Provo un’invidia suprema per la forma fisica dei Giapponesi.
Eppure, nei konbini (mini supermercati aperti 24 ore su 24 fra cui i più famosi sono Lawson, SevenEleven, FamilyMart) troneggiano le cosiddette schifezze: cappuramen (ramen secchi a cui si aggiunge acqua per poterli mangiare, potere nutrizionale zero, praticamente un riempistomaco), snacks dai gusti agghiaccianti, cioccolata varia, KitKat che variano a seconda della stagione (vuoi perderti quello ai fagioli rossi? e ai fiori di ciliegio?), patatine al sapore di pesci vari…e ancora gelati, frutta secca, dessert.
Per non parlare dei chioschi lungo la strada, nelle metropolitane, alle fiere, nei parchi: crepes, mochi (dolcini giapponesi), bento box, spiedini, gli ambulanti che vendono ramen o soba tutta la notte vicino alle stazioni, e molto, molto altro.
In Giappone, e a Tokyo soprattutto, il cibo è venduto ovunque, a qualsiasi ora, e spesso è davvero a buon mercato (e buono in generale!).
Ovviamente i grandi ristoranti, soprattutto i maestri del sushi e del sashimi, hanno prezzi proibitivi, così come certi supermercati per stranieri, ma di norma si trovano cibi ottimi a prezzi convenienti.
I Tokyioti mangiano in continuazione, o almeno così a noi sembra. Di ritorno da un viaggio, fosse solo un breve weekend fuori città, è d’obbligo l’omyage, regalo da portare ai colleghi in ufficio e agli amici, che si traduce sempre in acquisti alimentari: biscottini, dolci o frutti tipici del posto in cui si sono passate le vacanze. E niente va buttato.
Poi ti guardi intorno e qualcosa non quadra: ma voi, com’è che siete tutti magri? Perchè io riesco a mettere peso solo a guardare una pizza e mi tengo a distanza dai reparti ipercalorici del Lawson sotto l’ufficio, e voi avete sempre qualcosa a portata di mano, fosse solo un beverone di Starbucks?
Ormai, dopo un anno e quasi tre mesi di osservazione capillare in metro, al supermercato, al lavoro e in strada, posso dirlo: la percentuale di persone in sovrappeso o obese è davvero minima rispetto all’Europa, e lo si vede a colpo d’occhio.
Più leggo, più li osservo, più li conosco, e più il puzzle comincia a prendere forma…
Queste le idee che mi sono fatta:
1 – Le porzioni: certo, si mangiano il biscotto al cioccolato a metà pomeriggio, però a guardarli a tavola si capisce come le quantità, per adulti e bambini, siano davvero più piccole rispetto alle nostre (per non parlare di quelle americane, che farebbero svenire i colleghi di mio marito in mensa).
2 – L’alimentazione: ad osservare all’ora di pranzo un qualsiasi bento o set lunch in un ristorante tipico, si capisce come quella giapponese sia un’alimentazione davvero equilibrata e sana, a parte qualche fritto in certi piatti, rispetto a molte altre culture. Il pasto è di solito così costituito: una porzione di riso, una zuppa miso, pesce oppure carne, preparati in una miriade di modi, qualche verdura marinata a fianco. Il dessert è spesso rappresentato da un piccolo frutto (una fettina di melone, ad esempio) oppure un sorbetto. Spesso neppure c’è.
3 – Mettiamoci anche la genetica. Quella che fa si che gli abitanti di Okinawa vengano studiati insieme agli anziani della nostra Sardegna per carpirne il segreto della longevità.
4 – Lo sport. Fin da piccoli è di grande importanza il movimento e le scuole promuovono continuamente giornate sportive per i piccoli. Il Giappone annovera parecchi sport praticati e seguiti: baseball su tutti (eredità degli Americani dopo la Seconda Guerra Mondiale), golf, corsa a piedi (grande passione per la maratona), ma anche calcio e rugby vista la visibilità acquisita di recente dalle rispettive squadre nazionali.
Queste discipline hanno ‘rubato’ un po’ la scena negli ultimi anni allo sport nazionale per eccellenza: il Sumo, da sempre quasi una religione. I lottatori, che hanno un regime da 5-6000 calorie al giorno, si allenano il mattino presto e dormono dopo pranzo per accumulare massa grassa. Diventare Yokozuna, cioè grande campione, rispettato quasi come un semi-dio e, una volta in pensione, ricompensato con un cospicuo vitalizio, non significa solo aver vinto il maggior numero di tornei, ma anche essere giudicato moralmente valido da una commissione sportiva. Non a caso però i sumotori hanno un’aspettativa di vita decisamente più bassa del resto della popolazione a causa della vita non proprio salutare che gli è imposta fin dall’adolescenza. (Va sottolineato come il Sumo stia perdendo qualche adepto anche a causa di qualche scandalo di troppo e del declino dei campioni giapponesi: i tre yokozuna in attività attualmente vengono tutti dalla Mongolia).
Questi sono dunque per me i 4 punti che giustificano la forma fisica dei Giapponesi.
Dal canto mio, vivo a regime e cerco di fare sport con costanza da qualche anno ormai. Qui in Giappone, corsa e yoga sono i miei due metodi per bruciare calorie, ma anche liberare la mente.
Difficile non resistere però alle prelibatezze della cucina giapponese…che è anche tenpura (verdure varie e spesso anche gamberi fritti) e tonkatsu (cotoletta di maiale deliziosa)!
Fatemi sapere da voi come si tengono in forma e come mangiano i locals e cosa fate voi “intruse”!
Le vostre abitudini sono cambiate una volta in espatrio?
Veronica, Giappone.
Interessantissimo!
Avevo letto che i Giapponesi hanno uno stile di vita molto sana, nonchè una dieta nutrizionalmente invidiabile (not mentioning le schifezze, ovvio, quelle ci sono ovunque) ma anche un’educazione alla moderazione ed allo sport che manca da altre parti.
Da me in Arabia è ahimè tutto il contrario, il diabete di tipo 2 la prima causa di morte e l’obesità sia tra gli adulti che i bambini pericolosamente diffusa.
Purtroppo oltre ad apprezzaremo molto fast food e cibi pronti provenienti dal resto del mondo lo sport in questa cultura non ha ancora un ruolo importante: pensa che ad esempio nelle scuole pubbliche l’educazione fisica (poca) è riservata solo ai maschietti perchè alle femminucce potrebbe…far male O___O
Quanto a me, adoro il fitness così tanto da essere diventata istruttrice e dal tenere corsi per hobby nel mio compound 😉
Grazie! In effetti avevo letto di problemi simili in Medio Oriente…qui invece so di donne in gravidanza sgridate dal ginecologo perche’ grasse…visto che avevano preso piu’ dei 4-5 chili soliti delle giapponesi! Aiuto!
l’ho visto con le mie amiche giapponesi, che facevano colazioni per me tremende con zuppe e pesce! Qui in Svezia invece si consumano tonnellate di zucchero e tradizionalmente la dieta è piuttosto calorica, con poche verdure, molte patate e grassi animali. Loro però sono, così a me pare, meno in sovrappeso di quel che ci si può aspettare poiché si fa molto sport e lo si fa sempre, con qualsiasi clima. Per le donne è comunque più importante essere sportive che magre, anche nelle pubblicità ci sono forme più morbide e meno da “top-model” che da noi. In gravidanza sono molto flessibili con l’aumento di peso, a me dissero che avrei dovuto metter su almeno 16-20 kg, visto che ero piuttosto magra in quel momento! Però che si mangia troppo zucchero credo stia diventando un problema, ultimamente.
Non immaginavo davvero questo della Svezia!
Beh, comunque bella questa cosa del preferire una donna sana, in salute, in forma nel senso di forma fisica prima ancora che solo “magra”, che sembra essere diventato un imperativo…
Nel sud della Francia sono tutti sportivissimi e magrissimi, anche dopo svariate gravidanze, ma secondo me non conta molto l’alimentazione sana. Qui infatti il dolce dopo ogni pasto (e intendo pranzo e cena) è d’obbligo, così come proporlo per merenda e colazione; stessa cosa vale per i formaggi onnipresenti, carne o pesce in salsine varie…insomma di certo non la festa dell’healty food. Però, però…non mangiano niente! Le porzioni sono abbastanza misere e secondo me questo conta tanto, oltre al fatto che sono decisamente meno ossesionati di noi dal cibo, sopratutto coi bambini, saltare il pasto, mangiare giusto una forchettata non è di certo un problema di stato.
Aggiungici lo sport che viene praticato moltissimo da grandi e piccini, il trekking o comunque le passeggiate in generale che sembrano essere imprescindibili soprattutto per i vecchietti sopra i 60 anni ed hai il quadro completo.
Però come dici tu la genetica fa tanto, anche se sono mediterranee, qui i fianchi larghi italiani/spagnoli o i fisici statuari del nord Europa non esistono, sono tutti generalmente minuti. A parte la grande fetta di popolazione araba, quella alza la media e mi fa sentire un po’ meglio 😀
Conosco la situazione, ho vissuto in Costa Azzurra due anni… e per quanto letteralmente adorassi per via di alcuni fattori (clima, cibo, svaghi, vicinanza Italia…), questo aspetto molto attento alla condizione fisica, a volte un po’ “bling bling”, come dicono loro…pero’ come mi manca il Sud della Francia!!!
Aggiungerei anche che il mangiare con le bacchette consente di evitare di ingozzarsi come uno può fare con la forchetta. Io mi rendevo conto, in Cina, che i chopsticks aiutavano il raggiungimento della sazietà.
P.S. Zuppa di miso spettacolare!
E’ vero! non ci avevo mai pensato in realta’.
Zuppa miso che delizia!
Concordo, penso di non aver mai visto un giapponese sovrappeso! Beati loro, a me per ingrassare basta solo pensare a una fetta di torta! Invece qua in Ungheria mi succede l’esatto contrario: sono io a mangiare “troppo” salutare. Normalmente, sia in pausa pranzo sia nei ristoranti, vedi ungheresi mangiare porzioni gigantesche di carne, patatine fritte, cibi unti e grassi ecc. Mi è capitato più di una volta in ufficio di mangiare un’insalata con la feta o dei pomodori con la mozzarella e sentirmi dire: “Ma sei a dieta? Ma perché mangi così poco?” Ma io dico, dobbiamo stare seduti 8 ore al giorno, direi che possiamo anche leggermente abbassare il fabbisogno calorico 😀