L’ho detto nel titolo.
La disgrazia del nome lungo.
O del nome italiano, o entrambi.
Ma mi si deve spiegare perché ogni volta che mi presento ad uno straniero la prima cosa che succede è che il mio nome venga storpiato.
Per gli americani ed inglesi divento subito Stephanie.
Ed io che mi affretto a correggere, pensando che abbiano capito male.
Mi becco occhiate di sufficienza, se va bene.
Oppure la dichiarazione che beh, tanto è uguale.
In casi rari, arrivano le scuse e parte la pratica.
Avete capito bene: la pratica.
Non mi spiegherò mai perché il mio nome, Stefania, risulti tanto complicato.
E per un secondo, un nanosecondo, mi dispiace pure.
Poi mi ricordo che io posso benissimo leggere Siobhan e pronunciarlo “Shivon” o impare a memoria tutti i nomi Pakistani, Indiani, Arabi o Coreani dei miei alunni.
Imparare la differenza, con una certa fatica, tra Katherine, Katrin e Catherine e pronunciarli di conseguenza.
E smetto di dispiacermi.
Per i sudamericani invece divento all’istante Estefanìa, con accento sulla i.
Partita persa in partenza quella del nome scritto: per quanto possa firmare ogni mail o messaggio in modo corretto siate pur certi che in risposta beccherò un Stephania, e la f se ne va a farsi benedire…
Ma se io mi lamento l’augusto consorte di certo non ride.
Perché finora, lo giuro, due persone soltanto, sulle tantissime incontrate, sono riuscite a pronunciare “Federico” come si dovrebbe.
Già, è automatico che diventi Fredrico o Frederico se va bene. Non si scappa. Non se ne esce nemmeno pregando tutti i santi.
D’altronde, molti di noi all’estero l’avranno notato: un menù con i nomi dei nostri piatti storpiati sarà capitato a tutti.
Quella che preferisco, la pizza Margarita.
Leggerla qui in Arabia, dove gli alcolici sono severamente vietati, almeno mi strappa una risata 😉
La ricetta di oggi fa parte di quegli sfizi “fit” che spesso uso come snack prima di un allenamento, ma le mie amiche ed il consorte hanno decretato che sono buoni, e parecchio, e si meritano di essere condivisi anche con chi in palestra non ha intenzione di metterci piede!
Casualmente vegan, casualmente gluten free, casualmente senza lattosio, senza uova e senza cottura: insomma, una specie di miracolo 🙂
E grazie al sito BenderFitness per aver condiviso la ricetta sulla sua pagina Facebook!
TARTUFINI AL CIOCCOLATO SENZA….TUTTO
per circa 15 pezzi piccoli
90 g di datteri, pesati senza nocciolo
65 g di noci (oppure mandorle, o nocciole) non tostate
20 g di cacao amaro
un pizzico di sale
un pizzico di cannella, se piace
granella di noci, mandorle o nocciole, zucchero a velo, cacao….per la copertura
Mettere tutti gli ingredienti nel boccale del robot da cucina.
Far andare le lame finchè il tutto sarà quasi una pasta, ci vorrà un minuto circa.
Dividere quindi l’impasto in piccole palline da circa 2 cm di diametro.
Rotolare le palline nella copertura scelta e far riposare in frigo mezz’ora prima di servire.
NOTE
- i tartufini si conservano qualche giorno in frigo, oppure potete congelarli e dureranno anche tre mesi se così conservati.
Arabafelice, Arabia Saudita
Ha collaborato con Amiche di Fuso da gennaio 2016 a marzo 2018
cara Stefania, (beh per noi è facile…), grazie per la ricetta sfiziosa! Me la copio!!!
Grazie a te!!
Sì sì, è certo: io ti amo!! Ahahahahah
[Datteri e cioccolato. E un pizzico di sale. Con un rhum che lì è bandito, ma che così travestito posso passarti sottobanco…..anche io ne ho appena fatta una versione. E vi cedo volentieri non solo prima di un allenamento :D].
Fai bene allo spirito, Stefania!!
Ahahhahaha mi fai morire 😀
A chi lo dici! Oltretutto io ho inglesi e americani che si dividono, metà mi chiama Elissah e metà Elaiza… per poi lamentarsi quando non mi giro! 😀
E certo, figurati…
Per fortuna che non usano diminutivi come facciamo noi, altrimenti sai che risate…ahahah
Però la pizza Margarita è quello che mi fa più ridere
Sai una cosa carissima omonima???
Ho tutti gli ingredientiiii
Ohhh siiii
Domani, sì domani me li faccio e me li pappa
La pizza Margarita è veramente una cosa che mi fa morire. E grazie per averli provati e mostrati! 🙂
Un abbraccio cara e dolce omonima 😀
complimenti per lo spirito con cui tratti tanti argomenti e vivi la quotidianità in un paese così particolare…ed ora parto con la domandona: i datteri freschi o canditi? shukran 😉
Grazie! E datteri canditi, che si frullano meglio 🙂
wow ce li ho! corro a impiastricciare. grazie ancora! 🙂