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Il MONA di Hobart – un capolavoro made in Tasmania

Written by Amiche di fuso

Il MONA (Museum of Old and New Art) lo si scorge da lontano, appena imboccata l’autostrada subito fuori dal centro di Hobart. Con la sua architettura unica e particolare, il MONA spicca nella penisola di Berriedale, in un’ampia ansa del fiume Derwent. Siamo a Hobart, piccola capitale della Tasmania, ma città dal grande fascino. Il MONA è la sua punta di diamante, rinomato soprattutto in Australia ma sulla buona strada per diventarlo anche a livello internazionale. Non vedevo l’ora di scoprire cosa avesse di così speciale da offrire!

Inaugurato ufficialmente nel 2011 (anche se in realtà si tratta della versione nuova del Moorilla Museum of Antiquities, fondato nel 2001 sempre da Walsh), il MONA è il più grande museo privato in Australia. Descritto dal suo fondatore David Walsh (un giocatore d’azzardo professionista) “un Disneyland adulto e sovversivo”, tutte le sue esibizioni ruotano attorno a 3 temi: amore, sesso e morte. Il museo presenta pezzi antichi (come vasi, sarcofagi, statue, ecc), ma il suo punto forte sono le opere d’arte moderna e contemporanea.

MONA

Snake di Sidney Nolan

L’arrivo al MONA già preannuncia un museo fuori dal comune. A prima vista il palazzo è infatti un basso edificio a un piano solo, color terracotta come tutto ciò che lo circonda. Tutto sembra tranne che l’ingresso di un museo. Quello che questa entrata anonima cela è invece che l’edificio si sviluppa in profondità, su 3 piani scavati nella roccia, in un’atmosfera volutamente intima, ma anche nefasta. Walsh infatti voleva un edificio che

could sneak up on visitors rather than broadcast its presence … ‘a sense of danger’ that would enliven the experience of viewing art.

E la location sotterranea, il gioco di luci, i materiali usati e perfino la temperatura influenzano e fanno parte della visita a questo museo così unico nel suo approccio.

Tim, un'esibizione live del MONA

Tim, un’esibizione live del MONA

Il MONA ospita 400 opere artistiche che sono parte della collezione privata di David Walsh che conta migliaia di opere. Di permanente al MONA c’è ben poco, e anche la collezione generale, chiamata ‘Monanism’, cambia frequentemente. Degni di nota per la loro unicità sono sicuramente “Snake” di Sidney Nolan, che ha influenzato l’intera struttura del MONA; la “Cloaca Professional di Wim Delvoye, una macchina che riproduce il funzionamento dell’apparato digerente (tappatevi il naso prima di entrare, mi raccomando!); “bit.fall” di Julius Popp, una cascata di parole che dovrebbe rappresentare la saturazione del nostro cervello; e “Cunts… and other conversations” di Greg Taylor, letteralmente un muro di calchi di patate (non quelle che si mangiano…).

MONA di Hobart

Alcune delle opere esposte al MONA

Ci sono poi ovviamente mostre temporanee che si susseguono. Al momento della mia visita (dicembre 2016) c’era On the origin of art, che include quattro mostre in risposta alla domanda di Walsh “Perché abbiamo bisogno dell’arte?”, e Hound in the Hunt di Tim Jenison, che presenta una nuova tecnica per dipingere ritratti realistici. Una roba per esperti del mestiere, se proprio volete saperla tutta.

Ma il MONA non è solo un museo. All’interno della proprietà c’è un ristorante, un bar, un mercato, un’azienda vinicola e perfino un campo da tennis all’entrata. Inoltre, il museo organizza eventi musicali e artistici durante tutto l’anno, ma soprattutto d’estate. Insomma, il MONA é the place to be in Hobart!

L'ingresso poco ortodosso del MONA

L’ingresso poco ortodosso del MONA

Cosa ne penso di questo museo così controverso e particolare? Che non ci vorrei venire con mia madre, perché di fronte a certe opere mi troverei davvero in imbarazzo! Ma questa sono io e non voglio certo generalizzare… Trovo molto bello il fatto che il museo sia gratis per tutti i residenti in Tasmania. Inoltre a tutti, incluso nel prezzo ma da restituire all’uscita ovviamente, viene dato “O”, un Ipod touch che guida la visita all’interno del museo con semplicità e comodità. Trovo molto bello e suggestivo il bar in fondo al museo, così come il ristorante all’uscita del museo e la serie di concerti gratuiti che il MONA offre.

Quindi, che dirvi… Il MONA di Hobart non è un museo banale né per tutti, ma è un museo estremamente stimolante e interessante. Se passate per Hobart non potete perderlo!

Sono stata invitata dal MONA come ospite e ringrazio immensamente per l’accoglienza. Pensieri e opinioni espresse sono e restano miei. 

Claudia, Australia

Claudia ha collaborato con Amiche di Fuso da dicembre 2014 a novembre 2019.

Potete leggere Claudia qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

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