Vivere all'estero

Ritorno in Italia

ritorno in italia
Written by Amiche di fuso

… mica per sempre, eh!
Torno in Italia per una vacanza dopo due anni esatti di vita vissuta in California. E in questi due anni, sono successe davvero tante cose, talmente tante che la persona che sta per tornare nella sua città natale, non è più la stessa persona…

Del resto si sa che da ogni viaggio ognuno torna un po’ diverso.
E si sa anche che un espatrio ti cambia la vita.
Ecco, a tutto questo, negli ultimi due anni si è aggiunto un altro grosso cambiamento per me: mio figlio, e quindi il mio divenire mamma full-time da ricercatrice universitaria full-time quale ero quando lasciai l’Italia. E si sa che pure un figlio ti cambia, no?

Insomma, è la mia vita ad essere cambiata ed io sono cambiata insieme a lei.

Ma ora sto per tornare nella città in cui sono nata e cresciuta, nella quale ho trascorso 32 anni della mia vita prima di lasciare tutto e ricominciare dall’altra parte del mondo.
Ritorno tra le mie viuzze medievali, tra quegli edifici storici che mi mancano così tanto nel Nuovo Mondo, ritorno in quei luoghi a cui associo inevitabilmente tantissimi ricordi… e ci ritorno per la prima volta con mio figlio tra le braccia.

Parto sapendo che sarà un viaggio all’insegna delle prime volte:
– il primo viaggio intercontinentale con al seguito un bambino piccolo (se avete consigli, sbizzarritevi nei commenti, ve ne sarò grata!!);
– il primo atterraggio sul suolo italiano, noi tre;
– il primo incontro con i miei genitori da quando sono diventata mamma (sì, ci siamo visti via Skype, certo, ma gli incontri reali hanno tutta un’altra intensità, lo sapete no?).

Ormai faccio il conto alla rovescia per avere traccia del tempo che mi separa dalla partenza.
E sento che questo viaggio porta con sè tante cose, tanti pensieri e tante emozioni diverse…

Mi chiedo come andrà questo primo lungo volo e quale effetto mi farà viaggiare verso la nostra Italia. Intanto metto da parte i giochi e tutti gli intrattenimenti possibili per preservare l’effetto sorpresa sperando di distrarre il mio bambino per un tempo più lungo possibile.
Per la prima volta affronteremo anche il fuso orario, nove ore che ci separano dal nostro Bel Paese, e vedremo che cosa succederà… Prevedo notti insonni, soprattutto per mamma e papà, e prevedo anche un inevitabile quanto necessario periodo di assestamento per tutti noi. Ma mi convinco anche che in qualche modo si farà, che non sono né la prima né l’ultima mamma ad affrontare un viaggio di questo tipo con il suo bambino. E se in fondo manco di esperienza, mi sento carica di ottimismo!

Ci immagino tutti e tre alla dogana italiana e realizzo che mio figlio avrà un passaporto americano blu, diverso dal nostro.
Un dettaglio, lo so, ma non insignificante per me: eccolo, il primo cittadino americano della nostra famiglia, lui che un po’ diverso da noi allora lo è davvero, lui che è nato a San Francisco, lui che in fondo è un po’ americano…

Immagino l’effetto che potrà fare su di lui la scoperta di un mondo tutto italiano nel quale si muovono centinaia, migliaia di persone che parlano l’italiano… Mi chiedo se lo noterà, dall’alto dei suoi 18 mesi, se gli farà impressione, se si chiederà come mai tutti parlano la nostra lingua, quella lingua che mamma di solito mette da parte ogni volta che interagisce col resto del mondo a San Francisco.

E poi, poi ci sarà il fatidico primo incontro con i nonni, quei nonni che per ora mio figlio conosce solo attraverso lo schermo del computer. Chissà se ha capito che sono persone reali, che esistono davvero, in carne ed ossa!
Sono curiosa di vedere se li riconoscerà, se mostrerà un po’ di timidezza iniziale o si butterà tra le loro braccia come se li conoscesse da sempre.
E sono curiosa di vedere anche che effetto farà a me incontrare la mia famiglia di origine dopo così tanto tempo e dopo così tanta acqua passata sotto ai ponti.
Li guarderò per la prima volta come dei nonni in attesa del loro primo (ed unico) nipotino e, per la prima volta dal vivo, interagirò con loro, non solo come figlia, ma anche come mamma di mio figlio. Sinceramente? Non so dire che effetto mi farà! Ma sono curiosa di vedere come mi muoverò in una realtà che mi è tanto familiare e che tuttavia, credo guarderò con occhi nuovi dopo questi due intensi anni californiani…

In questo viaggio, ho tante persone che voglio incontrare.
Ho un matrimonio nel quale testimoniare l’amore di due cari amici che hanno superato insieme tante prove e che hanno dimostrato negli anni di amarsi sul serio.
Ho il mare da rivedere, il caldo del sole estivo da sentire sulla pelle (ché a San Francisco, la vera estate italiana non esiste proprio!) e ho da godermi l’acqua fresca ma non gelida come quella dell’Oceano alla quale non mi riesco ancora ad abituare.
E ho tanta voglia di vivere intensamente tutti questi appuntamenti importanti: voglio proprio godermeli a pieno!

Sabina, California

Ha collaborato con Amiche di Fuso da Luglio 2014 a Settembre 2016

Foto di Chris McGinnis presa da SFGate.com

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

5 Comments

  • Mamma mia, che emozione!!! Noi torneremo a Natale prossimo per le vacanze un anno dopo la nostra partenza per l’Australiae e a leggerti mi sono già emozionata!
    Noi siamo partiti con la piccolina di 21 mesi ed i nonni la rivedranno quasi trenne… Che botta! Chissà per i tuoi che lo abbracciano per la prima volta!!
    Eccomi ai consigli pratici: portati almeno tre cambi di vestiti, non solo per tuo figlio ma anche per mamma e papà. Nuovi giochi ma cose semplici che possa usare seduto in braccio a te e senza troppi pezzi da perdere in giro.
    Ovviamente tanto cibo per lui perché con la noia la fame aumenta.
    Io ho intrattenuto le mie bimbe nelle varie avventure in aereo (ho fatto Milano – NY con mia figlia maggiore ai tempi di 14 mesi) approfittando di tutti gli altri passeggeri, quindi via di fascia o marsupio e grandi passeggiate tra i sedili.
    Chiedi la culla anche se tuo figlio non ci sta, così hai diritto al posto davanti con più spazio e puoi usare la culla come vano portatutto.
    Armati di santa pazienza e vedrai che prima o poi si addormentera’!!!
    In bocca al lupo e buon viaggio 😉

    • Mi spiace di aver letto i tuoi consigli troppo tardi! Ma li terrò sicuramente presenti per il prossimo viaggio: è andata bene, così bene che è pensabile rifarlo! =) Avevi ragione sia sui giochi a pezzetti (sparsi ovunque e spesso finiti sotto ai sedili!) sia sulla culletta da chiedere: al ritorno non ce l’avevamo ed è stato un vero incublo!!

  • Meno di due anni? Direi libri, qualche giochino, qualcosa di nuovo possibilmente, che di solito intrattiene più dei giochi soliti, cibo da sgranocchiare…ma vedrai che tra il video (ormai ogni aereo intercontinentale ha video per ogni sedile con programmi apposta per bimbi), il cibo, la nanna, le ore passeranno abbastanza rapidamente. E poi siete due (genitori) contro uno, da bimamma te lo invidio!
    Svariati cambi per caldo e freddo, che in aereo non si sa mai, calzini, magari un paio da mettere sopra all’altro in modo tale che possa stare scalzo, ma che se fa freddo il piede sia abbastanza coperto.
    Per il jet lag sarà più difficile per voi che per lui, i bimbi si riescono a tarare molto meglio, cercate di dormire quando lui dorme, sarà più facile anche per voi sopportarlo.

    E poi…goditi ogni emozione, sono davvero tantissime!

    • Eh, all’andata eravamo in due ma al ritorno ero da sola, senza video davanti e in un aereo terribilmente piccolo nella tratta Francoforte-San Francisco. Inutile dire che è stata una tragedia! :-/

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