Credo che a questo punto Inside Out (film della Pixar uscito negli ultimi mesi al cinema), l’abbiamo visto più o meno tutti. Il film è stato recensito ed acclamato da ogni parte ed è stato anche tema di confronto tra noi Amiche di Fuso.
Ho deciso di parlarne perché trovo che possa essere un ottimo strumento di comunicazione per tutti e in particolar modo, in riferimento alla trama del film, per noi espatriati o futuri tali.
Diciamoci la verità, la Pixar ha colpito in pieno centro quel mix di sensazioni che ognuno di noi si ritrova ad affrontare ad ogni trasloco (o cambio). Lontano o vicino che sia. Sono andati proprio a toccare quelle note sensibili, quel nervetto scoperto che ogni persona che deve lasciare la propria casa ha e cerca di non stuzzicare troppo per non crollare. Un po’ come quando hai un dente sensibile e dai un morso ad un ghiacciolo o quando ti fai male in quel punto maledetto del gomito. Fa male e ti lascia senza respiro per un istante. E poi si ricomincia.
Chi di noi, grandi e piccoli, non si è sentito esattamente come la protagonista quando si è ritrovata davanti alla nuova casa e ha aperto la porta della sua stanza che non è ancora “sua” trovando tutto così grigio e freddo?
Quelle sensazioni di non-familiarità e di smarrimento seguiti inesorabilmente da quella voglia di cercare il modo di rendere tutto ciò più casa. Di rendere più caldo e colorato quel nuovo ambiente.
Nel film la casa è vuota e apparentemente fredda senza ancora quegli spazi accoglienti. Proprio a voler marcare quella sensazione di “vuoto”. Ma anche di un nuovo inizio.
Ed eccola che si presenta lei, la tristezza Sadness, che ha in questa fase un ruolo importante come anche tutti gli altri protagonisti della nostra mente.
Trovo che la Pixar abbia fatto un bellissimo lavoro nel disegnare e caratterizzare questo personaggio in modo così buffo e per niente negativo. Fa ridere quando si trascina e si lamenta ed è una caricatura perfetta soprattutto di fianco all’esuberanza di Joy. Io ho subito simpatizzato con questa Tristezza e a tratti Joy, la Gioia, mi dava proprio fastidio. A volte si ha bisogno di covare la proprio tristezza e dopo, solo dopo, ci si rimbocca le maniche e si riempie di gioia questa nuova avventura.
Perché poi spesso ad un espatriato che “abbandona” il proprio paese non è quasi concesso di essere triste. Non ce lo possiamo permettere di esserlo perché in fondo “ce la siamo cercata” (cosa poi?) e invece guarda caso anche la Signora Pixar ci autorizza ad esserlo e anzi ogni momento felice passa attraverso un po’ di malinconia. Possiamo pure fare un po’ gli schizzinosi (nuovi odori, nuovi sapori, nuove facce….) e arrabbiarci e urlare dal nervoso…. perché quale cambiamento non provoca tutto ciò?
Forse non è un film pensato per i bambini. O almeno non esclusivamente. Ci sono strati e strati di significati, che potremmo stare qui a discuterne giornate intere e ci sono persone più qualificate di me che possono farlo.
Ai miei figli è piaciuto e hanno commentato soltanto con un “Carino mamma”, ma tutto qui. Non mi hanno chiesto di comprare il video per poterlo vedere 500 volte. Io, invece, a fine film ero uno straccio.
Ovviamente il fatto che sia ambientato a San Francisco ha influito non poco sul mio stato d’animo.
Non posso negarvi che una parte di me ha anche pensato: si sono appena trasferiti in una Townhouse in centro a San Francisco. Perché essere triste? Ok ok so bene che non è il punto del film ma questo dettaglio ha probabilmente anche influenzato il giudizio dei miei figli che inizialmente non capivano cosa ci fosse di così drammatico. Pero’ proprio per gli stessi motivi si sono anche rivisti ed è stato spunto di chiacchere e domande.
Mamma ma nella mia testa ci sono quelle persone?
Mamma ma quindi se sono triste va bene lo stesso?
Mamma ma perché vuole scappare di casa?
Insomma indubbiamente un film utile per parlare in famiglia in qualsiasi momento di difficoltà e in particolar modo se si deve affrontare un trasferimento. Quale miglior film o libro può aiutarci a parlare delle emozioni? A parlare del cambiamento e di quello che si prova? Persino la Pixar ha creato delle immagini dedicate al trasloco…
La raffigurazione attraverso i colori inoltre può aiutare, con i più piccoli, a raccontare delle sfere come delle piccole perle di memoria che possiamo accumulare per rendere la nostra vita più interessante e per crescere: è un ottimo spunto per tutte le età.
Forse presto riaffronteremo un altro cambio chissà e ci saranno altre perle rosse, gialle, azzurre, azzurre, azzurre, rosse e verdi e ancora gialle, gialle, gialle da aggiungere a questa nostra vita.
Una città nuova, infine possibilità. Parola di Joy.
Elena, Dubai
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