Lo scorso agosto ho finalmente dato un nome al mio problema persistente alla gamba sinistra.
Era un anno che mi trascinavo questa gamba senza trovare una causa.
Per un anno sono stata rimbalzata da un medico ad un altro qui a Riyadh.
Ho passato un anno ad inoltrare richieste di approvazione all’assicurazione.
Un anno a sostenere costi elevati perché avevo raggiunto il limite massimo di spesa previsto dall’assicurazione.
Un anno di rinunce.
Un anno vissuto tra ansia e paure.
Sono finita all’estero per seguire mio marito.
Vivo lontano dall’Italia per amore. Non solo di mio marito, ma di tutta la mia meravigliosa famiglia.
Questo stile di vita mi ha permesso di ricominciare. Riscrivere la mia vita. Affacciarmi a nuove culture, imparare una nuova lingua, vivere diverse avventure ogni 3 o 4 anni, nuove sfide, conoscere amici da tutto il mondo.
Ma lo scorso agosto mi sono ritrovata a rivalutare tutte le decisioni della mia vita.
Sì, perché tra me e la vita da expat, si è messa in mezzo una malattia.
Non una cosa grave. Ma per vivere bene devo curarmi.
Si chiama Sclerosi Multipla, la scrivo maiuscola perché lei è una Signora malattia. È un po’ subdola e non si fa vedere. Ma è capace di farsi sentire.
Fiamma Satta nel libro “Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla” scrive:
“…non sono sfacciata, non amo mettermi in mostra. Non subito, almeno. Mi piacciono i preliminari che mi danno il gusto impagabile dell’attesa di quel brivido. Per questo preferisco rimanere nell’ombra a lungo, vestendomi di mistero.”.
La sclerosi multipla è una malattia che necessita di essere gestita. Va tenuta a bada, altrimenti combina guai.
Cosa succede se ti ammali all’estero?
Dipende tutto da dove vivi. Io parlo della mia esperienza personale.
– Ho dovuto imparare ad aspettare. Attendere. Portare pazienza.
Purtroppo, qui dove vivo io, il livello dei medici non è dei migliori. Mi sono ritrovata a girare in numerosi studi medici in ospedali privati senza ricevere risposte certe. Per un anno mi sono sentita dire troppe volte “potrebbe essere”. Solo supposizioni e nessuna diagnosi.
– Servono soldi. Tanti.
Ogni medico mi prescriveva qualcosa di diverso da quello precedente. Sono arrivata a raggiungere, e poi superare, il limite previsto dall’assicurazione. Ho dovuto sostenere i costi di diverse analisi e visite. Nella maggior parte dei casi abbastanza costose.
– Tutto può cambiare. Devi essere disposto a ribaltare le tue idee sul tuo stile di vita.
Nel momento in cui ti viene diagnosticata una malattia come la sclerosi multipla non c’è molto da fare se non procedere con una cura. Ma se nel paese dove vivi non esiste un centro specializzato e non ci sono neurologi specializzati, non rimane che farsi curare in Italia.
– Viaggiare spesso tra Italia e Arabia Saudita fino a….
All’inizio si può decidere di tornare spesso in Italia per ricevere la cura. Ma arriverà presto quel giorno in cui deciderai di rientrare in Italia.
La mia, la nostra, è stata una decisione che è arrivata da sola. Dettata dalle mie problematiche ed esigenze di curarmi. Una decisione che coinvolge e stravolge tutta la mia famiglia.
Ecco cosa succede se ti ammali all’estero.
Succede che la vita viene stravolta.
Forse sarebbe accaduto anche se avessi vissuto in Italia. Non so.
Oggi posso sapere solo che la nostra vita cambierà. Ne sono felice, perché ci aspetta un’altra nuova avventura da vivere. Questa volta in Italia.
Drusilla, Arabia Saudita
Forza e coraggio per questa nuova avventura! Ti penso spesso e faccio il tifo per te. Un abbraccio fortissimo 😉
Grazie di cuore!!!
Le donne hanno una marcia in più, le expat due! E tu sei un 4×4! Ti ho sempre seguita.. ogni tuo post mi mette allegria e tanta voglia di andare avanti! Affronta tutto con un sorriso e con il coraggio di sempre! Forza Drusilla! ❤️ Un bacio Manu
Grazie Manu per le tue belle parole!
Oh, Drusilla. Che persona meravigliosa e forte che sei. Buon rientro in Italia, sei un esempio per tutti noi.
Grazie di cuore!
Grande drusilla io tifo per te Capisco che non sia facile ritornare in Italia e capisco il grosso cambiamento che può essere per lavoro per la vostra famiglia ma il grosso cambiamento adesso è verso di te quindi in primis Se tu stai bene anche tutta la tua famiglia sta bene e se in Italia riesci a curarti al meglio forse è quello il posto dove dovete stare un abbraccio grandissimo ti ho seguita in ogni dove Ti seguirò anche in Italia Ciao ciao
Grazie di cuore Veronica!!!
Tornate in Italia? Ma che bello, sono proprio contenta per voi!
Per la mia esperienza, una qualsiasi patologia ti stravolge la vita ovunque ti trovi, ma secondo me avere a che fare con medici che parlano la tua lingua, in un posto in cui ti senti al sicuro, è meglio (poi magari mi sbaglio, eh).
Concordo pienamente, avere a che fare con medici che parlano la nostra lingua rende tutto più semplice. Comunque torneremo solo io ed i bambini in Italia, mio marito rimarrà qui nel deserto.
Pensavo tornaste tutti 🙁
Forza forza ed ecco svelata la nuova destinazione! Ma cambiando casa avrai la possibilità di reinventarti di nuovo! 🙂
Ti ho pensata proprio in quesi giorni, hanno appena pubblicato un nuovo opuscolo sulle piste ciclabili nel Garda Bresciano…chissà se oltre alla nuovissima pista a strapiombo di Limone metteranno a posto le altre in Valtenesi!
La nuova destinazione sarà in Italia, ma solo per me ed i bambini perché mio marito rimarrà qui nel deserto.
Devo cercare questo nuovo opuscolo.
Quando sarai in Italia se vuoi scrivimi che te lo invio. Lo distribuisce cmq il Consorzio Lago di Garda Lombardia 🙂
Che la forza sia con te…quella vera, ne serve tanta per essere sempre positivi!
Io, nel mio piccolo, ho avuto soltanto una spalla da rimettere a posto con un intervento chirurgico (operazione già fatta in Italia in precedenza all’altra spalla…) ma mi è bastato per capire che qui in Nova Scotia, Canada, le cose a livello medico non funzionano per niente bene: mesi di attesa prima di vedere uno specialista e dopo molti di più di lista per essere curati. Sarà anche un loro vanto non avere sanità privata, ma aiuto aiuto!! Sono finita a Boston per operarmi dopo 11 mesi inutili ad aspettare una diagnosi (che peraltro già io conoscevo!).
Io non volevo rientrare in Italia, e soffro molto all’idea che tra 5 mesi, dopo la fine della scuola, partiremo. Ma uno dei motivi che ha spinto mio marito a decidere di accettare un lavoro in Italia è proprio il sistema sanitario. No prevenzione. No assistenza per alcune malattie. E se uno si ammala di qualcosa di serio? Non è prudente invecchiare qui.
La tua è una cosa seria ed è essenziale la cura immediata per arginare il problema il più possibile. Ti faccio tanto auguri e ti seguiremo anche dall’Italia…
Grazie di cuore Elena!
Per ora io tengo aperta la porta estero visto che torneremo in Italia solo io ed i bambini, mentre mio marito rimarrà qui nel deserto. Purtroppo non avrei mai voluto arrivare ad una decisione di questo tipo, ma il mio problema sommato ad alcune priorità non rispettate in questo posto ci hanno fatto prendere questa decisione.
Un abbraccio e in bocca al lupo anche a voi
Notizia bomba Drusilla…non mollare nemmeno di un secondo come buddista ho imparato che è l’atteggiamento nei confronti della malattia che fa la differenza, un ..ok..ho questa cosa…ora ci penso io ..non SEI la malattia ..hai una grande e forte sfida davanti…quelle davanti alle quali si decide di vincere o di perdere ….tu sei Drusilla , non sei la malattia…e sei una guerriera…ed una guerriera che vince..ogni malattia è un simbolo ed ha un significato …contiene messaggi importanti…da ascoltare…A pelle sento che andrà benissimo…ne sono totalmente sicura..abbi cura di te , e come dice quella bellissima frase …”Quando la paura arriva …dalle il benvenuto e poi distruggila !”facci sapere ogni minima cosa …sarà la tua esperienza di vittoria…un abbraccio grande..
Che belle parole Gabriella!!!
Io non mollo mai, amo le sfide e le nuove avventure. Tutto sarà molto diverso, ma credo di averne davvero bisogno in questo momento.
Grazie e un abbraccio
Cara Drusilla, forza per questa nuova sfida, l’atteggiamento positivo e l’essere circondati anche da famiglia e amici aiuta tanto quanto buone terapie farmacologiche e buoni medici…per cui buon rientro in Italia, per adesso…poi chissà cosa riserva il futuro! 🙂
Grazie Tiziana!
Decisione difficile ma credo giusta. Conosco un po’ la S.M. E credo che curarsi in Italia sia meglio che non nel deserto dove. penso, l’unico vantaggio sarebbe il clima. Auguri, dai battaglia, non mollare MAI. Dovrà ben stufarsi di farti compagnia!
Posso immaginare molto bene cosa tu stia provando Drusilla…. Lo scorso novembre mi sono ritrovata a fare la stessa scelta…. non è facile purtroppo vivere all’estero con una patologia cronica degenerativa..
E per quanto sia criticato, il nostro sistema sanitario nazionale ci garantisce una protezione, di diritto!
In bocca al lupo per questa nuova avventura … non ti conosco, ma sono certa che la fronteggerai con una grande grinta!
Ti seguirò dall’italia!