Esiste il mal d’espatrio?
Io credo proprio di sì e credo di averne sofferto dopo essermi ristabilita in Italia. E forse, ogni tanto, quando mi capitano giornate che scorrono inesorabilmente sempre uguali, mi capita di avvertirlo ancora.
Qualche tempo fa leggevo un post della nostra Valentina dalla Svizzera che mi ha fatto riflettere.
Lì raccontava di quanto star crescendo un terzo figlio le stia facendo rivivere delle prime volte che ormai non si aspettava più. Questo perché ogni figlio è diverso, ma anche, nel suo caso, perché ogni volta si è trovata a farlo in luoghi e case diverse.
Partendo da questo, fa un confronto fra la sua vita e quella di tanti amici milanesi che hanno proseguito la loro vita sempre su un unico binario. Prefissato e senza grosse sorprese. E, di contro, anche senza più grandi stimoli.
Mentre la sua vita da expat itinerante, difficile sotto tanti aspetti, le ha regalato una vita piena di prime volte. Dalle più piccole, e all’apparenza insignificanti, come dover ritrovare un negozio preferito per acquistare cibo e vestiti, alle più importanti, come ricrearsi un giro di amicizie e, nel caso si fosse molto fortunate, anche trovare una migliore amica. Cose che portano stress sicuramente, ma nello stesso tempo ti costringono a vivere anche con mente e occhi ben aperti.
Perché se una nuova città non provi a viverla e a conoscerla difficilmente sarà più che un posto di passaggio. Perché se gli amici non li cerchi con tutta te stessa, difficilmente loro verranno a cercare te, soprattutto se autoctoni.
Su quanto l’espatrio ti cambi e ti faccia vivere sempre come se fossi sotto una scarica di adrenalina, ho già scritto diversi post. E lo credo sempre di più: l’espatrio ti fa vivere sempre come se tu avessi una carica di energia in più.
Perché ce ne è necessità. Perché non puoi mai mollare, devi sempre stare con tutti i sensi all’erta. Serve tanto tempo per ricrearsi una comfort zone e spesso, se sei un expat itinerante, non ci si arriva proprio perché è già ora di ripartire prima di esserci riusciti.
Certo, una comfort zone ti manca, e te ne rendi sempre più conto ogni volta che torni in Italia. Coccolata dalla mamma, cercata dalle amiche. Quelle amiche che bastano cinque minuti ed è come se non vi foste mai separate. Ti manca nel momento in cui rivivi nei luoghi che ti hanno vista crescere. Che riassaggi il tuo cibo.
E davvero ti chiedi come puoi farne a meno quando sei all’estero.
Però poi quando torni nella tua patria di adozione, insieme alla malinconia, ti accompagna anche la voglia di tornare ai tuoi spazi, ai tuoi ritmi, senza interferenze familiari. Perché all’estero la vita è più tua. La tua famiglia ti manca certo molto, però sei libera di organizzare il tuo tempo libero come più ti piace. Perché meno legami forti vicino significa anche meno impegni ai quali ci si aspetta che tu partecipi. Che sia il pranzo della domenica o il battesimo della seconda cugina.
Almeno dove sono stata io, non hai mille pubblicità televisive che provocano una discussione con i tuoi figli ogni giorno perché vorrebbero tutto, dal gioco allo zaino personalizzato fino alla t-shirt. Non hai edicole con i gadget che arrivano fino al marciapiede o autogrill gremiti di giocattoli davanti ai quali sei costretta a passare per uscire. Discutendo sempre.
All’estero per me hai più possibilità di essere libera. Alcune, come quelle sopra, sono piccole libertà, ma mettendone tante insieme, diventano una certa dose di libertà.
Quando rientri in Italia dopo due espatri ci sono, come del resto in tutte le cose, dei pro e dei contro.
Il grande dono che la vita all’estero mi ha regalato non è solo ciò che ho conosciuto del mondo e la crescita personale. Mi ha regalato anche la capacità di apprezzare ancora più di prima l’Italia. Come vi raccontavamo nei nostri ultimi articoli sia io che Drusilla.
I luoghi, la bellezza, i cibi, i profumi.
E gli abbracci degli amici, le risate dei nipoti, il calore della famiglia. Quando non hai vissuto tutto ciò per anni, capisci ancora di più quanto siano importanti per te e la tua vita. E questo rende il tuo essere di nuovo in Italia molto bello e carico di emozioni.
Di contro, il rientrare nella tua comfort zone, è come se ti mettesse dentro ad un bozzolo. Più protetta e calda, ma con meno capacità di guardare oltre e lontano. Le capacità ci sono ancora, perché ormai l’espatrio ti ha cambiato per sempre e sei una nuova tu che si trova a rivivere in Italia. Però ti sembra che la tua curiosità, la tua voglia di scoprire, non siano più sufficienti. Ti trovi imbragata nella quotidianità, nel correre dietro ai figli, nel seguire la scuola, nel rispettare gli impegni.
Mi chiederete a questo punto: “Perché tutto ciò non devi farlo anche all’estero?”. E me lo sono chiesta anch’io in questi due anni da che sono in Italia. Certo che lo devi fare anche all’estero ma, non so perché, la sensazione è diversa.
Ed io credo che siano proprio quelle prime volte di cui parlava Valentina che rendono la tua vita meno abitudinaria, più effervescente, con più senso di novità.
Quella continua adrenalina che senti scorrere dentro di te, quel dover sempre essere all’erta, aperti e curiosi danno alla tua vita più condimento. Più effervescenza. È un additivo.
Questo credo sia il mal d’espatrio.
Come combatterlo? Di questo magari ve ne parlo in un altro post che questo forse è già stato abbastanza sconclusionato, ma non è facile discernere i sentimenti ingarbugliati e contrastanti di un expat che non lo è più.
E voi? Soffrite o avete sofferto di mal d’espatrio?
Federica, Italia
Non lo so , se esiste veramente per me il mal d’espatrio….non sono una che torna sui suoi passi ..in rete c’è il mio post sulla nostalgia che non ho , che non vivo….vero in Italia quando torno ritrovo le amiche ….e verissimo…bastano 5 minuti ed è come il tempo e le distanze fossero magicamente annullate..ma provo solo inadeguatezza e disagio , uno strano malessere…che mi accompagna tutto il tempo in cui “devo ” stare in Italia….ho una madre anziana tre figli e legami profondi d’amicizia..ma non bastano a non farmi provare il desiderio di scappare ..non apprezzo di più l’Italia standoci per alcuni ..per me …lunghi e pesantissimi giorni…anzi …provo una sorta di dolorosa compassione per chi non se ne può andare per svariati motivi…tipo mio fratello…o qualche amica che metterei nel trolley con me…sento forte la sensazione di un luogo che non mi appartiene proprio più….ogni giorno mi sveglio quando sono in Italia e faccio il conto di quanti giorni ancora dovranno passare per tornare alla mia ..o mie…:-)) patrie d’adozione…ora infatti sto per partire per l’Italia ..e faccio un grosso lavoro su di me , per non avvertire quella sensazione di “non voglio”…penso a chi incontrerò ..i miei figli ..la famiglia ..le amiche buddiste ..legami forti…respiro a fondo , metto a tacere quel cuore che batte d’ansia …e sembra non calmarsi..i mille negozi tutto quello che so di trovare , la moda …la gente ovunque….tutto il cibo che non trovo qui….non mi mancano..per nulla…in Italia ci sono nata.Punto.ho altre mille patrie…Expat convinta e felice…mercoledì sarò in Italia…già la bocca dello stomaco si chiude…il cuore sembra un concerto per percussioni…ok, buon viaggio a me …Yes I can
Allora Gabriella mi sa che tu ce l’hai proprio bello forte il mal d’espatrio!! Nel senso che difficilmente ti riadatteresti a vivere in Italia. Direi che emerge da tutto quello che racconti…
Ti capisco Federica. Dopo il rientro dal primo espatrio ho sofferto di una nostalgia incredibile e mi sentivo costretta a ricominciare a vivere in un posto che non conoscevo e non volevo accettare. La vicinanza relativa dei familiari riusciva ad attutire solo in parte quel frastuono interiore che urlava e batteva nella mia testa e nel mio cuore. Queste sensazioni mi hanno accompagnata, ahimè, per anni e col tempo ho imparato a soffocare tutto. Dopo 10 anni, i grandi cambiamenti nella nostra vita ci hanno messo di fronte ad un bivio e allora è tornato tutto a galla e ci abbiamo messo pochissimo a pensare di tornare all’estero. Le valutazioni sono assolutamente personali e dipende molto dal tipo di esperienza che si è vissuta e da quanto l’espatrio ci abbia cambiato. Secondo me, il mal d’espatrio esiste eccome. Ti auguro di trovare la tua nuova dimensione in Italia o di poter tornare presto all’estero, ovvero ciò che ti consentirà di sentirti, prima possibile, nel ‘tuo’ posto nel mondo.
Ciao Barbara e grazie per avermi raccontato la tua esperienza. Come dici tu dipende molto dalle esperienze personali. Infatti il mio non è un vero e proprio malessere come è stato per te. Dalla mia ho avuto la fortuna di ritornare in una casa che amo tantissimo e che avevamo acquistato solo un anno prima di partire. Avendo espatriato poi in luoghi molto remoti come Cina e Thailandia ha fatto sì che con i familiari ci vedessimo davvero poco e che sia stato bello tornare per loro e per noi. Quello che mi manca, come ho cercato di spiegare, è più quell’euforia ed adrenalina che nel quotidiano è difficile trovare. Quelle famose prime volte…
Io sinceramente sono in una situazione un po’ a metà, sono rientrata, ma non a casa mia quindi l’unica comfort zone sono il cibo e la lingua, ma per il resto mi sento un po’ expat in patri.a che è anche peggio perché quando lo dico a qualche italiano mi guardano sempre malissimo.
Di contro scopro parti d’Italia mai viste, ma sento comunque la mancanza di casa, di una vera casa dove posso chiedere alla vicina, alla mamma, alla nonna, all’amica se per un attimo mi guarda i bimbi mentre io sbrigo una cosa…in questi ultimi 12 anni ho fatto solo 5 anni di espatrio, ma non ho mai avuto la mia comfort zone!
sigh pure io sono tornata in Italia ma non a casa mia… e questa città mi è davvero aliena, come due persone caratterialmente incompatibili. Ho perso tutto quello che mi piaceva dell’estero senza il bello dell’essere tornata a casa. Per vedere la mia famiglia devo ancora fare tante ore di viaggio, anche se sono molto più vicina. Non ho vicini nè gli amici storici nè quelli conosciuti all’estero e devo dire che nella città dove vivo ora, così lontana dal mio stile di vita e dalla mia mentalità, la vedo dura farmi delle nuove amicizie.
Sono qui solo per il mio ragazzo e mi chiedo ogni giorno quale sia il confine tra un compromesso necessario che rientra nei (giusti) sacrifici da fare per una relazione di coppia e un totale annullamento di me stessa e dei miei desideri per stare con l’altra persona.
Mi sogno Dublino o qualche nuova città almeno una volta a settimana….
Mi sembra di leggere la mia storia… Anche io sono in Italia in una città lontana da casa mia. Sono qui perché il mio compagno ha trovato un lavoro. E spesso mi faccio le tue stesse domande. Io sono una persona ambiziosa, non riuscirei solo ad essere la compagna di X che si sposta per permettergli di incrementare la sua crescita personale. Leggo molti post e la maggior parte sono tutti di donne che seguono il compagno X di turno in giro per il mondo. Perché mai il contrario? Perché sempre noi dobbiamo scendere a compromessi?
Sono con gli stessi dubbi…e sono tentatissima di tornarmene dalle mie parti, almeno per un paio di anni e che mio marito faccia un po’ di pendolarismo, che sia lui un po’ a sacrificarsi per me e per i bimbi, dato che secondo me anche loro sarebbero più tranquilli vicino alla nonna.
Non lo so, vedremo…
non lo so proprio, però è un dato di fatto. Tra le persone conosco e le storie che leggo online non sono riuscita a trovare un esempio di un uomo che è espatriato o è tornato in Italia per stare con la sua compagna, sempre il contrario
🙁
Anche io come un po’ tutti gli espatriati, amo e apprezzo il mio paese più adesso che non ci vivo che non prima ma se dovessi rientrare indefinitivamente sarebbe dura. Ho scelto di vivere all’estero per coronare e definire ancora meglio il mio sogno e desiderio di quella libertà che in Italia secondo me sotto tanti punti di vista è limitata come anche tu hai scritto. Non ho mai avuto la famiglia felice enumerosa che a tanti expat manca ma certo mi manca la familiarità che ho con il mio paese, la mia lingua e la nostra bella cultura ma sono fortunata a poter rientrare per prendermi solo il meglio e poi ripartire. Devo ammettere però che se trovassi un giorno un paese che mi convince di più dell’Australia dove vivo adesso, probabilmente riuscirei anche a tagliare di più con l’Italia ma per adesso mi mancano tante cose, o forse dovre Dire piuttosto Europa che non Italia perché è questa che mi manca. Per adesso Europa batte Australia ma chissà che in futuro non trovi un paese che mi fa sognare di restare per sempre. Hai valutato un altro espatrio? Mai dire mai!
Noi ora ci troviamo in una fase dell’espatrio strana oserei dire. Causa cambio lavoro un anno fa ci siamo traferiti in un’altra citta’, proprio quando ormai avevamo raggiunto il nostro equilibrio. A Barcelona ci sentivamo come a casa. Poi abbiamo dovuto riniziare tutto da zero, lasciare la nostra bellissima casa, i nostri amici e piano piano crearci la nostra nuova comfort zone. Credo che la unica che si sia adattata per il meglio e’ nostra figlia, noi fatichiamo un po’. E qui viene il bello: mio marito ora puo’ tranquillamente lavorare da casa quando non e’ in viaggio ( cioe’ la maggior parte del tempo). Si tratta di scegliere: dove andare a vivere? Stare qui, ritornare a Barcelona? In Italia, ma in Italia dove??? Io ho molta paura dello shock da rientro, del mal di espatrio, anche perché in Italia non potrei mai ritornare in Sardegna ( la mia terra), quindi dovrei scegliere Roma o Milano, perché dobbiamo vivere vicino ad un aeroporto internacionale. Che fare??? Se devo ascoltare il mío cuore tornerei in Catalunya, ma ora preferisco aspettare che si calmino le acque vista la situazione política. Insomma, bel casino. Qualcuna di voi si e’ trovata in questa situazione?