La vita qui in Italia non va ancora come dovrebbe, soprattutto per i miei bimbi. Il grande è impegnato in nuovi ritmi ed impegni scolastici, molto diversi da quelli della scuola internazionale, e nel farsi accettare da un gruppo già consolidato. Il piccolo è ancora nel pieno dei suoi problemi che non accennano a migliorare. Nonostante questo pero’ ho già assaporato tante piccole gioie e piaceri del vivere di nuovo qui e ho capito quali sono le cose che mi sono mancate dell’Italia. Non voglio citare la sfera degli affetti perché mi pare cosa ovvia dopo aver passato 3 anni a migliaia di chilometri da tutti. Voglio invece parlare delle tante cose che forse, quando si vive in Italia, si danno per scontate e che, sicuramente, la vita all’estero ti fa rivalutare enormemente.
La prima grande considerazione fra le cose che mi sono mancate dell’Italia riguarda tutto ciò che ne costituisce la cultura. Non è che prima me ne disinteressassi, ma è un dato di fatto che ero molto più curiosa di conoscere le culture più distanti e diverse dalla mia. Tornata in Italia, dopo avere posato gli occhi su centinaia di templi e Buddha, aver imparato i significati dei riti buddisti, aver indagato il più possibile sulla vita nel sud del mondo, aver visitato le grandi metropoli orientali e le meraviglie di questa terra, ho sentito il bisogno molto forte di immergermi di nuovo in quella che è invece la mia cultura di origine.
Non è un caso se abbiamo deciso di trascorrere le nostre brevi vacanze estive in Sicilia alle Eolie. E nemmeno che mi sia data particolarmente da fare per trovare una vecchia casa eoliana in affitto.
Sentivo forte il bisogno di stare dentro muri antichi, circondata da mobili ed oggetti che mi parlassero del passato, circondata dai colori della nostra terra. E mi sono sentita molto bene con tutta quella bellezza antica intorno. Ho assaporato tutto come se lo vedessi davvero per la prima volta, entusiasmandomi per ogni cosa: fiori, colori e profumi. Cielo, terra e mare.
E questa necessità di riappropriarmi del nostro patrimonio culturale sta continuando. Mi emoziono quando mi trovo ad osservare mestieri antichi o quando, nelle tante sagre che ci sono in questo periodo nelle mie zone, vedo i balli popolari o le processioni in costume.
E non posso fare a meno di pensare a quanta ricchezza c’è in Italia. Non solo l’arte, per cui siamo forse primi nel mondo intero, ma la ricchezza delle mille tradizioni che resistono al passare del tempo, l’insieme di tutti quei riti diversi da regione a regione, addirittura da paese a paese. L’Italia è quasi ovunque bellezza. Bellezza della natura, del patrimonio artistico, delle città, delle tradizioni.
Bella lo era di certo anche prima per me, ma ora la meraviglia è centuplicata.
Un’altra cosa che mi è mancata è sicuramente il cibo. Chi ha vissuto all’estero sa che si arriva anche a sognarlo il cibo italiano. Gli ingredienti, i profumi, il modo così unico di metterli insieme e creare piatti sublimi.
Per tutta l’estate mi è stato sufficiente sentire il profumo del basilico o mangiare una fetta di pane toscano con l’olio ed i pomodorini dell’orto di mio padre per capire che ero tornata a casa.
Mi sono riempita le narici del profumo dei capperi siciliani e dell’origano calabrese. Nonostante non ce ne sarebbe stato il tempo ho fatto con la mia mamma la marmellata con l’uva fragola del mio giardino e messo sott’olio i peperoni di mio padre. Avevo bisogno dei miei sapori.
Abbiamo fatto la vendemmia in campagna da mio padre. Ed è stato come rivivere la mia infanzia. E farla rivivere anche ai miei figli.
Sono andata con i bimbi a raccogliere le castagne, partecipato a tutte le sagre, assaggiato di nuovo tutte le ricette tipiche delle mie zone.
Un tripudio di sensazioni ritrovate per i miei sensi.
Mi sto godendo i riti di questo periodo. Questo autunno che non vivevo da anni e che mi è mancato davvero, così come la primavera.
Ho potuto riaccendere il mio camino, riavvolgermi in una coperta lì davanti al fuoco ad osservare i giochi delle fiamme ed a godermi il tepore.
Ho di nuovo sentito il profumo delle caldarroste e quello delle bucce di mandarino sul fuoco. Odori che fanno parte della mia vita da sempre.
Rimarrò sicuramente un’appassionata di viaggi e di altre culture perché sono curiosa e spero di esserlo sempre. Spero anche di trasmetterla ai miei figli questa curiosità. Ma ho capito definitivamente e profondamente che io sono e sarò sempre italiana nel profondo del mio essere. Forse vivrò il resto della mia vita in Italia o forse tornerò un giorno ad espatriare. Si dice che chi diventa expat difficilmente rimarrà stanziale in Italia. Non lo so ora, ma so che ovunque sarò, avrò ben chiaro qual è la mia nazionalità ed il mio paese.
Sabato scorso ad una sagra mi sono perfino emozionata nel vedere gli sbandieratori far volare la loro bandiera al ritmo del nostro inno nazionale. Una volta mi capitava solo durante i grandi avvenimenti sportivi. Sono indubbiamente cambiata e mi sento più italiana di prima.
Forse occorre allontanarsi dall’Italia per capire quanto è importante per noi? Così come i rapporti con i familiari e con gli amici veri che si rafforzano stando lontano, perché si dimenticano gli aspetti negativi di ognuno e si ricordano solo quelli positivi, allo stesso modo bisogna guardarla per un po’ da lontano questa nostra nazione per capire quanto è bella, ma soprattutto quanto la amiamo?
Il mio impegno ora è di non vedere solo tutti i suoi difetti, come a volte tendono a fare gli italiani, ma di concentrarmi sulla bellezza che c’è. Ovunque si volga il mio sguardo. Dietro ad ogni angolo.
Federica, Italia
Bellissimo riappropriarsi delle proprie radici e inebriarsi dei colori e sapori della nostra terra… Ti ho seguita in giro per il mondo e ti seguiro’ anche in terra italica… Ciao, Lx