Il mese scorso vi ho raccontato che ogni tanto mi capita di soffrire di mal d’espatrio.
Di avere voglia di nuovo di vivere con quella costante adrenalina che ti serve per affrontare tutte le difficoltà che una vita all’estero ti mette davanti giornalmente.
Non che le difficoltà non ci siano anche nella nostra vita in Italia, ma il fatto che a questo si aggiunga tanta quotidianità e poche di quelle prime volte di cui ci parlava la nostra Valentina dalla Svizzera, fa sì che io mi trovi a desiderare ancora di vivere con quel pizzico di pepe e quella scarica di adrenalina che la vita all’estero ti regala.
Al momento un ulteriore trasferimento altrove non è nemmeno nei nostri pensieri, soprattutto perché il piccolo di casa non si è ancora del tutto ripreso dal rientro avvenuto due anni fa e non potremmo mai pensare di destabilizzarlo nuovamente.
Quindi cosa fare per combattere il mal d’espatrio che ogni tanto mi prende e sono sicura sentiranno altre persone rientrate in Italia dopo un’esperienza all’estero?
Ho delineato una serie di punti in cui vi racconto ciò che ho capito farmi stare meglio e trovare un po’ un’immaginaria via di mezzo fra la vita in Italia e quella all’estero.
Come combattere il mal d’espatrio?
Imparare a dire di no. O perlomeno farlo molto più spesso.
Quando si rientra dall’estero si è pieni di sensi di colpa per non esserci stati in tanti momenti importanti di famigliari ed amici. O semplicemente per non aver fatto godere ai nonni i nipotini. In più, in quella che è stata la nostra esperienza, in Italia ci sono molti più impegni nel weekend di quanto avveniva all’estero. Il catechismo, i compleanni dei compagni, le partite di calcio dei bimbi, gli eventi a scuola. Finisce che ogni fine settimana c’è qualcosa al quale presenziare, spesso sia al sabato che alla domenica.
Così che non siamo mai liberi di fare una piccola gita, invitare gli amici che non vediamo da tempo per una grigliata o semplicemente decidere di oziare in casa.
I primi due anni in Italia sono stati una corsa continua per accontentare tutti. Ora ho deciso che è ora di tirare fuori un po’ di sano egoismo. Ammetto che è una cosa che mi riesce con grandissima difficoltà perché nella mia natura c’è di pensare molto agli altri, ma ho capito che ogni tanto ce n’è bisogno. Perché cercare sempre di accontentare gli altri ti priva di tempo da passare come tu vorresti davvero in quel momento.
E così ho iniziato a prendere qualche timida presa di posizione. Dicendo no a pranzi familiari, non andando a qualche compleanno o qualche cena dei vari gruppi che hanno a che fare con la vita sociale dei bimbi. Non è stato facile, ma così facendo ci siamo ricavati tempo per prolungare le vacanze estive come volevamo. O per ricavarci un weekend da qualche parte o anche solo una giornata in un posto diverso. E con questo arrivo diritta proprio al secondo punto.
Viaggiare. Non intendo solo andare oltre oceano o stare via almeno una settimana. Dentro al viaggiare metto tutto, anche uno spostamento di un solo giorno. Perché viaggiare ci regala uno stacco dalla nostra quotidianità . Nuovi ritmi, nuovi profumi, cibo diverso. Un po’ di sana adrenalina. Come vi ho raccontato anche qui.
Vanno bene viaggi e gite programmate, ma vanno bene anche le uscite decise lì per lì. Ci si alza al mattino, si vede che è una splendida giornata e si decide di andare al mare anche se è quasi ottobre. O a Venezia.
A volte si arriva al fine settimana stanchi fisicamente e pensare anche solo di passare fuori la giornata, rimandando alla sera la lavatrice o il riordino, ci deprime. E invece vi dico di uscire comunque, di rompere la routine e quello che fate di solito. Alla sera sarete piene di energia e carica e penserete che avete fatto proprio bene ad andare. Perché passare il weekend a casa vuol dire spesso compiere le stesse azioni che compiamo durante la settimana. Soprattutto per noi mamme che dobbiamo comunque riordinare, cucinare e lavare. E se non ci fosse proprio la possibilità di partire?
Fare qualcosa di nuovo. Qualsiasi cosa. Dall’iniziare a fare yoga all’andare a correre. Dal trovare tempo per visitare una mostra al mettersi d’impegno per rivedere un’amica che non vedevamo da tempo. Dal provare un nuovo ristorante allo sperimentare una ricetta etnica a casa. Le possibilità di fare una piccola nuova esperienza sono pressoché infinite e possono essere anche poco dispendiose.
Seguire una propria passione. Può essere una passione nuova o una che avevate da bambine e che per i motivi più svariati non avete più seguito. Nella vita di ognuno c’è e ci deve essere una qualche passione. Fare giardinaggio, ballare, dipingere, fotografare. Scrivere un diario o raccontarsi in un blog se amavamo scrivere. Infilare perline per fare collane, ricamare, tagliare e cucire. Vedervi film d’autore o leggere un libro. Qualsiasi cosa vi piaccia. Dentro ad ogni settimana ci devono essere sempre un paio d’ore per una propria passione da coltivare.Questo punto in realtà va bene sempre, non solo contro il mal d’espatrio. Ma per chi si sente di vivere una vita più ordinaria di rientro dall’estero, è un’ottima soluzione per sentirsi più vivi e positivi.
Questi sono i quattro punti che ho delineato finora e che sto cercando di mettere in pratica. Devo dire che, anche se non ci riesco sempre, quando lo faccio, mi sento molto meglio.
Soprattutto non mi sento inghiottita da quella routine quotidiana che ti fa sembrare le giornate sempre uguali. Quello scorrere del tempo che, quando conduci una vita un po’ piatta, sembra correre ancora di più. Consigli validi sia per il mal d’espatrio che per una vita non del tutto soddisfacente.
E voi? Avete qualche strategia diversa? Se sì scrivetemele nei commenti.
Federica, Italia
Ciao
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