Ma com’è la scuola a Kuwait city? cosa significa andare a scuola a Kuwait city?
Significa mettere la sveglia alle 5.30 perchè i cancelli aprono alle 7.10 e il traffico è sempre tanto. Significa preparare un lunch box che contenga uno snack per metà mattina e un pranzo vero e proprio anche se poi la scuola termina alle 12. Significa mettere una divisa, mettersi in “line” e ascoltare in silenzio ed immobili l’inno Kuwaitiano guardando la bandiera. Significa andare in una scuola con ampi spazi, tante attività, tra cui arte e teatro, lezioni di nuoto, avere un appuntamento fisso in bliblioteca, ma alcuni libri che porteranno a casa avranno immagini cancellate, pagine strappate e alcune materie come scienze saranno con programmi ridotti perchè esiste la censura e la religione islamica ha i suoi dictat da rispettare anche se frequenti una scuola internazionale privata.
Andare a scuola in Kuwait significa poter scegliere su un’ampio ventaglio di offerte: c’è la scuola pubblica araba dove si parla arabo e le insegnanti sono arabe, e poi ci sono tante scuole private scuola inglese, americana, francese, internazionale, montessoriana, con metodo reggio, indiana, pakistana, bilingue arabo-inglese. In tutte queste scuole è previsto lo studio della lingua araba.
Noi abbiamo scelto la scuola privata inglese.Non perché avessimo una preferenza particolare per il sistema inglese, la mia piccolina è ancora in età kindergarden e quindi a quella età forse vanno tutte più o meno bene. Devo dire che mi sono un pò consumata di dubbi se era meglio il sistema americano-internazionale dove ho da sempre l’idea che venga privilegiato la ricerca dei veri talenti di ogni bambino, o il sistema inglese, che ha sicuramente tante materie stimolanti ma è ancora un po’ vecchio stile: queste sono le regole e quindi tu piccolino devi adattarti. Alla fine ho scelto proprio quella scuola inglese perchè è no-profit, aveva tanto spazio all’aperto, corpo insegnanti qualificato e madrelingua inglese, un bel programma e poi perchè ogni mondo è paese e mi sono affidata al passaporola “si diceva che era la migliore”. Abbiamo sostenuto un assestment che richiedeva una conoscenza e comprensione dell’inglese, assenza del pannolino, attitudine a stare con gli altri, conoscenza dei colori, saper fare puzzle.
E parliamo di bimbi di due anni.
Vi giuro gliel’hanno fatto davvero. Per la mia è stato semplice perchè estroversa, per altri più complicato. senza contare che essere chiamati per fare l’assestment non è così scontato. Ci sono pochi posti e la scuola da priorità a chi ha passaporto inglese e solo dopo se ci sono ancora altri posti disponibili vengono accettate e supervisionate le domande di iscrizione di bimbi non madrelingue inglesi.
Oggi dopo un anno posso dirmi super soddisfatta, al punto che vorrei poter frequentare io una scuola così. E mia figlia durante le vacanze mi ha detto “mamma è bello qui in campagna dai nonni, ma potrei avere qui la mia scuola??”.
Ho adorato le mille attività, l’atmosfera, la varietà di razze, perchè a dispetto dei miei timori che fosse piena solo di inglesi (e allora l’open mind come glielo creo?) c’erano davvero tanti bimbi di tutto il mondo.
Mia figlia sta crescendo bilingue, molto portata per l’attività fisica che li non mancano, e adora i numeri.
Ci sarà una nuova maestra, anzi più di una, perchè lì normalmente ci sono una maestra, un’assistent e una helper per 16 bimbi, nuovi compagni, perchè nella scuola inglese è così: ogni anno si cambia tutto. E come al solito non ci sarà “l’inserimento” .Si va a scuola e good bye mamma see you later, anche se tuo figlio piange disperato. Sarà difficile per lei questo nuovo inizio? Sarà un anno bello e ricco come quello passato? E Io riuscirò a seguirla con il programma?
Le domande e le paure delle mamme sono tante, quelle di una mamma expat forse in qualche misura maggiori.
Però come mi dico sempre “per loro è davvero una grandissima opportunità” e di questo sono fermamente convinta.
Il fatto che l’asilo chiuda già alle 12 mi mette angoscia. Significa o che la mamma cmq sta in casa o non lavora o che i pupi vengano prelevati dalle nanny e rimangano con loro tutto il giorno. Per come sono abituata io sarebbe proprio dura.
Si è un grosso limite. Convengo con te. E’ stata fonte di stress per me. Ma qui è così. E quelle che lavorano fanno ricorso appunto a nanny. Dai 5 anni si trattengono fino alle 13.30. Alla scuola americana al kg si sta fino alle 14.30. Io non lavoro, non uno di ufficio almeno, ma se lo facessi forse avrei adottato come criterio di scelta anche quello con orario più lungo.
Certo, poi ci si adegua. L’importante è che la pupa sia felice e serena 🙂
Caspita, l’Assessment già a 2 anni! Io l’ho fatto a 33 anni per il visto australiano e se anche sapevo di avere tutto in regola, un pò di ansia l’ho avuta lo stesso. Mi domando: sono le basi della meritocrazia che io sto tanto cercando o sono un’esagerazione che stressa I bambini? Mia figlia in Italia per il primo anno di materna non ha voluto parlare, ma solo osservare. A casa invece è super chiaccherina e nel giro di un anno ha imparato anche l’inglese insegnato da me al pomeriggio. Le maestre le sono state vicine e quando se l’è sentita si è lanciata nel gruppo. Mi sembra però di capire che a parte la selezione all’ingresso poi il clima sia sereno o I bimbi sono comunque “sotto osservazione”? Domani abbiamo la visita medica per il visto, anche per le bimbe, ed anche lì c’è un assessment per I bambini. La piccolina di 17 mesi deve ovviamente saper camminare e dire almeno 5 o 6 parole…e se il medico la intimidisse? scusate se divago, ma tutte queste richieste di performance mi stanno un po’ agitando 😉
Il clima è meraviglioso. Davvero bello e ricco. Certo c’è un programma, sono seguiti ma nel senso migliore del termine. Poi davero la mia ha quasi 4 anni è ancora in una fase “gioco”. Voglio sapere come va a finire la visita medica…vedrai che le 5 parole basteranno.
Grazie per la risposta e per l’incoraggiamento per domani! Penso che l’agitazione sia legata più che altro al fatto che la visita medica è l’ultimo step prima di conoscere il verdetto del visto. Domani cercherò di pensare positivo e di giocare con le bimbe in modo che non siano impaurite dalla visita medica, perché in fin dei conti sono loro la cosa più importante ;). Lo stress fa parte di questa strada che abbiamo intrapreso e non sarà né la prima né l’ultima difficoltà da expat, come raccontate alla grande in questo blog! Grazie per il supporto e vi tengo aggiornati
Si la strada è sempre ricca di nuove sorprese, cose che ci fanno capire che la sbarra dei nostri limiti deve essere sempre spostata in avanti. Dai non ci annoiamo…..in bocca al lupo
Perchè portare il pranzo se escono alle 12? A che ora mangiano?
Ma stanno pescando i pesciolini nella foto?? Che bello!!!
Tieni conto che sono bimbi che si svegliano alle 6 e quindi alle 11.15 pranzano. Giada poi mangia ancora a casa una cosa sostanziosa, un piatto di pasta con verdura. A scuola una cosa semplice .Si si fanno un sacco di attività meravigliose. Per ora siamo tutti contenti
Davvero interessante questo articolo, è bello vedere le diversità tra il mondo “da quelle parti” e quello europeo. Non è facile dover scegliere tra un metodo e l’altro delle scuola, si ha sempre paura di non fare la scelta più adatta per i nostri figli. Qui in Olanda c’è un’altrattanta ampia scelta (e sono pubbliche, a parte l’ internazionale) e noi abbiamo appena affrontato la stessa situazione. Ogni bimbo ha il suo carattere, dove per uno la Montessori è perfetta per un altro potrebbe risultare troppo libera. E poi come dici tu, tra le cose da contare ci sono anche l’ambiente e il corpo insegnanti.
Un grosso in bocca al lupo allora! E ripetiamoci ogni giorno che questi nostri bimbi bi/trilingue e multiculturali sono davvero fortunati. E’ il più grosso regalo che abbiamo mai potuto fargli!
Si io lo penso davvero che per loro sia una grande opportunità. Ecco sarebbe bello se qui la scuola pubblica fosse valida. Ma alla fine non posso lamentarmi il ventaglio di offerte è superiore a ogni mia più rosea aspettativa.
Immagino lo scombussolamento dei primi tempi, orari sballati e abitudini tutte da rifare, ma per fortuna i bimbi si adattano subito. Siamo noi mamme che ci mettiamo un po’ di più 😉 In bocca al lupo per il secondo anno Mimma!
Si assolutamente loro ci mettono sempre meno. Poi una delle ability che l’esperienza all’estero regala ai nostri figli è l’attitudine al cambiamento.
Per certi versi mi ricorda la scuola francese, anche qui zero inserimento e cambio di insegnanti e compagni ogni anno…per il resto credo sia dura abituarsi in generale alla loro cultura, ai loro orari e ritmi, la settimana che inizia di domenica e il mattino presto, forse per i bimbi é tutto più semplice! e soprattutto piccini così non fanno ancora troppi paragoni . Comunque é una super opportunità per loro e se il primo anno é andato bene il secondo non può essere da meno! 🙂 in bocca al lupo
Grazie mille. E’ proprio così. Loro non hanno uno storico con cui confrontarsi. Per mia figlia Kuwait è casa. In aereo appena attarrati gridava evviva Kuwait e gli altri ci guardavano sorpresi…
Ciao, volevo aggiornarti che la visita è andata bene! Il medico appena entrata mi ha detto: “Ma parla poco questa bimba” ed io ho subito pensato: “ecco, ci ha già sgamato!!!”, poi in realtà mi ha rassicurato sul tema del bilinguismo e sul fatto che fino ai 4 anni 3G farà un bel mix delle due lingue per poi separare e procedere alla grande! Ultime settimane di attesa per il visto…speriamo! Grazie per supporto 😉
Contentissima!!! bene, bene!!!
Ciao buonasera, sei ancora in Kuwait? avrei bisogno veramente di molte informazioni, ho un figlio di 15 anni che ha sempre studiato in Italia e che forse a settembre viene alla scuola inglese