Il Giappone è di moda, si sa. Complice un impegno sempre crescente per attirare i viaggiatori e una congiuntura astrale non proprio favorevole a molti paesi del mondo, un tempo ambite mete turistiche, oggi considerate a rischio, l’Asia, e in particolare Cina e Giappone, conoscono un periodo di gloria destinato, nel secondo caso, ad aumentare, grazie ai prossimi grandi eventi che lo vedranno coinvolto: nel 2019 i Campionati del Mondo di Rugby, ma soprattutto Tokyo 2020, i Giochi Olimpici per i quali già si stanno preparando, fra ansie e cantieri e continui lavori.
Di conseguenza, anche dal punto di vista libresco si sprecano le traduzioni di autori giapponesi, e la letteratura di questo paese diventa un po’ più conosciuta. Io ho iniziato con Murakami Haruki tanti anni fa (il primo letto fu Norwegian Wood) prima ancora di poter immaginare che un giorno a Tokyo ci sarei venuta davvero.
Questo post vuole essere una lista, ovviamente spassionata, soggettiva e non esaustiva di qualche libro, romanzo e non, che può aiutare chi si accosta un pochino alla cultura giapponese, chi comincia a muovere i primi passi in direzione Sol Levante, magari chi progetta un viaggio o chi, come molti di noi, ancora non si spiega qualche scena dei cartoni su Bim Bum Bam.
1- Ruth Benedict, Il Crisantemo e la Spada. Modelli di cultura giapponese, edito in Italia da Laterza.
Questo e’ un vero e proprio trattato antropologico (vi rimando a piu’ approfondite ricerche sull’opera della Benedict), ma la sua genesi stessa e’ una storia a parte, in quanto questo bel libro e’ il risultato di uno studio commissionato all’antropologa americana dall’Office of War Information degli Stati Uniti, ed e’ stato pubblicato proprio dopo la bomba di Hiroshima e la resa del Giappone: insomma, senza troppi giri di parole, e’ nato come un vero e proprio manuale ad uso della truppe americane destinate al suolo giapponese, una sorta di libretto di istruzioni per capire questo paese cosi’ lontano e misterioso, ed i suoi abitanti. L’incredibile e’ che Ruth Benedict, nonostante in quanto statunitense non possa fisicamente mettere piede in Giappone per ovvi motivi legati al conflitto in corso, e che dunque non ha avuto alcuna possibilita’ di fare ricerca antropologica sul campo, riesce a regalarci un capolavoro, amato anche da chi non e’ appassionato di antropologia (ad esempio, la sottoscritta), ma amato soprattutto dai Giapponesi stessi! Ho avuto occasione di leggerlo durante un gruppo di lettura, con donne giapponesi di tutte le eta’, che anche a distanza di anni si sono ritrovate in molti dei modelli culturali sviscerati dal testo. Particolarmente utile per me e’ stata la distinzione della Benedict fra “cultura della colpa” e “cultura della vergogna”: mi ha fornito una chiave preziosa per capire davvero un po’ di piu’ della societa’ che mi circonda.
2 – Amelie Nothomb, Stupore e tremori (edito in Italia per Voland e Guanda) e La Nostalgia felice (Voland).
Non sono una grande amante della Nothomb, ma questi due romanzi brevi fanno davvero riflettere chi cerca qualche informazione in piu’. Personalmente trovo in alcuni casi che l’autrice esageri ed esasperi (a lungo tempo, proprio lei che si dichiarava amante del Giappone e giapponese d’adozione, e’ stata ostracizzata dall’editoria giapponese) alcune situazioni. Dall’altro, anche se purtroppo puo’ sembrare una doccia fredda a coloro che sono fan sfegatati di questo paese, alcuni passaggi, soprattutto in contesto lavorativo, sono tristemente reali. La mia personale opinione e’ che la Nothomb si sia considerata, per la sua storia familiare, giapponese per anni, e che si sia sentita respinta da questo paese cui si sentiva cosi’ legata emotivamente, cosa che l’ha spinta, talvolta con toni da bambina offesa, a criticare aspramente alcuni difetti di questa societa’. Nessuna sorpresa: per quanto si possa amare il Giappone, o esserne degli esperti conoscitori, o residenti da anni, parlarne la lingua alla perfezione… molto probabilmente se ne rimara’ sempre un po’ fuori. Il Giappone e’ per i Giapponesi, et puis c’est tout.
3 – Angela Terzani, Giorni Giapponesi, Longanesi
La moglie del più noto Tiziano ha vissuto con lui e i loro bimbi per cinque anni a Tokyo. Il libro che ne deriva altro non e’ che una rivisitazione dei suoi diari e appunti personali, dal quale si capisce benissimo il parere (negativo) su questa esperienza. La Terzani ha secondo me molti pregiudizi, sicuramente ha apprezzato molto di piu’ il suo soggiorno in Cina (va pero’ ricordato che dalla Cina il marito viene espulso, e dunque sono costretti a lasciarla). Rimane pero’ un libro godibile, di facile lettura, con qualche aneddoto curioso.
4 – Tatsuo Hori, Si alza il vento (Kappalab edizioni), e Durian Sukegawa, Le ricette della signora Toku (questo e’ il titolo del film nella versione italiana, mentre il romanzo non e’ stato tradotto nella nostra lingua, lo trovate in Francese e Inglese). Due storie dolci e malinconiche, che incarnano perfettamente certe atmosfere delicate, proprio quelle che ci aspettiamo.
5 – Per le lettori e lettrici francofoni: Karyn Poupee’, Les Japonais (Tallandier) e Eriko Nakamura, Naaaaande!? (Pocket). Il primo, un saggio appassionato sull’osservazione della vita quotidiana dei Giapponesi da cui scaturiscono interessanti analisi socio-culturali. Il secondo, una cronaca divertente della vita di una Giapponese trasferitasi a Parigi, davvero utile per capire che, quanto noi siamo increduli e perplessi di fronte ad alcuni incomprensibili misteri e usanze della cultura nipponica, cosi’ anche per loro l’Europa è piena di soprese… non sempre gradite!
Veronica, Giappone
Non conosco il Giappone, anche se mi piacerebbe molto visitarlo, però posso aggiungere alla lista Il sesso inutile, di Oriana Fallaci. Uno dei capitoli di questo libro sulla condizione delle donne nel mondo, è dedicato proprio alle giapponesi. Forse, essendo stato scritto nel secondo dopoguerra, molte cose sono cambiate, eppure, nel mio piccolo, pur non essendo stata in Giappone, l’ho trovato illuminante per comprendere questo Paese.
Vero verissimo, anche la Fallaci ci regala un bellissimo ritratto delle donne giapponesi (fra le altre) nel suo libro. Davvero difficile una lista esaustiva!