente ogni primavera: non estratti. Maggio 2013: estratti, assegnazione probabile ma non garantita. Se ci assegnano una Green Card, ci dobbiamo trasferire in America entro sei mesi per non perderla. Panico ed eccitazione si alternano come brividi seguiti da vampate di calore. Due settimane dopo, la buona occasione che aspetto e inseguo da anni: un’offerta di espatrio negli Stati Uniti dalla mia azienda. La mia vita sembra la trama di un libro scritta da altri. Passano un paio di giorni e arriva la diagnosi di tumore maligno a mia madre. Sono figlia unica e mia madre soffre da sempre di depressione. Mio marito ha 48 anni e un buon lavoro a tempo indeterminato. Lasciare il lavoro in Italia a quasi cinquant’anni significa superare il punto di non ritorno. Le nostre bimbe hanno 5 e 9 anni, adorano la loro scuola e hanno gli stessi amici sin da piccolissime. Sono coccolate da zii, nonni e dalla terza nonna che è la loro tata da quando avevano pochi mesi. Non parlano inglese. Tanti sarebbero i motivi per dire no, nessuno di loro vince. Una buona occasione si coglie solo con il giusto compagno di viaggio.

La nostra squadra nasce il giorno in cui firmo e accetto la buona occasione. In poche settimane decidiamo di lasciare il Nostro Paese, la squadra già sa che non sarà solo per un periodo. La nostra vita impacchettata in due giorni, volo di sola andata, saluti con musi lunghi e parole sbagliate dette senza pensare. Non si è mai preparati agli addii, e il nostro lo è. Atterrare di sera con la consapevolezza che d’ora in avanti quella è casa, scoprire di aver scelto un hotel accanto alla ferrovia e sentire i letti che tremano ad ogni treno. Togliere in fretta dalle valigie i peluche delle bimbe, assicurandole che andrà tutto bene. Niente peluche per noi grandi ma abbracci che ci fanno sentire in grado di affrontare tutto, noi abbiamo un sogno e questa è solo una fase. Un giorno ci trasferiremo a Maui, l’isola più bella delle Hawaii e del Mondo intero. Pazzi nostalgici di un posto dove tutto è bello perché è vacanza? No, innamorati dell’oceano, della forza delle onde, del suono del vento, della luce e dei colori ma soprattutto di come ci sentiamo davanti ad un tale spettacolo della Natura, dove tutto il resto sembra piccolo. La nostra casa è già là, ma il viaggio per raggiungerla è lungo e difficile.

La squadra guidata dal sogno scopre molto presto il prezzo della Buona Occasione: mille le difficoltà da affrontare sia al lavoro che fuori. Un giorno alla volta, un’ora alla volta: le montagne sembrano più piccine se osservi il tuo sentiero e cammini a passo costante senza farti distrarre o cadere nello sconforto. Ancora un giorno, dai. Forza che è quasi venerdì. Scopri differenze culturali a suon di figuracce a cui ti abitui e che inizi ad affrontare con tanta autoironia. Senza quasi accorgertene, inizi a camminare più veloce e scopri una forza che non pensavi neppure lontanamente di avere. Affronti situazioni surreali con coraggio e a volte ti scappa persino un sorriso. Come quando in riunione qualcuno ti interrompe e chiede a tutti se capiscono quello che stai dicendo. Tu ti scusi ma dici che il tuo inglese zoppicante è sicuramente migliore del loro italiano e che dovrebbero esserti tutti riconoscenti visto che parli due lingue, anzi tre se contiamo anche il dialetto bergamasco. Momenti in cui, nel silenzio generale, sei l’unica che trova la scena comica ma rimani seria e non ridi perché sai che, da domani, nessuno si permetterà mai più atteggiamenti simili. Uno a zero per te e palla al centro. Piccoli passi sempre più veloci e sei più forte.

Dettaglio della Buona Occasione: può svanire.
La Green Card della Diversity Lottery non è mai arrivata. Il visto di tutta la famiglia è legato al tuo lavoro e l’azienda può “interrompere il contratto di espatrio unilateralmente”. Sono le regole del gioco a cui hai accettato di partecipare. La Green Card diventa l’unica tua richiesta all’azienda per garantire un minimo di stabilità alla tua famiglia. Certe notti non dormi, terrorizzata che qualcuno cambi idea o strategia. Anni in cui senti di non essere libera di decidere né per te né per la tua famiglia. Scenario preoccupante? La squadra sa che ce la farà, ne è convinta al punto da iniziare una nuova avventura e aprire un ristorante italiano. Esperienza nel settore: inesistente. Passione per la cucina prossima a zero ma idee chiare su quello che sarà, testa dura e voglia di lavorare tutti bergamaschi. Pazzi da legare? No, abbiamo un sogno, ricordate?

Negli Stati Uniti non sei nessuno se non hai una “credit history”: trovare qualcuno disposto ad affittarci un locale è quasi impossibile. Ma quel “quasi” fa tutta la differenza del Mondo. Finalmente troviamo un locale in periferia: un ristorante ha appena chiuso. Quasi tre mesi di lavori, tutto “Fai da te” e tanta creatività per risparmiare, le bimbe aiutano in tutto come possono e probabilmente si chiedono se tutto questo sia normale, ma la squadra continua. Mio marito ha un infortunio mentre lavora con la sega circolare: ricevo un messaggio in inglese dal suo cellulare, mi precipito nell’Ospedale famoso per i casi disperati, incontro famiglie urlanti che hanno appena perso qualcuno e scopro che si tratta dell’amputazione della punta del pollice. Il prezzo del sogno inizia a diventare alto ma non molliamo: a due giorni dall’operazione i lavori ricominciano e il ristorante apre il 19 Ottobre 2015. Tanto la strada percorsa da allora, una partnership che purtroppo non funziona: troppe energie sprecate e un’enorme delusione per noi e per le nostre bambine che però ci insegnano a voltare pagina senza perdere il sorriso. La squadra non molla e va avanti. Ci dicono che chiuderemo entro sei mesi. Combattiamo ogni giorno per far tornare i conti: sarebbe molto più facile servire piatti italoamericani, come gli spaghetti con il pollo o le polpette o con la salsa bianca che qui chiamano Alfredo. Rimaniamo pazzi e insistiamo: serviamo solo quello che si troverebbe in Italia, altrimenti non ha senso.

Abbiamo appena festeggiato due anni.
Abbiamo appena ottenuto la Green Card, non con una Lotteria ma con fatica e persistenza.
Per noi queste sono conquiste enormi che ci siamo sudati, tutti e quattro. Ogni giorno più uniti. E prima o poi noi a Maui ci vivremo: la nostra casa ci aspetta là dove è sempre stata.

Yvette, Tennessee.

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4 Comments

  • Meravigliosa la tua storia. Tanti punti in comune, come l’età, la pazzia e persistenza. Siete mitici. L’unione fa davvero la forza e la squadra unita è invincibile, qualsiasi siano i risultati parziali. Un forte abbraccio

  • Preso lo stesso treno dell’occasione al volo, stessa età e una figlia di 13 appena finita la scuola media. Stesse situazioni, stessa resilienza…
    Oggi che siamo con la PR canadese e tutti sistemati bene…è passato un altro treno per tornare in Italia e lo abbiamo preso di nuovo. Mia figlia si è iscritta all’università in UK e siamo tristi per ciò che lasciamo, ma siamo anche convinti che ne valesse la pena!

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