Come ogni volta che succede qualcosa di importante nella politica italiana, in questi giorni ho la tentazione di cancellarmi da Facebook. Poi non lo faccio mai, ma anche in queste settimane, dopo il referendum italiano, mi ritrovo così stufa di fare e leggere commenti politici, che la mattina penso «Oggi è il grande giorno: me ne vado».
Quest’anno però è un po’ diverso: c’è chi mi sta chiedendo «Ma perché ti interessa così tanto la situazione del tuo paese? In fondo l’Italia non è più il tuo paese». In effetti tecnicamente il ragionamento è ineccepibile: oggi io vivo in Lussemburgo, usufruisco delle scuole e dei servizi lussemburghesi, e in Italia torno giusto per le vacanze (o per il parrucchiere 😀 ) , quindi perché preoccuparmi?
Eppure mi preoccupo, e se possibile mi preoccupo ancora di più oggi rispetto a ieri, quando ero in Italia tutti i giorni.
Ci sono expat che dicono che da lontano la situazione si può osservare meglio. È vero, è difficile negarlo: vivere in altri paesi ti permette di confrontarti con altre realtà e quindi di avere più metri di paragone, anche se ovviamente oggi una persona può essere un fine analista politico anche senza essere mai uscito dai suoi confini. E in più, in contrapposizione a questo punto, molti dicono che «se non vivi una realtà non puoi giudicarla».
Ma non è questo il mio punto. Il mio punto ha a che fare con l’affetto per il mio paese: io da quando sono via sono molto più appassionata alla politica italiana perché, banalmente, ci tengo. Noi non siamo scappati dall’Italia, non ci siamo trasferiti perché stressati dai mille problemi burocratici o perché cervelli in fuga. Noi ci siamo trasferiti semplicemente per seguire il posto di lavoro di mio marito, come fanno centinaia di migliaia di persone nel mondo, che però rimangono legate alla loro terra d’origine.
Da lontano mi ritrovo a fare il tifo non tanto per uno schieramento politico (beh sì anche per quello, dai), quanto per il futuro del mio paese, che detta così sembra una cosa stucchevole, eppure, che ci posso fare, sarà stucchevole, ma succede. Vorrei che gli italiani (anche io, eh, dato che dall’estero posso votare) facessero le scelte giuste in un’ottica di crescita e di progresso, vorrei che votassimo tutti per il bene del nostro paese e non perché amiamo o odiamo determinati personaggi politici, e da qui l’unico mezzo che ho di parlare di queste mie speranze, a parte la sera a cena con marito e amici – che non ne possono più, fra l’altro – è Facebook.
E quindi, manco a dirlo, parlare di politica su Facebook, soprattutto se sei una che al liceo veniva chiamata guné polemiké perché sempre pronta a discutere su ogni argomento, vuol dire litigare quasi ventiquattro ore su ventiquattro, arrivare a pensare io questa persona domani la tolgo dagli amici, per poi invece alla fine postare mille cuoricini e dire «Sì scusa, hai ragione, ho esagerato», che è un po’ la metafora della mia vita: pensare di avere tutte le ragioni, arrabbiarmi tantissimo, e poi mandare tanti cuori e chiedere scusa.
E così insomma, anche oggi, spegnendo la sveglia dell’iphone dopo averla spostata in avanti 7 volte, mi sono detta «Oggi non posto nulla di politico», e due ore dopo ho condiviso un link che parlava proprio delle discussioni sulla legge elettorale.
Ok, io sono abituata a queste montagne russe emozionali quando si parla di politica, ma voi, dai vostri paesi, come la vivete? Vi sentite ancora coinvolti o no?
Valentina, Lussemburgo
Ha collaborato con Amiche di Fuso da Ottobre 2016 a Gennaio 2017
Proprio oggi ho annunciato sul mio account personale la mia dipartita da Faecebook. Negli ultimi mesi mi ritrovavo ormai troppe volte a pensare “Ma chi me lo fa fare ad arrabbiarmi per quello che leggo su Facebook?”.
Se poi stiamo in ambito politico, peggio ancora. Vivere all’estero mi ha permesso di creare una buona distanza, e di vedere i problemi politici in maniera più obiettiva e soprattutto meno Italo-centrica.
Ora che sono tornata in Italia, continuo sullo stesso ritmo: non ho la tv, quindi non guardo dibattiti politici e seguo la politica in maniera più distaccata, senza il bombardamento televisivo tipico dei tg italiani, ma leggendo le notizie da fonti nazionali e straniere. Mi sento decisamente meglio.
Certo che si!
Come prima, perchè resta il mio paese anche da lontano…mi informo, reagisco, soffro come quando abitavo in Italia! Ho anche sofferto perchè non ho votato al referendum per un ritardo nel ricevere il plico con la scheda elettorale (per il quale sarei voluta anche andare a fondo e capirne le responsabilità!)…
E da fuori si vedono certo più chiaramente i vizi di fondo della nostra politica.
seguo pochissimo la politica italiana e credo non a livello emozionale ….io vivo con pochissimi soldi qui dove mi sono …consapevolmente trasferita….gli italiani in Facebook….sono zero collaborativi…e poco disposti ad essere uniti e ad aiutare …si lamentano criticano ..ecc …per questo senza il minimo rimpianto…ho eliminato dopo anni e anni il mio account….il fegato preferisco rovinarmelo con la Nutella…Mi dispiace per l’Italia ma non più di quel tanto..non mi sento coinvolta..devono darsi da fare quelli che hanno deciso di rimanere…la vita è fatta di scelte attimo per attimo…