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Due veneti a Sydney di Martina

Decidere di espatriare prevede una preparazione psicologica, materiale e organizzativa, soprattutto se la meta scelta prevede delle restrizioni per il lasciapassare: Martina racconta il suo percorso per Sydney.
Potete seguire le sue avventure sulla sua pagina Facebook.

Non è difficile prendere la decisione di cambiare continente: alla fine ti poni la domanda resto o vado? e ti rispondi. La vera difficoltà è tutto quello che consegue a questa tua decisione.
Sono passati ormai sei mesi da quando, alla fatidica domanda di K, il mio compagno, “Andiamo a vivere in Australia?”, ho risposto: “SI’!!!”

In questi mesi sono successe tante cose: l’ho comunicato ai miei genitori, al lavoro, agli amici, ho praticamente venduto tutto quello che non mi servirà più cercando di mettere da parte quanti piu soldi potevo15 e ho fatto ricerche on line per ore e ore perché sentivo che non potevo prendere una decisione del genere in modo definitivo senza essere informata sul come, sul dove, sul quando e sul perché.
Tutte queste ricerche mi hanno portata a capire che non bastava decidere di trasferirsi dall’altra parte del mondo. Bisognava farlo in modo organizzato.

Nella mia vita ho lasciato poche cose al caso. Per me è fondamentale conoscere tutto quello che può succedere a seguito di una mia decisione o almeno avere la presunzione di conoscere tutto. Per poterlo fare non mi bastava il web, dove spesso ho trovato pareri discordanti. Era fondamentale rivolgersi a qualcuno che fosse piu preparato del web. Ma non solo!!! Avevo davvero bisogno di qualcuno che potesse diventare il mio punto di riferimento per la risoluzione di tutti i miei dubbi, dubbi che ormai mi tenevano sveglia la notte. Ecco perché ho deciso di rivolgermi ad un’agenzia di Milano, un’organizzazione educativa che ti assiste gratuitamente in qualsiasi percorso di studio, lavoro e viaggio in Australia. Un bel martedì io, accompagnata da K, sono andata a Milano e ho incontrato Andrea, questo ragazzo è riuscito a sopportarmi come in pochi sarebbero stati in grado di fare, e con lui ho scambiato circa 150 mail in 40 giorni.

Vi immaginate la pazienza?! Grazie a lui ho capito che per andare dall’altra parte del mondo, in quella che è diventata la mia nuova casa, serviva un visto particolare chiamato StudentVisa e che per ottenerlo bisognava fare mille cose, rispondere a mille domande e avere un sacco di soldi da investire.
Era il nostro nuovo progetto di vita e ho deciso di fare tutto quello che serviva per realizzarlo.

La maggior parte dei ragazzi, ma non tutti, che prendono la decisione di trasferirsi dall’altra parte del mondo hanno meno di 30 anni. Partono con il loro bellissimo Working Holiday Visa e pochi soldi in tasca perché tanto, una volta arrivati là, possono lavorare full time e trovare una stanza condivisa con qualche altro coetaneo che ha in comune quell’avventura. Quando si hanno meno di 30 anni si parte senza pensare troppo a quel che sarà. L’unica cosa di cui si è consapevoli è che, con il Working Holiday Visa, si ha l’opportunità di stare 12 mesi in Australia.

Io invece ho ormai 32 anni e l’ipotesi del WHV non è piu opzionabile per me.
Io avevo solo un modo, in realtà ce ne sono di più ma adesso non sto qui ad elencarli tutti, per entrare in Australia: frequentando un corso, che poteva essere di lingua inglese o professionalizzante, che mi avrebbe permesso di ottenere un visto (lo student visa appunto) che sarebbe durato tanto quanto la durata del corso stesso.
Alla fine ho cercato di capire su cosa mi volevo specializzare e ho scelto il mio corso e sono così riuscita a fare un altro passetto in avanti.

Il prossimo step era prima pensare all’assicurazione sanitaria che occorre pagare prima di richiedere il visto e poi compilare un questionario infinito che il governo australiano ti sottopone per capire cosa stai andando a fare nella terra dei canguri, perché vuoi andare a studiare in Australia e non lo fai in Italia, quanto tempo hai bisogno di soggiornare lì e quali sono le tue intenzioni una volta finito il corso.

Vogliono sapere tutto di te. Tuuuuuttoooooo.

Alla fine, dopo aver scelto il corso, aver pagato l’assicurazione sanitaria e aver risposto alla mille domande, la mia application per il visto è stata inviata!
Da quel momento ci sarebbero voluti fino a 28 giorni per ottenere una risposta, che poteva essere anche negativa. E l’ ansia ha iniziato a salire. Mi ero già preparata psicologicamente ad aspettare 28 lunghissimi giorni… invece, la mattina dopo aver inviato l’application, il visto era già arrivato!
Salti di gioia sul letto (erano le 7 del mattino) e dolci effusioni scambiate con K.

Un altro passetto in avanti era stato fatto.

Il visto lo avevamo e il biglietto aereo anche, ed era sola andata.

Oggi sono passati quasi due mesi da quando siamo arrivati a Sydney: è un’esperienza meravigliosa!

Tra venti anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto… ma da quelle che non avete fatto. Levate dunque l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.

Martina, Sydney.
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