Non solo non avevamo nozioni tecniche, ma non conoscevamo nemmeno quali fossero i blog da seguire e non ne avevamo mai letto nessuno. Giusto forse qualcuno di cucina per cercare ricette. E sto parlando del 2012, non di dieci anni fa.
Ci guardammo e Drusilla mi disse : certo che dovremmo scrivere un libro su questa esperienza. Io le risposi : un libro forse è troppo ma un blog perchè no??
Pensai che il suo era un vero blog. Elena aveva avuto da poco Thiago ed era già ovviamente fighissima. Quel tipo di donna che partorisce e dopo 5 minuti le vanno già i jeans preparto. Sì il tipo che un po’ odi ma che tanto vorresti essere. E io pensai che fosse una fashion blogger.
Invece Elena era ed è molto di più. Lei è molto vera, molto pratica, molto easy. E’ figa ma non lo fa mai pesare. E’ psicologa ma non ti psicanalizza o, almeno, non ti dà quell’idea. Lei non giudica mai. E’ fashion e tu pensi solo “che bella!”.
Visto il suo ottimo inizio, è diventata subito super nota e seguita ma, nonostante ciò, ha conservato un modo molto semplice e vero di raccontarsi. L’anno scorso ha fatto un cambiamento nella sua vita ed è andata a vivere a Ibiza. E’ entrata anche lei nel favoloso mondo degli Expat, anche se in realtà ha più basi, fra cui l’Italia.
Con lei ci scriviamo perchè si sa, a forza di seguirsi, un po’ ci si conosce, anche se lo sappiamo tutti che quello che va on line non è la nostra vita al 100%. Avevo quindi voglia di raccontarvi la sua storia nel caso foste tra i pochi che non la conoscete. Un pò perchè appunto è un’amica di fuso pure lei, una donna che sta vivendo in pieno la maternità e che ha fatto il grande salto di cambiare tutto andando a vivere all’estero, un po’ perchè lei ha fatto una cosa che io amo molto: si è reiventata. E quindi credo che sia un bell’esempio per noi. Se vi ricordate il mio post sul guidare senza meta, capirete che spesso ci si può sentire un po’ perse.
Dovevamo vederci via skype, ma poi si scusa perché non ricorda la password e FaceTime non le funziona e così abbiamo fatto ricorso a whatsapp. Siamo state un’ora e mezza a scambiarci messaggi vocali. Come gli adolescenti. E’ stato divertentissimo, anche perché lei ha un accento forte e ride spesso…
Io ero seduta sul mio sofà con Kuwait sotto, ho infatti cercato la location ideale dato che è pur sempre una psicologa e lei secondo me era in un bar perché sentivo piatti, bicchieri, rumori di questo tipo. Ma più di tutto sentivo la sua voce gutturale e la sua risata che mi è rimasta nelle orecchie a lungo. Non vi nascondo che quel giorno ero un po’ giù di corda e parlare con lei mi ha fatto bene. Mi è piaciuto il suo spirito e mi ha confermato la sensazione che avevo su di lei.
Immaginavo che mentre mi parlava si stesse toccando i lunghi capelli e facesse smorfie con la bocca. Alzasse gli occhi e ridesse.
Ecco a voi Elena.
«Si può dire pazza????» E qui scatta la sua risata forte, quella di cui vi ho parlato. Poi continua: «Tra quelle che mi hai proposto forse donna. Anche perché se non fossi donna, non sarei madre, compagna, psicologa e blogger».
Il tuo eterno fidanzato, come lo chiami tu, l’anno scorso se ho capito bene ha cambiato professione inseguendo un sogno, un progetto che probabilmente aveva da tempo. Quanto l’hai aiutato in questa scelta?
«No, non ha cambiato professione, ha solo allargato le sue attività. Non è la prima volta che seguo il mio eterno fidanzato, l’avevo già fatto in Messico ed a New York. Ovviamente se non fossi d’accordo anche io, lui non farebbe certe scelte che ci coinvolgono tutti. Quindi come in ogni coppia il sì definitivo è toccato a me».
Dall’anno scorso ti dividi tra Ibiza, Cervia e spesso Milano, con al seguito sempre i tuoi bimbi. Quanto è difficile barcamenarsi con tutti questi spostamenti e perchè non avete scelto una base unica?
«Se i miei spostamenti sono al massimo di un giorno o due i bimbi li lascio a Ibizia o a Cervia che sono le nostre due basi. Abbiamo scelto questa soluzione perchè mi permette di mantenere il mio lavoro, che ormai è quello della web content. Ci siamo organizzati per passare del tempo insieme ma anche separati se io ho delle cose da fare. Inoltre, non essendo una persona super organizzata, non è importante che tutto sia sempre perfetto. Per una settimana mio figlio è andato a scuola con il sacchetto di carta, avendo dimenticato il suo zainetto per la scuola a Cervia .
Viaggio, anzi viaggiamo, leggeri. Questo anche perchè so che spesso ti servirà proprio quello che non hai…e allora va bene lo stesso, se anche mi dovesse mancare qualcosa troverò il modo di sostituirlo».
La condivisione della scelta del tuo fidanzato che ripercussioni ha avuto sulla tua vita professionale? E’ stata l’occasione per fare il grande salto e reinventarsi o solo un sacrificio che ha comportato delle rinunce?
«All’inizio della nostra relazione diciamo che erano più rinunce. lo lo seguivo e mettevo da parte il mio lavoro, la mia professione. Che non c’è nulla di male a farlo, solo che non la sentivo come la dimensione perfetta per me. Allora ho avvertito la necessità di reinventarmi e, soprattutto Ibiza, è stata l’occasione che mi ha spinto a trasformare il mio blog in un lavoro».
Immagino che tutti alla parola Ibiza dicano “beata te”. Ma poichè io non credo nelle favole so che non sarà facile nemmeno lì. Ci racconti il tuo primo impatto? Le difficoltà maggiori, ma anche gli aspetti più belli.
«Ogni volta che mi sposto in un posto nuovo, all’inizio accuso il colpo. I primi giorni sia in Italia che a Ibizia sono i più difficili. Ho difficoltà a lasciare andare e staccarmi dai posti, poi parto e dopo le prime settimane di rodaggio e adattamento inizio a stare bene . Finisce che poi non vorrei più ripartire.
Le prime difficoltà a Ibiza sono state quelle di non avere dei punti di riferimento. Avevo Leon, il mio secondo bambino, di pochi mesi, ero stanchissima, non conoscevo le strade, dove trovare il farmacista, come si diceva quella tal cosa in spagnolo, i prodotti alimentari. Insomma piccoli problemi di vita pratica. Inoltre, rispetto a Milano, mi sentivo fuori del mondo e mi sembrava che non ci fosse nulla da fare. Poi magari incrociavo una persona nuova, mi diceva vediamoci, sentiamoci e poi invece scompariva. Senza contare il turnover frequente. Tipo mio figlio Thiago si era legato a una bimba che poi è partita. Ma ora sono in un mood molto positivo riguardo a Ibiza, sto bene. E se dovessi dirti l’aspetto più bello è proprio la semplicità della vita che conduco lì. Lo stesso aspetto che all’inizio mi aveva un po’ soffocato. E ovviamente la natura, gli scenari che ci sono».
I tuoi bambini come vivono questa vita ? Come vi state organizzando per la loro educazione scolastica?
« I bambini hanno una capacità di adattamento migliore della mia. Stanno bene a Cervia e stanno bene qui. Ripeto, a Ibiza la vita è semplice. Tutti associano Ibiza alle discoteche ma in realtà è molto a misura di bambino e adatta alle famiglie anche con bimbi piccoli. Noi abbiamo scelto una scuola bilingue inglese e spagnola montessoriana che mi piace molto. Esistono delle ottime scuole pubbliche spagnole ma si parla il catalano e sono tutti locali. Poichè sappiamo che questa non sarà l’unica esperienza all’estero, volevamo intrapendere un cammino scolastico che favorisse gli spostamenti. E poi nella scuola bilingue l’ambiente è più misto e questo mix culturale mi sembra un’esperienza ancora più interessante per mio figlio».
Ormai sei una blogger famosa. Alcuni giornali ti hanno inserito tra le 10 mamme blogger che conviene seguire su instangram. Secondo te qual è il segreto del tuo successo?
«A me scappa da ridere ad essere definita così, perchè la Ferragni è famosa, non io. Credo che il segreto sia la costanza, il mio blog esiste da 4 anni e sono molto attiva. Scrivo spesso. Uno accende il pc o il telefono e tac mi trova lì. Sai quel detto : “l’asino tromba non perchè è bello ma perchè insiste” ecco un pò è vero e il mio blog è l’asino».
E qui sono io che scoppio a ridere. Quanti avrebbero il coraggio e la semplicità di dire una cosa così? Elena continua e aggiunge che ovviamente è importante anche la qualità dei contenuti. Saper scrivere. Che però non crede che nel suo caso si possa parlare di successo. Certo una cosa che sicuramente ti porta ad essere seguita è essere te stessa, dare qualcosa di tuo, «non dico sputtanarsi» dice proprio così, ma occorre non avere paura di dire la tua.
Di blogging si può vivere Elena?
«Ni. Sicuro il blog è un bel biglietto da visita che ti permette di avviare attività trasversali. Io stessa ho vari progetti. E sono queste cose che ti permettono di vivere. Spesso è il blog il mio contatto per arrivarci, almeno per me è stato così».
Quanta parte della tua giornata è dedicata al blog e al tuo lavoro in rete?
«Con il blog rischi di essere sempre connessa: i social, le foto da fare, scrivere, l’editing. Cerco di darmi dei limiti ma non sempre è possibile. Poi se la tua casa è il tuo ufficio è ancora più difficile. Da quando sono mamma però sono diventata bravissima a concentrami mentre intorno a me c’è chi gioca con le macchinine, chi fa il dinosauro e magari canta qualche canzoncina strana».
Siete degli expat con una scadenza? Avete già deciso dove andare dopo? Rifaresti tutto? E come ti vedi tra 10 anni?
«Le cose definitive mi mettono un po’ di ansia. Preferisco pensare che ora sono qui, domani chissà dove. Apprezzo sempre una dose di incertezza perché mi dà la possibilità di sognare. E inventare. Non sappiamo quanto resteremo qui o se rientreremo in Italia. Io in italia stavo bene. Ho deciso di investire su attività in remoto proprio per potermi spostare senza troppi problemi. Ci sposteremo di sicuro perchè noi siamo con gli occhi e la testa sempre su diversi progetti. Ma se mai andremo via lo faremo perchè c’è un obiettivo lavorativo dietro. Ma per ora ci piace stare a Ibiza».
Ultima domanda, se potessi dare un consiglio a chi espatria cosa diresti?
«Non sono così esperta. Anzi io li chiedo a voi i consigli. Leggo Amiche di fuso proprio per questo, per avere consigli e trovare risposte alle mie paure. Poi se devo proprio darne uno, riprendo quello che mi avevate detto voi mamme nel deserto, di cavalcare il bello, anche se la vita non è che si può sempre vivere al meglio. Pensare che alcune cose le potrai fare solo lì e non a casa tua aiuta molto.
E poi ricordatevi che ci si abitua a tutto, più o meno, e che l’eldorado non esiste».
Grazie ragazza! Prima di sentirti oggi ero un po’ giù e mi ha fatto bene parlare con te. Hai ragione tu, non è necessario sapere tutto subito e prima. Mi hai fatto vedere il fascino dell’incertezza. Il “take it easy” che tanto professo. E pensare che non l’ho dovuta pagare per questa seduta. Ma si sa, parlare con le amiche aiuta sempre, se poi è un amica di fuso ancora meglio.
tua groupie
Mimma, Kuwait
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una intervista splendida, ad una blogger che seguo molto volentieri e ammiro, da un’altra che altrettanto volentieri seguo ed ammiro!!!
Peccato che voi siate entrambe “fighe” e io no, ;-)!!
Che bello iniziare la giornata leggendo un post così, grazie.
Giulia che dolce che sei!!! Mi sono divertita molto a chiacchierare con lei! Felice che ti sia piaciuta
Mimma puoi dire a Giulia che la smetta di dire certe cose? 🙂
Che dire… grazie <3
Sono contenta di leggere questo articolo. Sono venuta in contatto con Elena un paio di mesi fa in un periodo della mia vita davvero difficile e le ho scritto, mi ha stupito perche’ mi ha risposto immediatamente e mi e’ stata piu’ vicina di tante amiche … E penso esattamente quello che scrive Mimma in questo pezzo…
Si è davvero una donna speciale. E ora che sento il tuo punto di vista ne sono sempre più convinta.
Mimma
Si si è sbagliata perchè la figa qua è una sola….Tu. AHHHH
Ho appena scoperto amiche di fuso e yummy Mom! ! Chissà quante notti dovrò restare sveglia per poter leggere tutto
ben arrivata !!!!
Non sono una mamma ma leggere quest’intervista mi ha messa di buon umore, il blog “The Yummy Mum” è stata una scoperta meravigliosa!
Elena rappresenta quello che mi piacerebbe diventare e leggere le sue esperienze mi aiuta molto a continuare a lavorare e sperare per realizzare i miei progetti, come quello di lavorare in remoto come web content tramite il mio blog!
Grazie, e un saluto dalla fredda Germania (26 aprile e nevica…)